Non si fanno chiamare più Dire Straits Legend, ma Dire Straits Legacy. E amano la definizione di “concept band”, rispetto a quella della classica “tribute band”.
Il loro Tour internazionale 2016 inizierà da maggio, ma intanto ci regaleranno due anteprime in Italia, la prima il 4 febbraio all’Atlantico di Roma, la seconda il 7 febbraio al Fabrique di Milano (per aggiornamenti e informazioni sui live: dslegacy.com).
Il gruppo per questo tour sarà formato da Alan Clark, tastierista sempre nei Dire Straits dal 1980 in poi, dal grande Steve Ferrone alla batteria, e poi da Phil Palmer (chitarre e Musical Director) e dal percussionista Danny Cummings, entrambi presenti nell’On Every Street Tour ’91-’92 dei Dire Straits, e dal sassofonista Mel Collins, coprotagonista dei live dell’83. Il tastierista Primiano Di Biase e il cantante e chitarrista Marco Caviglia completano la line up.
Ma prima di ascoltare nuovamente grandi classici come Sultans Of Swing o Money For Nothing accanto a brani meno noti come When It Cames To You o You And Your Friend nelle due date italiane ormai imminenti, proviamo a capirne di più di questo progetto in continua evoluzione, parlandone direttamente con Phil Palmer e Marco Caviglia.
Voi amate definirvi “concept band”. Perché? Cosa vi differenzia dalla “solita” tribute band?
Phil Palmer: Il concetto è suonare la musica dei Dire Straits con la massima accuratezza e rispetto possibili… per ricreare l’atmosfera e la dinamica con quanti più elementi originali possibili. Insieme gli ex membri rispettano l’eredità delle meravigliose canzoni di Mark Knopfler.
Marco Caviglia: Sai, non è semplice definire una band così e la definizione che più mi piace è “concept band”… dove il “concept” è celebrare la musica dei Dire Straits con chi ne ha fatto parte in passato, il che è favoloso e al tempo stesso fa la differenza e rende questo uno show veramente esclusivo! Chiaramente i Dire Straits Legacy non sono i Dire Straits (senza Mark non esistono Dire Straits), ma non sono neanche una cover band… perché in line up ci sono musicisti che hanno suonato nel corso del tempo con i Dire Straits… l’unica cosa che credo sia da tenere sempre in primo piano è una sola: il RISPETTO (non per me), ma per questi Musicisti (con la M maiuscola), che nel corso degli anni insieme a Mark hanno creato il mito dei Dire Straits.
Come mai avete cambiato nome da Dire Straits Legend a Dire Straits Legacy?
Phil Palmer: Per la chiarezza del concetto…
Marco Caviglia: È stata un’idea di John Illsley.
Anche se a dire il vero a nessuno piaceva “Legends”, che era venuto da una mia idea. Per me (da fan) tutti coloro i quali hanno suonato nei Dire Straits erano (e restano) delle vere e proprie leggende!…
Ma il termine in inglese si riferisce letteralmente a qualcuno che non c’è più e loro fortunatamente sono tutti vivi e vegeti (gli inglesi infatti per parlare di “leggende in vita” usano il termine “living legends”). Quindi nessuno si trovava a proprio agio con Legends e allora John, per “salvare” il nostro vero marchio, che è DSL, ha lanciato l’idea della Legacy che è stata accolta da tutti con grande entusiasmo anche perché in effetti, a parte la mia idea di leggende, loro sono veramente umili e non si sentono tali…
Quando avete deciso di chiamare anche Alan Clark per il progetto?
Phil Palmer: La cosa bella di questa band è che gli ex membri dei Dire Straits possono farne parte o meno a seconda degli altri loro impegni musicali. John Illsley, per esempio, attualmente sta registrando un disco solista e lo promuoverà in primavera e speriamo di averlo di nuovo con noi appena possibile. Il coinvolgimento di Alan ci ha dato la possibilità di esplorare gli arrangiamenti più complessi/difficili per i quali lui era responsabile nell’arrangiamento originale.
Marco Caviglia: Alan ha suonato con noi agli inizi del progetto nel 2009. Mi ricordo che avevamo un concerto per fare uno “ski-opening” a Plan de Corones. John all’epoca stava registrando un suo disco solista e aveva chiesto a Guy Fletcher di unirsi a noi…
Guy aveva accettato con grande entusiasmo, ma poi ebbe un impegno imprevisto e allora mi chiamò per dirmi che sarebbe venuto Alan…
E quindi Alan è con noi dall’inizio… Poi per un paio d’anni ha preferito sposare un altro progetto che purtroppo per lui non è andato bene e quindi è ritornato “a casa”. Alan è fenomenale, è una parte molto importante del sound dei Dire Straits e di conseguenza dei DSL, soprattutto per la parte degli arrangiamenti live… un vero e proprio mostro sacro!
Phil, qual è la cosa più facile e quella più difficile da fare come direttore musicale dei Dire Straits Legacy?
Phil Palmer: Suonare la musica dei Dire Straits è una gioia per me. Ed è magnifico suonare di nuovo le canzoni in collettivo… forse la cosa più difficile è decidere quali canzoni lasciar fuori… suoneremmo felicemente per sei ore e le faremmo tutte!
Marco, sei sempre più a tuo agio nell'”interpretare Mark Knopfler” o senti sempre “il peso” di questo ruolo?
Marco Caviglia: Io non sono al posto di Mark. Mark è unico e inimitabile, è un mostro sacro ed uno dei principali chitarristi che hanno fatto e influenzato la storia del rock.
Diciamo che sono a mio agio nel suonare Mark perché ce l’ho nel sangue e nel cuore, sono cresciuto con lui e non sento nessun peso nell’essere in questo ruolo. Sono molto sereno perché sono al fianco di musicisti favolosi e persone stupende e poi perché un pochino con la chitarra me la cavo (ride, ndr)!
Bene! Altra domanda per te, Marco: è vero che hai incontrato Mark Knopfler per la prima volta nel 1992 a New York? Quante altre volte l’hai incontrato? Che vi siete detti nelle varie occasioni?
Marco Caviglia: Ho incontrato Mark decine di volte in diversi contesti pubblici e privati, spesso a New York con il nostro comune amico Rudy Pensa, ma anche a Roma tante volte.
Quello che ci siamo detti rientra nella sfera privata.
Se vuoi, ti racconto un aneddoto carino: c’è un ristorante di un mio amico in centro a Roma dove di solito andiamo… Mark va matto per la focaccia con i fichi… ma la prima volta che gliel’ho fatta assaggiare, non voleva assaggiarla (ride, ndr)!
E invece avete mai incontrato Mark Knopfler come Dire Straits Legend o Dire Straits Legacy? Sapete se vi ha mai ascoltato?
Marco Caviglia: No, non lo abbiamo mai incontrato… Se ci ha ascoltato? Non ne ho idea…
Phil Palmer: A meno che Mark non si sia intrufolato per vederci da qualche parte… Improbabile, ma spero che abbia ascoltato qualcosa per capire la passione, il rispetto e lo spirito con il quale suoniamo.
Come scegliete i pezzi per il vostro show? I cambi di line up (come ad esempio Steve Ferrone alla batteria al posto dello “storico” Pick Withers) hanno influito su eventuali cambi nella scaletta?
Marco Caviglia: Cerchiamo sempre di avere una setlist equilibrata che celebri la “Legacy” della band. Non abbiamo questioni particolari, se non quando suoniamo con Pick dove preferiamo privilegiare i primi tre album (dove Pick ha suonato)… Tutto qui…
Sia Steve che Pick che Danny sono batteristi favolosi.
Phil Palmer: Pick ha dato un’incredibile autenticità al progetto Legacy, ma la sua scelta era quella di suonare solo le canzoni nelle quali aveva dato originariamente il suo contributo. Il concetto Legacy impone che suoniamo le canzoni dall’intero repertorio. Ferrone è il miglior batterista del mondo… prossima domanda?
Beh, non posso non chiedervi come si è evoluto il progetto finora e come si evolverà…
Phil Palmer: Con l’aiuto di Marco che fu il catalizzatore per la band. Ci ha rimesso insieme dopo 20 anni… grazie per averlo fatto.
Marco Caviglia: Il progetto si sta evolvendo molto bene anche grazie al nostro management (We4Show) che sta facendo una lavoro pazzesco. Abbiamo tantissime richieste, ma non è semplice conciliare gli impegni di musicisti così affermati… Abbiamo in cantiere anche un album di nuovi brani originali… vediamo!…
Ultima domanda: cosa ci potete anticipare degli show di febbraio a Roma e Milano?
Phil Palmer: Solo che continueremo a suonare la musica di Mark Knopfler con passione e rispetto… speriamo che venga apprezzata da tutti.
Marco Caviglia: Viste le location abbiamo optato per una setlist molto “rock”. Ci divertiremo di sicuro.
E mi raccomando: saranno dei concerti “premiere” del vero Tour 2016 che partirà a maggio, quindi, si tratterà di un’occasione unica da non perdere per tutti gli amanti dei Dire Straits… Non mancate! Ci vediamo tutti a Roma e Milano!
Il loro Tour internazionale 2016 inizierà da maggio, ma intanto ci regaleranno due anteprime in Italia, la prima il 4 febbraio all’Atlantico di Roma, la seconda il 7 febbraio al Fabrique di Milano (per aggiornamenti e informazioni sui live: dslegacy.com).
Il gruppo per questo tour sarà formato da Alan Clark, tastierista sempre nei Dire Straits dal 1980 in poi, dal grande Steve Ferrone alla batteria, e poi da Phil Palmer (chitarre e Musical Director) e dal percussionista Danny Cummings, entrambi presenti nell’On Every Street Tour ’91-’92 dei Dire Straits, e dal sassofonista Mel Collins, coprotagonista dei live dell’83. Il tastierista Primiano Di Biase e il cantante e chitarrista Marco Caviglia completano la line up.
Ma prima di ascoltare nuovamente grandi classici come Sultans Of Swing o Money For Nothing accanto a brani meno noti come When It Cames To You o You And Your Friend nelle due date italiane ormai imminenti, proviamo a capirne di più di questo progetto in continua evoluzione, parlandone direttamente con Phil Palmer e Marco Caviglia.
Voi amate definirvi “concept band”. Perché? Cosa vi differenzia dalla “solita” tribute band?
Phil Palmer: Il concetto è suonare la musica dei Dire Straits con la massima accuratezza e rispetto possibili… per ricreare l’atmosfera e la dinamica con quanti più elementi originali possibili. Insieme gli ex membri rispettano l’eredità delle meravigliose canzoni di Mark Knopfler.
Marco Caviglia: Sai, non è semplice definire una band così e la definizione che più mi piace è “concept band”… dove il “concept” è celebrare la musica dei Dire Straits con chi ne ha fatto parte in passato, il che è favoloso e al tempo stesso fa la differenza e rende questo uno show veramente esclusivo! Chiaramente i Dire Straits Legacy non sono i Dire Straits (senza Mark non esistono Dire Straits), ma non sono neanche una cover band… perché in line up ci sono musicisti che hanno suonato nel corso del tempo con i Dire Straits… l’unica cosa che credo sia da tenere sempre in primo piano è una sola: il RISPETTO (non per me), ma per questi Musicisti (con la M maiuscola), che nel corso degli anni insieme a Mark hanno creato il mito dei Dire Straits.
Come mai avete cambiato nome da Dire Straits Legend a Dire Straits Legacy?
Phil Palmer: Per la chiarezza del concetto…
Marco Caviglia: È stata un’idea di John Illsley.
Anche se a dire il vero a nessuno piaceva “Legends”, che era venuto da una mia idea. Per me (da fan) tutti coloro i quali hanno suonato nei Dire Straits erano (e restano) delle vere e proprie leggende!…
Ma il termine in inglese si riferisce letteralmente a qualcuno che non c’è più e loro fortunatamente sono tutti vivi e vegeti (gli inglesi infatti per parlare di “leggende in vita” usano il termine “living legends”). Quindi nessuno si trovava a proprio agio con Legends e allora John, per “salvare” il nostro vero marchio, che è DSL, ha lanciato l’idea della Legacy che è stata accolta da tutti con grande entusiasmo anche perché in effetti, a parte la mia idea di leggende, loro sono veramente umili e non si sentono tali…
Quando avete deciso di chiamare anche Alan Clark per il progetto?
Phil Palmer: La cosa bella di questa band è che gli ex membri dei Dire Straits possono farne parte o meno a seconda degli altri loro impegni musicali. John Illsley, per esempio, attualmente sta registrando un disco solista e lo promuoverà in primavera e speriamo di averlo di nuovo con noi appena possibile. Il coinvolgimento di Alan ci ha dato la possibilità di esplorare gli arrangiamenti più complessi/difficili per i quali lui era responsabile nell’arrangiamento originale.
Marco Caviglia: Alan ha suonato con noi agli inizi del progetto nel 2009. Mi ricordo che avevamo un concerto per fare uno “ski-opening” a Plan de Corones. John all’epoca stava registrando un suo disco solista e aveva chiesto a Guy Fletcher di unirsi a noi…
Guy aveva accettato con grande entusiasmo, ma poi ebbe un impegno imprevisto e allora mi chiamò per dirmi che sarebbe venuto Alan…
E quindi Alan è con noi dall’inizio… Poi per un paio d’anni ha preferito sposare un altro progetto che purtroppo per lui non è andato bene e quindi è ritornato “a casa”. Alan è fenomenale, è una parte molto importante del sound dei Dire Straits e di conseguenza dei DSL, soprattutto per la parte degli arrangiamenti live… un vero e proprio mostro sacro!
Phil, qual è la cosa più facile e quella più difficile da fare come direttore musicale dei Dire Straits Legacy?
Phil Palmer: Suonare la musica dei Dire Straits è una gioia per me. Ed è magnifico suonare di nuovo le canzoni in collettivo… forse la cosa più difficile è decidere quali canzoni lasciar fuori… suoneremmo felicemente per sei ore e le faremmo tutte!
Marco, sei sempre più a tuo agio nell'”interpretare Mark Knopfler” o senti sempre “il peso” di questo ruolo?
Marco Caviglia: Io non sono al posto di Mark. Mark è unico e inimitabile, è un mostro sacro ed uno dei principali chitarristi che hanno fatto e influenzato la storia del rock.
Diciamo che sono a mio agio nel suonare Mark perché ce l’ho nel sangue e nel cuore, sono cresciuto con lui e non sento nessun peso nell’essere in questo ruolo. Sono molto sereno perché sono al fianco di musicisti favolosi e persone stupende e poi perché un pochino con la chitarra me la cavo (ride, ndr)!
Bene! Altra domanda per te, Marco: è vero che hai incontrato Mark Knopfler per la prima volta nel 1992 a New York? Quante altre volte l’hai incontrato? Che vi siete detti nelle varie occasioni?
Marco Caviglia: Ho incontrato Mark decine di volte in diversi contesti pubblici e privati, spesso a New York con il nostro comune amico Rudy Pensa, ma anche a Roma tante volte.
Quello che ci siamo detti rientra nella sfera privata.
Se vuoi, ti racconto un aneddoto carino: c’è un ristorante di un mio amico in centro a Roma dove di solito andiamo… Mark va matto per la focaccia con i fichi… ma la prima volta che gliel’ho fatta assaggiare, non voleva assaggiarla (ride, ndr)!
E invece avete mai incontrato Mark Knopfler come Dire Straits Legend o Dire Straits Legacy? Sapete se vi ha mai ascoltato?
Marco Caviglia: No, non lo abbiamo mai incontrato… Se ci ha ascoltato? Non ne ho idea…
Phil Palmer: A meno che Mark non si sia intrufolato per vederci da qualche parte… Improbabile, ma spero che abbia ascoltato qualcosa per capire la passione, il rispetto e lo spirito con il quale suoniamo.
Come scegliete i pezzi per il vostro show? I cambi di line up (come ad esempio Steve Ferrone alla batteria al posto dello “storico” Pick Withers) hanno influito su eventuali cambi nella scaletta?
Marco Caviglia: Cerchiamo sempre di avere una setlist equilibrata che celebri la “Legacy” della band. Non abbiamo questioni particolari, se non quando suoniamo con Pick dove preferiamo privilegiare i primi tre album (dove Pick ha suonato)… Tutto qui…
Sia Steve che Pick che Danny sono batteristi favolosi.
Phil Palmer: Pick ha dato un’incredibile autenticità al progetto Legacy, ma la sua scelta era quella di suonare solo le canzoni nelle quali aveva dato originariamente il suo contributo. Il concetto Legacy impone che suoniamo le canzoni dall’intero repertorio. Ferrone è il miglior batterista del mondo… prossima domanda?
Beh, non posso non chiedervi come si è evoluto il progetto finora e come si evolverà…
Phil Palmer: Con l’aiuto di Marco che fu il catalizzatore per la band. Ci ha rimesso insieme dopo 20 anni… grazie per averlo fatto.
Marco Caviglia: Il progetto si sta evolvendo molto bene anche grazie al nostro management (We4Show) che sta facendo una lavoro pazzesco. Abbiamo tantissime richieste, ma non è semplice conciliare gli impegni di musicisti così affermati… Abbiamo in cantiere anche un album di nuovi brani originali… vediamo!…
Ultima domanda: cosa ci potete anticipare degli show di febbraio a Roma e Milano?
Phil Palmer: Solo che continueremo a suonare la musica di Mark Knopfler con passione e rispetto… speriamo che venga apprezzata da tutti.
Marco Caviglia: Viste le location abbiamo optato per una setlist molto “rock”. Ci divertiremo di sicuro.
E mi raccomando: saranno dei concerti “premiere” del vero Tour 2016 che partirà a maggio, quindi, si tratterà di un’occasione unica da non perdere per tutti gli amanti dei Dire Straits… Non mancate! Ci vediamo tutti a Roma e Milano!