In Sardegna, il Maestrale lo chiamano “Bento estu”; è il vento che soffia dal Nord, portando il suo respiro polare ancora forte fino all’isola, rendendone più mite l’afoso clima estivo. Summerwind ricorda un po’ questo amalgama inafferrabile tra mondi distanti che si accarezzano, anche se stavolta il percorso è all’inverso; è toccato a Paolo Fresu, trombettista tra le icone del jazz nostrano, viaggiare fino a Göteborg per registrare con il violoncellista e contrabbassista svedese Lars Danielsson. Un interessante incontro tra due spiriti affini, per la prima volta fianco a fianco in studio.
Nella traccia d’apertura, Autumn Leaves, la tromba si espande larga sugli arpeggi pizzicati che movimentano il brano, gettando le basi di alcune idee che seguiranno i due musicisti nell’evoluzione dell’album: pezzi sobri, raffinati, dal carattere intimo e riflessivo, con un misto di sensazioni molto particolare. È la prima di una serie di riletture che intervallano le composizioni originali dell’uno o dell’altro musicista; seguono così l’ariosa e positiva Saluto Dardamente, firmata Fresu, e Le Matin di Danielsson, intrisa di una nostalgia vellutata, dal respiro vagamente francese. Non mancano i richiami alla musica classica: il duo crea ricami dalle assonanze seicentesche in Stilla Storm, preparando il terreno per una rivisitazione jazzistica della bachiana Wachet Auf, Ruft Uns Die Stimme. Nell’inno svedese di fine Ottocento Jag lyfter ögat mot himmelen, Danielsson costruisce invece con incedere grave sonorità profonde e ancestrali intorno alla tromba. Sleep Safe and Warm è una ninna nanna melanconica, creata da Krzysztof Komeda per Rosemary’s Baby di Roman Polansky e Un Vestido Y un Amor, pezzo romantico del cantautore rock argentino Fito Páez, viene chiuso da riverberi che disegnano vasti scenari, ricordando a tratti un certo progressive. L’atmosfera latina passa poi a Drexciya, brano solare, tanto breve quanto coinvolgente e alla torrida Amigos. L’improvvisazione in studio Dardusó è una riuscita prova del nove; alcuni spunti contenuti al suo interno si trasmettono a Stanna Tid, composizione sperimentale e quasi ambient nella quale diventano protagonisti soundscape surreali e rarefatti.
La ricerca di un alto grado di comunicazione attraverso l’essenzialità è il tratto che unisce le quindici tracce di questo progetto. Dietro un’asciuttezza di superficie, Fresu e Danielsson mostrano infatti la capacità di racchiudere concetti vari ed articolati in sofisticate sintesi musicali. Esperienza e tecnica che sanno trasformarsi in sentimento.
Paolo Fresu e Lars Danielsson presenteranno Summerwind domenica 4 novembre alle ore 21 in un concerto presso il Conservatorio di Milano (via Conservatorio 12; biglietti da 25 a 45 euro + prevendita, per info: www.jazzmi.it, mail: [email protected]). Alle 10.30 dello stesso giorno, sempre all’interno di JazzMi, festival che si svolgerà nel capoluogo lombardo dal 1° al 13 novembre, si terrà invece l’incontro “Desert Island Discs: Paolo Fresu” che vedrà il trombettista raccontare dei grandi artisti che lo hanno ispirato nel corso della sua carriera, in compagnia del giornalista statunitense Ted Panken. L’appuntamento sarà ospitato alla Triennale Teatro dell’Arte di Viale Emilio Alemagna 6, l’ingresso è libero.
Nella traccia d’apertura, Autumn Leaves, la tromba si espande larga sugli arpeggi pizzicati che movimentano il brano, gettando le basi di alcune idee che seguiranno i due musicisti nell’evoluzione dell’album: pezzi sobri, raffinati, dal carattere intimo e riflessivo, con un misto di sensazioni molto particolare. È la prima di una serie di riletture che intervallano le composizioni originali dell’uno o dell’altro musicista; seguono così l’ariosa e positiva Saluto Dardamente, firmata Fresu, e Le Matin di Danielsson, intrisa di una nostalgia vellutata, dal respiro vagamente francese. Non mancano i richiami alla musica classica: il duo crea ricami dalle assonanze seicentesche in Stilla Storm, preparando il terreno per una rivisitazione jazzistica della bachiana Wachet Auf, Ruft Uns Die Stimme. Nell’inno svedese di fine Ottocento Jag lyfter ögat mot himmelen, Danielsson costruisce invece con incedere grave sonorità profonde e ancestrali intorno alla tromba. Sleep Safe and Warm è una ninna nanna melanconica, creata da Krzysztof Komeda per Rosemary’s Baby di Roman Polansky e Un Vestido Y un Amor, pezzo romantico del cantautore rock argentino Fito Páez, viene chiuso da riverberi che disegnano vasti scenari, ricordando a tratti un certo progressive. L’atmosfera latina passa poi a Drexciya, brano solare, tanto breve quanto coinvolgente e alla torrida Amigos. L’improvvisazione in studio Dardusó è una riuscita prova del nove; alcuni spunti contenuti al suo interno si trasmettono a Stanna Tid, composizione sperimentale e quasi ambient nella quale diventano protagonisti soundscape surreali e rarefatti.
La ricerca di un alto grado di comunicazione attraverso l’essenzialità è il tratto che unisce le quindici tracce di questo progetto. Dietro un’asciuttezza di superficie, Fresu e Danielsson mostrano infatti la capacità di racchiudere concetti vari ed articolati in sofisticate sintesi musicali. Esperienza e tecnica che sanno trasformarsi in sentimento.
Paolo Fresu e Lars Danielsson presenteranno Summerwind domenica 4 novembre alle ore 21 in un concerto presso il Conservatorio di Milano (via Conservatorio 12; biglietti da 25 a 45 euro + prevendita, per info: www.jazzmi.it, mail: [email protected]). Alle 10.30 dello stesso giorno, sempre all’interno di JazzMi, festival che si svolgerà nel capoluogo lombardo dal 1° al 13 novembre, si terrà invece l’incontro “Desert Island Discs: Paolo Fresu” che vedrà il trombettista raccontare dei grandi artisti che lo hanno ispirato nel corso della sua carriera, in compagnia del giornalista statunitense Ted Panken. L’appuntamento sarà ospitato alla Triennale Teatro dell’Arte di Viale Emilio Alemagna 6, l’ingresso è libero.