Il primo film musicale multietnico della storia del cinema per un’Orchestra multietnica. Questo è in breve Il Flauto Magico Di Piazza Vittorio, pellicola grazie alla quale l’Orchestra Di Piazza Vittorio ha vinto il David di Donatello 2020 come “Miglior Musicista”. L’Orchestra festeggia questo importante riconoscimento, nonché i 18 anni di attività, pubblicando in cd e in digitale la colonna sonora del film, Il Flauto Magico Di Piazza Vittorio – Original Soundtrack.
Dal punto di vista musicale si tratta di una riscrittura in chiave contemporanea dell’Opera mozartiana, venuta alla luce con l’ausilio delle varie culture che convivono all’interno dell’Orchestra: un lavoro cantato in ben otto lingue diverse in cui strumenti di diverse tradizioni, tra cui kora o tabla, si aggiungono a quelli tipici dell’orchestra classica o ad altri più moderni per dare vita a una commistione di generi tra cui jazz, pop, reggae, musica classica e folk.
La colonna sonora è firmata da Leandro Piccioni e Mario Tronco, vede alla produzione artistica Pino Pecorelli e ospita al suo interno Petra Magoni, Fabrizio Bentivoglio e Violetta Zironi, i quali hanno impersonato rispettivamente alcuni celebri personaggi dell’Opera, la Regina della notte, Sarastro e Pamina.
Piazza Vittorio è la Piazza dell’Esquilino di Roma, dove tante etnie convivono e dove ha vissuto per anni anche uno dei fondatori dell’Orchestra, Mario Tronco. Ancora oggi l’attività stessa dell’Orchestra prosegue con oltre 100 musicisti provenienti da ogni parte del mondo e da ambiti musicali differenti, e ancora oggi il suo messaggio è sempre più attuale, come ha avuto modo di spiegarci Pino Pecorelli nella nostra intervista, che inizia ovviamente da qualche curiosità in più su Il Flauto Magico Di Piazza Vittorio – Original Soundtrack.
Com’è nata questa riscrittura de Il Flauto Magico di Mozart? È nata prima ancora del film, giusto?
Sì, viene da lontano. C’è uno spettacolo teatrale, Il Flauto Magico Secondo L’Orchestra Di Piazza Vittorio, che abbiamo portato in scena per circa dieci anni in Italia e in Europa. Quello è stato il nostro primo tentativo di reinterpretare a suo tempo e in chiave world music l’opera mozartiana. L’idea è nata nel 2007 da una suggestione di Daniele Abbado (regista teatrale e televisivo, figlio del direttore d’orchestra Claudio Abbado, e all’epoca direttore artistico della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, ndr); Mario Tronco e Leandro Piccioni l’hanno colta rivestendo le melodie di Mozart di un suono contemporaneo e trattando la partitura come se fosse tramandata di bocca in bocca, e chiaramente, come succede per le storie tramandate oralmente, il narratore cambia di volta in volta e di conseguenza le vicende narrate si modificano nel tempo, così come qui si è modificata la musica, che rimane comunque riconoscibile e rispettosa dell’opera originale.
Da lì poi c’è stato questo interesse della Paco Cinematografica di realizzare un film, per il quale l’Orchestra ha fornito il suo contributo con la colonna sonora: un film multietnico e in cui i musicisti dell’Orchestra diventano attori… ed eccoci qui!
In questa colonna sonora si possono ascoltare anche alcune composizioni originali di Leandro Piccioni che vanno ad integrare la vostra rilettura dell’opera mozartiana. Un’esigenza cinematografica?
È stata anche un’esigenza cinematografica, ma nello spettacolo teatrale c’era già tanta musica originale composta per l’occasione dai musicisti dell’Orchestra. Qui, accanto a quel materiale musicale che è stato rivisto per l’occasione e accanto al corpus centrale che è rimasto lo stesso, Leandro Piccioni ha composto una colonna sonora originale di impostazione mozartiana in modo da poter commentare e accompagnare il film in alcuni momenti e in modo che il tutto diventasse una vera e propria colonna sonora per come ognuno di noi è portato a considerarla ogni volta che parliamo di cinema.
Ve l’aspettavate la vittoria del David Di Donatello 2020 come “Miglior Musicista”?
Assolutamente no. Per noi essere in cinquina era già motivo di grande soddisfazione, ma vincere il David, anche se in un anno così difficile, ci ha reso felici, perché è stato premiato il tanto amore che dedichiamo al nostro lavoro. Tengo a precisare che la colonna sonora è interamente autoprodotta, quindi si tratta di un lavoro artigianale vero e proprio, e questo è un riconoscimento che premia l’Orchestra anche per il percorso fatto fino ad oggi.
In cosa è ancora attuale Il Flauto Magico di Mozart e in che modo avete cercato di renderlo attuale con l’Orchestra?
È ancora attuale nella forza dell’amicizia che racconta, nel legame umano che c’è proprio alla base della storia. Tamino e Papageno si scoprono amici e cercano di risolvere una questione di soprusi e di inganni connessa alla gestione del potere: è una storia quanto mai attuale. Nella nostra declinazione è l’idea che le donne protagoniste possano modificarne in maniera positiva la storia e in particolare è Pamina che nella nostra storia riesce a far dialogare questi due personaggi, La regina della notte e Sarastro, affinché depongano le loro armi e trovino una strada per la condivisione. In qualche modo si racconta di una società in cui l’uguaglianza tra gli uomini e la fratellanza devono essere alla base della convivenza civile.
Cosa rappresenta o come si è evoluto il messaggio dell’Orchestra oggi?
Io trovo che il messaggio dell’Orchestra sia ancora più attuale rispetto a quando abbiamo cominciato. Oggi diamo per scontato che esista l’immigrazione, ne sentiamo parlare in tv, sui giornali o sui social e l’immigrato è accostato sempre a qualcosa di negativo: l’immigrato è accostato sempre al terrorismo, all’invasione, al dolore, allo sfruttamento…
Noi invece ci battiamo da anni affinché la narrazione sia anche in senso positivo perché bisogna considerare le persone a prescindere dalla loro provenienza geografica, evitando ogni volta la peggiore retorica possibile. Piazza Vittorio e l’Orchestra rappresentano un esempio riuscito di condivisione e di lavoro, soprattutto perché grazie al lavoro svolto negli anni con l’Orchestra diversi musicisti sono riusciti ad ottenere la cittadinanza italiana. Questo per noi è ancora oggi il motivo principale su cui impostiamo il nostro percorso, al di là delle motivazioni artistiche, sempre consapevoli peraltro del fatto che mischiare le culture produce inequivocabilmente bellezza.
Dal punto di vista artistico state preparando qualcosa di nuovo?
Beh, da anni lavoriamo all’adattamento dell’Opera da Tre Soldi di Brecht, storia che sentiamo molto vicina a noi. Era uno degli obiettivi di lavoro di quest’anno, ma ovviamente ci siamo dovuti fermare per il Covid: noi viviamo della necessità di stare insieme e questo, come si sa, in questo momento non è possibile.
Ad ogni modo in questo periodo prosegue comunque la scrittura di materiale originale per il prossimo disco di canzoni.
Dal punto di vista musicale si tratta di una riscrittura in chiave contemporanea dell’Opera mozartiana, venuta alla luce con l’ausilio delle varie culture che convivono all’interno dell’Orchestra: un lavoro cantato in ben otto lingue diverse in cui strumenti di diverse tradizioni, tra cui kora o tabla, si aggiungono a quelli tipici dell’orchestra classica o ad altri più moderni per dare vita a una commistione di generi tra cui jazz, pop, reggae, musica classica e folk.
La colonna sonora è firmata da Leandro Piccioni e Mario Tronco, vede alla produzione artistica Pino Pecorelli e ospita al suo interno Petra Magoni, Fabrizio Bentivoglio e Violetta Zironi, i quali hanno impersonato rispettivamente alcuni celebri personaggi dell’Opera, la Regina della notte, Sarastro e Pamina.
Piazza Vittorio è la Piazza dell’Esquilino di Roma, dove tante etnie convivono e dove ha vissuto per anni anche uno dei fondatori dell’Orchestra, Mario Tronco. Ancora oggi l’attività stessa dell’Orchestra prosegue con oltre 100 musicisti provenienti da ogni parte del mondo e da ambiti musicali differenti, e ancora oggi il suo messaggio è sempre più attuale, come ha avuto modo di spiegarci Pino Pecorelli nella nostra intervista, che inizia ovviamente da qualche curiosità in più su Il Flauto Magico Di Piazza Vittorio – Original Soundtrack.
Com’è nata questa riscrittura de Il Flauto Magico di Mozart? È nata prima ancora del film, giusto?
Sì, viene da lontano. C’è uno spettacolo teatrale, Il Flauto Magico Secondo L’Orchestra Di Piazza Vittorio, che abbiamo portato in scena per circa dieci anni in Italia e in Europa. Quello è stato il nostro primo tentativo di reinterpretare a suo tempo e in chiave world music l’opera mozartiana. L’idea è nata nel 2007 da una suggestione di Daniele Abbado (regista teatrale e televisivo, figlio del direttore d’orchestra Claudio Abbado, e all’epoca direttore artistico della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, ndr); Mario Tronco e Leandro Piccioni l’hanno colta rivestendo le melodie di Mozart di un suono contemporaneo e trattando la partitura come se fosse tramandata di bocca in bocca, e chiaramente, come succede per le storie tramandate oralmente, il narratore cambia di volta in volta e di conseguenza le vicende narrate si modificano nel tempo, così come qui si è modificata la musica, che rimane comunque riconoscibile e rispettosa dell’opera originale.
Da lì poi c’è stato questo interesse della Paco Cinematografica di realizzare un film, per il quale l’Orchestra ha fornito il suo contributo con la colonna sonora: un film multietnico e in cui i musicisti dell’Orchestra diventano attori… ed eccoci qui!
In questa colonna sonora si possono ascoltare anche alcune composizioni originali di Leandro Piccioni che vanno ad integrare la vostra rilettura dell’opera mozartiana. Un’esigenza cinematografica?
È stata anche un’esigenza cinematografica, ma nello spettacolo teatrale c’era già tanta musica originale composta per l’occasione dai musicisti dell’Orchestra. Qui, accanto a quel materiale musicale che è stato rivisto per l’occasione e accanto al corpus centrale che è rimasto lo stesso, Leandro Piccioni ha composto una colonna sonora originale di impostazione mozartiana in modo da poter commentare e accompagnare il film in alcuni momenti e in modo che il tutto diventasse una vera e propria colonna sonora per come ognuno di noi è portato a considerarla ogni volta che parliamo di cinema.
Ve l’aspettavate la vittoria del David Di Donatello 2020 come “Miglior Musicista”?
Assolutamente no. Per noi essere in cinquina era già motivo di grande soddisfazione, ma vincere il David, anche se in un anno così difficile, ci ha reso felici, perché è stato premiato il tanto amore che dedichiamo al nostro lavoro. Tengo a precisare che la colonna sonora è interamente autoprodotta, quindi si tratta di un lavoro artigianale vero e proprio, e questo è un riconoscimento che premia l’Orchestra anche per il percorso fatto fino ad oggi.
In cosa è ancora attuale Il Flauto Magico di Mozart e in che modo avete cercato di renderlo attuale con l’Orchestra?
È ancora attuale nella forza dell’amicizia che racconta, nel legame umano che c’è proprio alla base della storia. Tamino e Papageno si scoprono amici e cercano di risolvere una questione di soprusi e di inganni connessa alla gestione del potere: è una storia quanto mai attuale. Nella nostra declinazione è l’idea che le donne protagoniste possano modificarne in maniera positiva la storia e in particolare è Pamina che nella nostra storia riesce a far dialogare questi due personaggi, La regina della notte e Sarastro, affinché depongano le loro armi e trovino una strada per la condivisione. In qualche modo si racconta di una società in cui l’uguaglianza tra gli uomini e la fratellanza devono essere alla base della convivenza civile.
Cosa rappresenta o come si è evoluto il messaggio dell’Orchestra oggi?
Io trovo che il messaggio dell’Orchestra sia ancora più attuale rispetto a quando abbiamo cominciato. Oggi diamo per scontato che esista l’immigrazione, ne sentiamo parlare in tv, sui giornali o sui social e l’immigrato è accostato sempre a qualcosa di negativo: l’immigrato è accostato sempre al terrorismo, all’invasione, al dolore, allo sfruttamento…
Noi invece ci battiamo da anni affinché la narrazione sia anche in senso positivo perché bisogna considerare le persone a prescindere dalla loro provenienza geografica, evitando ogni volta la peggiore retorica possibile. Piazza Vittorio e l’Orchestra rappresentano un esempio riuscito di condivisione e di lavoro, soprattutto perché grazie al lavoro svolto negli anni con l’Orchestra diversi musicisti sono riusciti ad ottenere la cittadinanza italiana. Questo per noi è ancora oggi il motivo principale su cui impostiamo il nostro percorso, al di là delle motivazioni artistiche, sempre consapevoli peraltro del fatto che mischiare le culture produce inequivocabilmente bellezza.
Dal punto di vista artistico state preparando qualcosa di nuovo?
Beh, da anni lavoriamo all’adattamento dell’Opera da Tre Soldi di Brecht, storia che sentiamo molto vicina a noi. Era uno degli obiettivi di lavoro di quest’anno, ma ovviamente ci siamo dovuti fermare per il Covid: noi viviamo della necessità di stare insieme e questo, come si sa, in questo momento non è possibile.
Ad ogni modo in questo periodo prosegue comunque la scrittura di materiale originale per il prossimo disco di canzoni.