16/09/2019

Dylan / Schatzberg

Più di duecento immagini narrano l’incontro tra Bob Dylan e il fotografo/regista Jerry Schatzberg
© 2018 Jerry Schatzberg
 
A volte una semplice immagine può diventare un piacevole pretesto per raccontare o per scoprire altro, tanto più se il protagonista dello scatto è stato insignito del Nobel per la Letteratura.
 
In Dylan / Schatzberg le immagini sono addirittura più di duecento e narrano l’incontro tra His Bobness nel pieno della sua svolta elettrica ed un famoso fotografo che negli anni sarebbe diventato anche un importante regista. Nel 1965 Bob Dylan invita dunque Jerry Schatzberg in studio per immortalare le session di Highway 61 Revisited, ma anche per scattare foto per il successivo Blonde On Blonde.
È di Schatzberg la famosa immagine sfocata scelta dallo stesso Dylan per la copertina di Blonde On Blonde: siamo nel mese di febbraio del 1966, zona centrale di New York, fuori fa molto freddo, sia Schatzberg che Dylan non sono sufficientemente coperti e proprio per questo motivo il fotografo non riuscirà a rimanere fermo per immortalare Bob e i due decideranno di finire in fretta di effettuare quegli scatti. Nessuna “ragione psichedelica”, dunque, alla base della copertina di Blonde On Blonde, come invece qualcuno aveva creduto all’epoca.
Nella prima edizione Dylan decide inoltre di inserire anche una foto di Claudia Cardinale all’interno, ma la Columbia è costretta a rimuoverla nelle edizioni successive dal momento che non era stata chiesta l’autorizzazione all’attrice per l’utilizzo dello scatto, rendendo quindi quelle prime stampe di Blonde On Blonde molto ambite e introvabili per i collezionisti. Tanti aneddoti, come quello celebre appena riproposto, sono contenuti all’interno di un libro perlopiù fotografico, ma impreziosito qua e là da un lungo dialogo tra Jerry Schatzberg e Jonathan Lethem, autore de La fortezza della solitudine, romanzo in cui peraltro il protagonista si chiama proprio Dylan.
Scatti famosi di Schatzberg si uniscono ad altre rarità, permettendo di ammirare Bob Dylan e di raccontare così un altro incontro artisticamente determinante, come spesso accadeva a quei tempi: un modo naturale di favorire una creatività in cui il rock incontrava altre forme d’arte e viceversa.
 
Qualsiasi riferimento a Bob Dylan non è mai puramente casuale e (fortunatamente) mai lo sarà, che si tratti anche solo di una semplice immagine e a prescindere dal Nobel.
 
 
Alcuni degli scatti di Jerry Schatzberg presenti all’interno del libro:
 
 

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