23/04/2022

“Il Sentimento Prevalente” di Franz Campi

L’artista bolognese ci parla del suo nuovo lavoro di inediti e ci invita ai suoi tanti spettacoli di teatro-canzone su Buscaglione, Rabagliati e non solo
(Franz Campi; foto di Daniele Guidetti)
 
Lo scorso 19 marzo ha compiuto 60 anni. Di questi, 30 li ha trascorsi nella musica come cantautore, presentatore, conduttore televisivo e radiofonico e ideatore di rassegne dedicate alla musica, alla poesia, al fumetto e alla letteratura.
Stiamo parlando di Franz Campi, artista bolognese che ha da poco pubblicato il suo nuovo album Il Sentimento Prevalente, un lavoro di inediti del quale abbiamo parlato proprio insieme a lui nel corso della nostra chiacchierata al telefono. Il lavoro esce dopo tanti anni in cui Campi si è dedicato soprattutto al teatro-canzone con spettacoli su Giorgio Gaber, Fred Buscaglione e tanti altri. Campi ha scritto numerosi testi pop (suo peraltro quello di Banane e Lampone per Gianni Morandi), lirici (come il libretto dell’opera La famosa invasione degli orsi in Sicilia tratto da un lavoro di Buzzati), per bambini (L’albero della vita e diversi brani dell’album Il re dei re) e ha composto sigle TV e jingle pubblicitari (come la sigla del campionato di basket di Lega2 per Rai Sport o il jingle della campagna di comunicazione nazionale della Mortadella Bologna IGP, quest’ultimo insieme a Davide Belviso).
 
Per iniziare a parlare del tuo nuovo lavoro, partendo dal titolo: qual è Il Sentimento Prevalente in te, all’interno dell’album o che in qualche modo ci vuoi descrivere?
Il Sentimento Prevalente è una risposta personale. Ognuno dà la sua a seconda del momento e del tempo che sta vivendo, però la riflessione che ho fatto io è che non è tutto un male quello che succede; spesso alcuni giorni veniamo travolti dalle emozioni negative, dalle insoddisfazioni o dalle frustrazioni personali, complici negli ultimi tempi anche la pandemia e adesso la guerra.
Sono tanti i motivi per cui ci si può abbattere, però io in questo periodo ho fatto la tara e ho cercato di cogliere gli aspetti positivi pensando ad esempio al fatto di avere persone attorno che mi vogliono bene, all’amore che ho nei confronti dei miei amici e alla passione che ho nei confronti del mio lavoro e per la musica.
Poi ci sono altre realtà intorno a noi spesso poco considerate, come per esempio quelli che danno una mano agli altri: io sono emiliano-romagnolo e durante la pandemia mi sono reso conto che qui dal punto di vista della solidarietà non sono mai mancate le persone che hanno aiutato gente in difficoltà senza nulla in cambio.
Il Sentimento Prevalente tiene conto allora anche di questi aspetti che sono il sale della vita: sono il carburante che troppo spesso diamo per scontato e che ci permette di andare avanti.
 
Quindi è un album che hai composto durante la pandemia?
Sì, ci ho lavorato soprattutto durante la pandemia. Negli ultimi anni mi sono concentrato sul teatro-canzone e lì hai subito il riscontro, sia da parte del pubblico che applaude se la cosa è piaciuta, sia al botteghino, perché la gente viene, paga un biglietto e tu puoi continuare a fare questo mestiere. Dischi se ne vendevano pochi e se ne vendono pochi e quindi è più complicato. In questi ultimi tempi ho scritto delle sigle per la televisione, dei jingle per le pubblicità e altro di simile, però era da un po’ che non facevo ascoltare al pubblico canzoni nuove e così, durante la pandemia, sono stato costretto come tutti a spegnere i riflettori sul palcoscenico e mi sono rimesso a lavorare su canzoni che avevo lasciato nel cassetto.
 
È stato anche un lavoro registrato a distanza questo, vero?
Vero, ed è stata una cosa nuovissima per me. È venuto fuori un lavoro particolare, perché mentre registravamo i nostri interlocutori erano in giro per l’Italia. Ho lavorato col mio amico Davide Belviso che ha curato l’arrangiamento di quasi tutti i brani e i musicisti coinvolti ci mandavano man mano i file delle parti varie: un pianoforte è venuto da Milano, dalla Puglia è arrivata una batteria ecc. Un lavoro tutto a distanza, ma che mi ha reso felice in un periodo in cui c’erano pochi motivi per esserlo.
 
Con i Lovesick Duo, ospiti in Mentre sprofondi e bruci, immagino invece vi siate incontrati direttamente in studio, essendo anche loro bolognesi.
Certo, loro sono amici e hanno registrato in studio con me, hanno anche un po’ arrangiato il brano insieme a Davide Belviso e tra l’altro sono anche gli autori del videoclip di Mentre sprofondi e bruci, uscito in questi giorni, in cui è protagonista Saverio Mazzoni, che è anche voce narrante del pezzo:
 
 

 
Tra i brani più interessanti del tuo nuovo album c’è anche il singolo precedente, Chagall.
Quello è un brano che ho realizzato con un grande autore come Gino De Stefani per uno spettacolo di teatro-canzone di qualche anno fa, che abbiamo ripreso e riarrangiato.
Sono molto legato a Chagall perché mi ricorda le favole che ascoltavo da bambino: mia mamma metteva su questi 45 giri per far addormentare me e mia sorella; a un certo punto si apriva questo mondo fatato e io notavo che gli eroi o volavano oppure facevano grandi balzi. Poi ho scoperto da adulto che Calvino aveva compiuto uno studio sulle favole e aveva scoperto che appunto moltissimi eroi avevano questi poteri perché si elevavano dalla terra per staccarsi dalla fatica, dalle sofferenze e dal dolore quotidiano. Un autore come Chagall è un artista che adoro per i colori, per la poesia del suo tratto e perché fa proprio volare i protagonisti come quelli delle favole. E allora ho pensato che, nel momento in cui il mondo era martoriato dalle morti a causa del virus, riprendere questo brano fosse utile almeno per i sogni e per la speranza.
 
Siamo molto vicini al 25 aprile e a questo proposito nel tuo nuovo lavoro c’è un brano che si intitola Lettera di un condannato a morte della Resistenza.
Sì, l’ho scritto con Daniele Furlati, autore di colonne sonore per il cinema insieme a Marco Biscarini, e che ha ottenuto numerosi riconoscimenti. Lui ha composto la musica per un mio testo scritto anni fa dopo aver letto un libro di testimonianze delle vittime dei nazisti che prima di salire sul patibolo scrivevano ai loro cari delle lettere struggenti. Quindi, in questo periodo in cui si parlava, anzi si straparlava di “dittatura sanitaria”, ho voluto ricordare che cos’era la vera dittatura e cosa è costata a chi aveva un pensiero diverso; ci sono state persone che hanno dato la vita perché noi potessimo essere liberi di pensare e di scrivere quello che vogliamo. C’è un filo rosso che collega questo brano agli altri del disco: un senso di fiducia nel futuro… ne avevo bisogno io e spero che venga restituito lo stesso stato d’animo che ho a chi ascolta.
 
Bene. La copertina è un omaggio a Escher?
Esattamente! Ho chiesto a Marco Mioli e alla sua compagna Barbara Guarino che sono grafici di costruire qualcosa che ricordasse la pittura di Escher perché è l’incomprensione, la difficoltà… ti senti sempre chiuso dentro una scatola, ci sono queste scale che non portano a un’uscita e poi però c’è questo aquilone che alla fine trova l’uscita verso qualcosa di bello, l’azzurro del cielo che si vede in copertina. Seguiamo il filo dell’aquilone e alla fine ce la facciamo.
 
Prossime presentazioni o live in programma?
Gli spettacoli che porto in giro e che finalmente riprendono sono tanti! Tutte le date aggiornate sono all’interno del mio sito! Partirò con le repliche di Canta che ti passa ! E se non ti passa comunque stai meglio, è l’undicesimo anno che faccio Fred Buscaglione (Sono Fred, dal whisky facile, ndr), poi a ottobre faremo di nuovo Rabagliati (Quando canta Rabagliati !, ndr). A fine settembre ci sarà uno spettacolo per i miei 60 anni di cui 30 nella musica e soprattutto Alessandro Vanoli sta scrivendo il testo di teatro-canzone per lo spettacolo dedicato a Il Sentimento Prevalente.
 

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