“Salviamo la musica live“. Una proposta concreta alle istituzioni da attuare nell’immediato da parte dei grandi organizzatori di eventi di musica live e dei promoter che, in una conferenza stampa tenutasi nella giornata di ieri allo Stadio San Siro di Milano, erano riuniti in vari tavoli da due, di spalle rispetto al rettangolo verde dove abitualmente si giocano le partite di calcio.Il Covid ha ovviamente rivoluzionato la vita di tutti noi, interrotto la possibilità stessa di svolgere manifestazioni di (quasi) ogni tipo, ma, rispetto a quando tutta questa fase è iniziata, ora ci sono i vaccini e ci sono diverse attività che stanno via via riprendendo gradualmente e in una maniera sempre più vicina alla normalità pre-pandemica. Parte da questi presupposti la richiesta.
Il primo a prendere la parola è stato Vincenzo Spera, presidente di Assomusica, che ha ricordato come il settore della musica dal vivo è in ginocchio con un fatturato che solo tra gennaio e luglio 2021 è calato del 98%, mentre per alcune società è stato del 100%. Da marzo 2020 il settore è completamente fermo lasciando a casa centinaia di migliaia di lavoratori.
Nell’appello rivolto al Presidente del Consiglio Mario Draghi, ai Ministri della Cultura Dario Franceschini, della Sanità Roberto Speranza, dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e del Lavoro Andrea Orlando si vuole “sollecitare una presa di posizione chiara e risolutiva per la sopravvivenza e il rilancio del settore della Musica Live nel nostro Paese”. Negli altri Paesi europei, sottolineano sempre gli organizzatori tramite la loro richiesta, i concerti e gli spettacoli dal vivo sono ripresi normalmente con una riapertura completa come avveniva prima della pandemia o con una data già fissata per la ripartenza.
Poi è stata la volta di Ferdinando Salzano (Friends And Partners) che ha insistito sulla “programmazione” e ha spiegato nel merito l’appello alle istituzioni, dalle proposte di ingressi solo con Green Pass, mascherine obbligatorie e controllo delle temperature per gli spettacoli al chiuso, fino alle richieste vere e proprie che consistono nella possibilità di svolgere gli eventi con il 100% delle capienze e abolizione del distanziamento e la fissazione di una data certa per ripartire con un piano condiviso da formalizzarsi entro il 31 ottobre per non vedere irrimediabilmente compromesso anche il 2022 per gli show live e quindi per le aziende, per i lavoratori dello spettacolo, gli artisti e gli altri soggetti direttamente coinvolti. La proposta alternativa sarebbe quella di far assistere ai concerti solo coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale o sono completamente immunizzati.
Hanno preso la parola anche Roberto De Luca (Live Nation), Clemente Zard (Vivo Concerti) e da remoto Maurizio Salvadori (Trident), quest’ultimo per sostenere, tra le altre cose, che l’apertura al 70 o all’80% non è percorribile, come ipotizzato da alcuni esponenti del Governo, poiché non sarebbe sostenibile per tutta la filiera.
Erano presenti anche Danilo Mancuso (DM Produzioni), Andrea Peroni (Vertigo), Daniele Parascandolo (Magellano Concerti), Francesco Barbaro (OTR Live), Pietro Fuccio (DNA Concerti), Mimmo D’Alessandro e Adolfo Galli (D’Alessandro e Galli), Alessandro Ceccarelli e Attilio Perissinotti (BPM Concerti), Antonio Colombi (Colorsound) e Luigi Fantini (Concerto).
Il primo a prendere la parola è stato Vincenzo Spera, presidente di Assomusica, che ha ricordato come il settore della musica dal vivo è in ginocchio con un fatturato che solo tra gennaio e luglio 2021 è calato del 98%, mentre per alcune società è stato del 100%. Da marzo 2020 il settore è completamente fermo lasciando a casa centinaia di migliaia di lavoratori.
Nell’appello rivolto al Presidente del Consiglio Mario Draghi, ai Ministri della Cultura Dario Franceschini, della Sanità Roberto Speranza, dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e del Lavoro Andrea Orlando si vuole “sollecitare una presa di posizione chiara e risolutiva per la sopravvivenza e il rilancio del settore della Musica Live nel nostro Paese”. Negli altri Paesi europei, sottolineano sempre gli organizzatori tramite la loro richiesta, i concerti e gli spettacoli dal vivo sono ripresi normalmente con una riapertura completa come avveniva prima della pandemia o con una data già fissata per la ripartenza.
Poi è stata la volta di Ferdinando Salzano (Friends And Partners) che ha insistito sulla “programmazione” e ha spiegato nel merito l’appello alle istituzioni, dalle proposte di ingressi solo con Green Pass, mascherine obbligatorie e controllo delle temperature per gli spettacoli al chiuso, fino alle richieste vere e proprie che consistono nella possibilità di svolgere gli eventi con il 100% delle capienze e abolizione del distanziamento e la fissazione di una data certa per ripartire con un piano condiviso da formalizzarsi entro il 31 ottobre per non vedere irrimediabilmente compromesso anche il 2022 per gli show live e quindi per le aziende, per i lavoratori dello spettacolo, gli artisti e gli altri soggetti direttamente coinvolti. La proposta alternativa sarebbe quella di far assistere ai concerti solo coloro che hanno concluso il ciclo vaccinale o sono completamente immunizzati.
Hanno preso la parola anche Roberto De Luca (Live Nation), Clemente Zard (Vivo Concerti) e da remoto Maurizio Salvadori (Trident), quest’ultimo per sostenere, tra le altre cose, che l’apertura al 70 o all’80% non è percorribile, come ipotizzato da alcuni esponenti del Governo, poiché non sarebbe sostenibile per tutta la filiera.
Erano presenti anche Danilo Mancuso (DM Produzioni), Andrea Peroni (Vertigo), Daniele Parascandolo (Magellano Concerti), Francesco Barbaro (OTR Live), Pietro Fuccio (DNA Concerti), Mimmo D’Alessandro e Adolfo Galli (D’Alessandro e Galli), Alessandro Ceccarelli e Attilio Perissinotti (BPM Concerti), Antonio Colombi (Colorsound) e Luigi Fantini (Concerto).
Il manifesto è promosso da Assomusica e da altre 27 società e poi da tanti artisti italiani e stranieri.
Salviamo la musica live.