12/11/2015

Baustelle, Roma Live!

Intervista alla band senese in vista della pubblicazione del suo primo album live dopo 15 anni di carriera: «Un bilancio senza nostalgia»
Verrà pubblicato domani, venerdì 13 novembre, Roma Live! (Warner Music Italy), il primo album dal vivo dei Baustelle registrato nel corso di tre concerti tenutisi tra il 2013 e il 2014 a Roma – alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica, all’ex-Mattatoio di Testaccio e all’Auditorium della Conciliazione – con tre diverse formazioni: orchestra sinfonica, sezione fiati e quartetto d’archi.
In scaletta diversi brani che hanno segnato la storia del gruppo senese e le cover di Signora ricca di una certa età, versione in italiano di Lady Of A Certain Age dei Divine Comedy, e Col tempo di Léo Ferré.
Abbiamo incontrato Francesco Bianconi e Rachele Bastreghi che ci hanno parlato di questo progetto, del quale verrà realizzata anche una versione in LP doppio vinile 180 grammi a tiratura limitata e numerata.
 
Come mai un album live dopo 15 anni di carriera? Perché ne avete sentito l’esigenza ora e non prima?
Francesco Bianconi: È collegato alla tournée di Fantasma (Warner Music Italy, 2013, ndr), disco basato su orchestrazioni anche di tipo sinfonico. Nella prima tranche del tour avevamo suonato con un’orchestra di 40 elementi e avevamo deciso di registrare tutto senza pensare di farne un disco live. Volevamo semplicemente testimoniare questo evento, in fondo quando ci sarebbe capitato di nuovo? Riascoltandolo ci siamo resi conto della bellezza del materiale e abbiamo scelto di renderlo disponibile a tutti. È anche una sorta di regalo per il nostro pubblico; e poi non avevamo mai realizzato un disco live. La somma di tutti questi fattori ha fatto sì che fosse adesso il momento giusto.
 
È stata anche l’occasione per tracciare un bilancio dei Baustelle?
F.B.: È inevitabile farlo. Il disco live è composto da brani del passato, per cui già solo l’ascolto della registrazione e la scelta dei pezzi da inserire ti fa pensare a com’eri quando li hai scritti. Un bilancio piacevole comunque, senza nostalgie.
 
Siete soddisfatti di quel che siete diventati, quindi.
Rachele Bastreghi: Sono contenta di essere cresciuta, il tempo ha dato i suoi frutti anche se non sono visibili agli altri.
F.B.: L’invecchiamento fa bene, sono veri i proverbi come “Gallina vecchia fa buon brodo“. Mi reputo migliore ora di quando avevo 20 anni e vorrei rendere perpetua questa mia fase.
 
Le registrazioni del disco sono avvenute a Roma in location diverse. Perché questa scelta?
F.B.: L’unità è solo geografica: sono tre diversi concerti romani montati come se fosse uno solo. Il risultato di questa costruzione è uno show inedito. A me piace, penso che anche per il pubblico che non ci segue possa essere un buon modo per conoscere i Baustelle. Non è un best of, ma raccoglie in maniera sensata tante canzoni significative. È una buona chiave di accesso al nostro mondo.
 
Su che basi avete selezionato i brani?
F.B.: Non aveva senso inserire troppe canzoni di Fantasma, anche perché erano uguali alle versioni dell’album, per cui abbiamo privilegiato il resto della nostra discografia. Abbiamo tenuto conto anche dell’esecuzione: non tutto riesce alla perfezione durante un concerto. Infine, quello che ci ha emozionato di più riascoltandolo.
R.B.: Nel disco ci sono due anime: una più luminosa e una più scura.
F.B.: Nella versione in vinile il primo disco è il giorno, fatto di canzoni più rock, il secondo è composto da ballad e brani sinfonici, più notturni.
 
Non mancano le hit, come Charlie fa surf, con cui avete dichiarato di avere un rapporto difficile.
F.B.: Devi fare i grandi classici, il pubblico li chiede e hai la responsabilità di suonare i pezzi con cui molti ti hanno conosciuto. A volte però scoccia suonarli sempre e vorresti mettere altre canzoni in scaletta. Il compromesso classico è suonarli dando loro dei vestiti nuovi, così che sembrino canzoni quasi inedite.
 
La copertina del disco, opera dello studio artistico e grafico Malleus, è insolita per un album live e richiama da vicino quelle degli album psichedelici degli anni ’60…
F.B.: A me non piacciono le copertine dei dischi live, sono sempre foto del concerto che ritraggono l’artista sul palco e il pubblico in delirio: un cliché. Inserire l’elemento dell’illustrazione ha risolto il problema, e sono stati bravi loro disegnando queste due ragazze che sembrano sedute sul prato a un festival rock. In questo modo si evoca il live senza però spiattellarlo nella sua forma più trita e ritrita.
 
Rachele, com’è stato il rientro nel gruppo dopo l’esperienza solista dell’EP Marie, pubblicato all’inizio di quest’anno? È cambiato l’approccio al lavoro con i tuoi compagni di band?
R.B.: In realtà ancora non sono rientrata, sto bussando ma nessuno mi apre (ride, ndr). Non abbiamo ripreso a scrivere, ma penso non ci saranno problemi, anzi ho ancora più voglia di condividere il lavoro con loro e mi sento molto energica per il prossimo album.
 
Avete già qualche idea a tal proposito?
F.B.: Sappiamo cosa non vogliamo. Credo che Fantasma sia il disco più bello che abbiamo fatto, e dopo quel lavoro sono entrate dentro di me cose, dal punto di vista compositivo e della scrittura, che non verranno mai cancellate. Allo stesso tempo, mi ha dato un’emozione così grande che ora sento di volermene allontanare.
 
I Baustelle incontreranno i loro fan in tre appuntamenti nelle principali città italiane: lunedì 16 novembre saranno a Firenze presso la Feltrinelli Red in Piazza Repubblica h.18.30; martedì 17 novembre a Milano presso la Feltrinelli  in Piazza Duomo h.18.30 e mercoledì 18 novembre a Roma presso la Feltrinelli in Via Appia h.18.00.

 

 

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