Prima di pubblicare questo suo 100° album, l’anno scorso, pochi giorni dopo la morte di David Bowie, Rick Wakeman ha reso omaggio al Duca Bianco con una splendida versione per solo piano di Life On Mars?.
E, al di là della celebrazione e del ricordo di ciò che l’ex tastierista degli Yes aveva suonato in studio per lo stesso David Bowie e il suo album Hunky Dory nell’ormai lontano 1971, quel singolo brano, fatto ascoltare su BBC Radio 2, era solo il preambolo di questo Piano Portraits.
Si diverte con maestria Rick Wakeman quando gioca con Help! dei Beatles fino a citare Lucy In The Sky With Diamonds nel finale, così come spazia in Stairway To Heaven dei Led Zeppelin o nella Summertime di George Gershwin, accompagnando senza alcuna difficoltà l’ascoltatore in un sentiero facilmente percorribile con lui ed il suo piano a indicare la via: dai Beatles agli Yes, fino a Tchaikovsky e Debussy.
E la sua tecnica sarebbe nulla senza l’atmosfera soffusa che riesce a creare in questo concept per pianoforte con brani più e meno noti.
Si inizia e si finisce coi Beatles, poiché l’ultima traccia è Eleanor Rigby, e anche David Bowie non viene omaggiato solo con Life On Mars?.
Qualche giorno prima dell’uscita di Piano Portraits, e quindi in concomitanza col 70° anniversario dalla nascita di David Bowie, Space Oddity, l’altro brano del Duca Bianco presente nell’album, è stato reso noto attraverso un video. E ancora una volta Wakeman è ritornato idealmente ai primi tempi, in questo caso proprio agli inizi di carriera, come ha ricordato di recente in un’intervista al Guardian. Fu infatti il produttore Tony Visconti che chiese allo stesso Rick Wakeman di recarsi presso i Trident Studios di Londra per registrare il mellotron in quello che si apprestava ad essere il nuovo singolo, ma soprattutto il primo brano di successo di David Bowie.
Qualche anno dopo, la carriera di Rick Wakeman sarebbe decollata.
E forse l’ex tastierista degli Yes mai avrebbe immaginato che sarebbe arrivato a pubblicare 100 album, quando all’epoca in cui registrò Space Oddity non aveva ancora compiuto 20 anni.
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Si diverte con maestria Rick Wakeman quando gioca con Help! dei Beatles fino a citare Lucy In The Sky With Diamonds nel finale, così come spazia in Stairway To Heaven dei Led Zeppelin o nella Summertime di George Gershwin, accompagnando senza alcuna difficoltà l’ascoltatore in un sentiero facilmente percorribile con lui ed il suo piano a indicare la via: dai Beatles agli Yes, fino a Tchaikovsky e Debussy.
E la sua tecnica sarebbe nulla senza l’atmosfera soffusa che riesce a creare in questo concept per pianoforte con brani più e meno noti.
Si inizia e si finisce coi Beatles, poiché l’ultima traccia è Eleanor Rigby, e anche David Bowie non viene omaggiato solo con Life On Mars?.
Qualche giorno prima dell’uscita di Piano Portraits, e quindi in concomitanza col 70° anniversario dalla nascita di David Bowie, Space Oddity, l’altro brano del Duca Bianco presente nell’album, è stato reso noto attraverso un video. E ancora una volta Wakeman è ritornato idealmente ai primi tempi, in questo caso proprio agli inizi di carriera, come ha ricordato di recente in un’intervista al Guardian. Fu infatti il produttore Tony Visconti che chiese allo stesso Rick Wakeman di recarsi presso i Trident Studios di Londra per registrare il mellotron in quello che si apprestava ad essere il nuovo singolo, ma soprattutto il primo brano di successo di David Bowie.
Qualche anno dopo, la carriera di Rick Wakeman sarebbe decollata.
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