“I grandi sono così, alle nove scrivono una cosa un po’ malinconica, alle nove e mezza invece via, giù di risate. Siamo eclettici, con molte personalità”. Nonostante cerchi di nasconderla con l’abituale autoironia, il sorriso compiaciuto che spunta da sotto i baffi tradisce la grande soddisfazione di Fabio Concato di fronte a un gremito Blue Note, per il secondo spettacolo consecutivo sold-out.
Nel locale milanese il cantautore non può che sentirsi un po’ a casa, vista la sua vicinanza al mondo del jazz, che traspare ancora di più dai nuovi arrangiamenti dei pezzi, presentati insieme ad alcuni dei musicisti che con lui hanno inciso Tutto qua.
Proprio da Stazione Nord, canzone del suo ultimo album, inizia il concerto. Bastano poi le prime note di Ti ricordo ancora per strappare al pubblico un sospiro, seguito da un generoso applauso. La stessa accoglienza entusiastica è riservata ai classici di Concato come Domenica Bestiale, Tornando a casa, Sexy tango e Fiore di maggio, passando per Canto, Ballando con Chet Baker, Oltre il giardino e Guido piano. La platea è abbastanza preparata e la maggior parte dei brani viene accompagnata dai cori di tutta la sala.
Concato conferma di essere un artista d’eccezione e uno showman navigato, capace di stregare il suo pubblico sia con una grande intensità interpretativa mentre canta le sue storie, sia con un effervescente spirito da cabarettista quando introduce i brani, scherzando sul suo successo e sugli anni che passano per lui e la sua musica, anche se entrambi sono resistiti molto bene al tempo. Il cantautore poi non si lascia sfuggire un solo commento dei presenti e ha sempre la battuta pronta per rispondere alle richieste di canzoni fuori scaletta. Un’atmosfera amichevole che affascina ancora di più il pubblico.
Non mancano momenti commoventi, come il ricordo del padre, talentuoso musicista jazz, in Gigi, il brano in dialetto napoletano composto a quattro mani con Pino Daniele Canzone di Laura e a lui dedicato o 051/222525, canzone scritta per il Telefono Azzurro nel 1990, durante la quale non riesce a trattenere le lacrime. Nemmeno il tempo di asciugarsi gli occhi, e già Concato sta ballando guidato dall’allegria sudamericana di Rosalina, ennesimo esempio delle molte sfaccettature di uno show dolce e ilare, che ha intenerito e fatto riflettere. D’altronde si sa, i grandi sono così, sempre un po’ eclettici.
Nel locale milanese il cantautore non può che sentirsi un po’ a casa, vista la sua vicinanza al mondo del jazz, che traspare ancora di più dai nuovi arrangiamenti dei pezzi, presentati insieme ad alcuni dei musicisti che con lui hanno inciso Tutto qua.
Proprio da Stazione Nord, canzone del suo ultimo album, inizia il concerto. Bastano poi le prime note di Ti ricordo ancora per strappare al pubblico un sospiro, seguito da un generoso applauso. La stessa accoglienza entusiastica è riservata ai classici di Concato come Domenica Bestiale, Tornando a casa, Sexy tango e Fiore di maggio, passando per Canto, Ballando con Chet Baker, Oltre il giardino e Guido piano. La platea è abbastanza preparata e la maggior parte dei brani viene accompagnata dai cori di tutta la sala.
Concato conferma di essere un artista d’eccezione e uno showman navigato, capace di stregare il suo pubblico sia con una grande intensità interpretativa mentre canta le sue storie, sia con un effervescente spirito da cabarettista quando introduce i brani, scherzando sul suo successo e sugli anni che passano per lui e la sua musica, anche se entrambi sono resistiti molto bene al tempo. Il cantautore poi non si lascia sfuggire un solo commento dei presenti e ha sempre la battuta pronta per rispondere alle richieste di canzoni fuori scaletta. Un’atmosfera amichevole che affascina ancora di più il pubblico.
Non mancano momenti commoventi, come il ricordo del padre, talentuoso musicista jazz, in Gigi, il brano in dialetto napoletano composto a quattro mani con Pino Daniele Canzone di Laura e a lui dedicato o 051/222525, canzone scritta per il Telefono Azzurro nel 1990, durante la quale non riesce a trattenere le lacrime. Nemmeno il tempo di asciugarsi gli occhi, e già Concato sta ballando guidato dall’allegria sudamericana di Rosalina, ennesimo esempio delle molte sfaccettature di uno show dolce e ilare, che ha intenerito e fatto riflettere. D’altronde si sa, i grandi sono così, sempre un po’ eclettici.