03/01/2024

Le Emozioni Private di Lucio Battisti

Amalia Mancini e la biografia psicologica del grande artista

 

Silenzioso, ermetico, solitario, scontroso, introverso, enigmatico, asociale. È inevitabile, quando si parla di Lucio Battisti, toccare gli aspetti più ombrosi e oscuri della sua vicenda. Aspetti che in alcuni frangenti – dal rifiuto dei concerti all’assenza di interviste – diventano centrali per comprendere la sua figura. Amalia Mancini ha indagato nella personalità del grande artista e con Arcana ha pubblicato Emozioni Private, che in occasione degli 80 anni di Battisti è tornato in libreria in edizione nuova e ampliata. Parliamo con l’autrice.

 

All’ombra dei suoi classici, tra le pieghe del rapporto alchemico con Mogol, Lucio Battisti è stato una figura inquieta, sfuggente, tutta da indagare. Da dove sei partita per costruire la sua “biografia psicologica”?   

La mia ricerca sulla vita di Lucio Battisti è un viaggio di trent’anni che ha avuto inizio nel 1993, quando mi sono recata a Poggio Bustone con l’obiettivo di intervistare tutte le persone che hanno conosciuto da vicino il celebre artista. Ho cercato di tracciare un percorso completo, seguendo Battisti dalle sue origini fino alla sua affermazione come figura di spicco nel panorama musicale italiano.

All’ombra dei suoi classici e tra le pieghe del rapporto alchemico con Mogol, ho scoperto una figura inquieta e sfuggente, una personalità tutta da indagare, introversa, sensibile, timida, enigmatica, solitaria, che studia la psicanalisi per risolvere i suoi problemi personali. Il cuore della mia ricerca è stato costruire la sua ‘biografia psicologica’, partendo da un’analisi approfondita delle sue esperienze di vita, dei momenti chiave della sua carriera e dei rapporti interpersonali che hanno plasmato il suo percorso artistico e intervistando tutte le persone che lo hanno conosciuto più da vicino.

Le interviste a coloro che lo hanno visto nascere, crescere, che lo hanno visto neonato, bambino, adolescente e infine adulto e vip sono state fondamentali per gettare luce sui lati meno conosciuti della sua personalità. Attraverso le testimonianze dirette e gli aneddoti condivisi, ho cercato di dipingere un ritratto dettagliato avvalorato dallo psichiatra Mirabella, mettendo in evidenza le sfumature della sua anima creativa, inquieta e geniale.

In definitiva, la mia ricerca ha coinvolto un approccio olistico alla comprensione di Lucio Battisti, abbracciando non solo la sua produzione musicale ma anche gli elementi più intimi della sua esistenza. Il risultato è una biografia psicologica che spero possa gettare nuova luce su questo iconico artista italiano e sul suo straordinario contributo al mondo della musica.”

 

L’alchimia del verso cantato, per citare il titolo di un eccellente libro di Gianfranco Salvatore, è il succo del binomio Mogol-Battisti. A tuo avviso qual è stato il segreto della combinazione di due personalità così diverse?

Il rapporto alchemico tra Mogol e Lucio Battisti è stato davvero unico nel panorama della musica italiana, caratterizzato da una fusione magica di talento poetico e musicale. La chiave di questa combinazione straordinaria tra due personalità così diverse risiede, a mio avviso, nella complementarità dei loro talenti e nell’affinità creativa che hanno condiviso.

Lucio Battisti, con la sua genialità musicale nel creare arrangiamenti innovativi e melodie coinvolgenti, ha fornito a Mogol uno sfondo sonoro unico e suggestivo. Le sue composizioni hanno trasformato le parole di Mogol in veri e propri capolavori musicali, aggiungendo un elemento di freschezza e originalità. La maestria di Battisti nel combinare elementi musicali diversi, spaziando dal pop al rock progressivo, ha conferito alle canzoni una ricchezza e una complessità senza precedenti, che è avanguardia!

Dall’altra parte, Mogol ha saputo valorizzare al massimo le qualità di Battisti, plasmando parole e metafore che hanno reso le canzoni non solo orecchiabili, ma anche intrise di significato. La sua abilità nel tradurre emozioni complesse e universali in testi coinvolgenti ha fornito a Battisti un terreno fertile per esprimere la sua creatività musicale. Le parole di Mogol hanno toccato corde emotive profonde, trasformando le composizioni di Battisti in vere e proprie esperienze sensoriali.

Il segreto di questa straordinaria collaborazione risiede nella reciproca stima e nella sinergia artistica. Battisti e Mogol hanno lavorato insieme in modo armonioso, ciascuno enfatizzando e valorizzando il contributo dell’altro, creando un corpus musicale che va oltre la somma delle loro singole parti. La diversità delle loro abilità ha arricchito la loro collaborazione, rendendo indelebile il segno della loro influenza sulla storia della musica italiana.

D’altra parte, Battisti ha contribuito con la sua genialità musicale, creando arrangiamenti innovativi e melodie coinvolgenti. La sua abilità nel combinare elementi musicali diversi, spaziando dal pop al rock progressivo, ha conferito alle canzoni una freschezza e originalità senza precedenti. La sua voce unica e la sua maestria nell’interpretare le emozioni trasformavano le parole di Mogol in vere e proprie esperienze sensoriali.

Il segreto di questa alchimia risiede nel rispetto reciproco e nell’apertura alla sperimentazione artistica. Mogol e Battisti hanno lavorato in simbiosi, ciascuno valorizzando le qualità dell’altro e creando qualcosa di più grande della somma di loro due. La diversità delle loro personalità ha aggiunto complessità e profondità alla loro collaborazione, rendendola un fenomeno unico e senza tempo nella storia della musica italiana.

 

Il loro rapporto non è stato solo di collaborazione professionale, ma come tu stessa sottolinei è stata un’amicizia profonda. In questa amicizia uno spazio speciale di condivisione fu la cavalcata ecologica nell’estate del 1970. Che significato ha avuto per i due quell’esperienza?

L’amicizia tra Lucio Battisti e Mogol non si è limitata alla collaborazione professionale, ma ha toccato anche sfere personali, come dimostra la cavalcata ecologica dell’estate del 1970. Quest’esperienza ha rappresentato un capitolo significativo nella loro relazione, lasciando un’impronta indelebile nel tessuto della loro amicizia.

La cavalcata ecologica del 1970 ha avuto un significato profondo per entrambi, poiché è stata un’opportunità per condividere valori comuni legati all’ecologia e alla natura. In un’epoca in cui la consapevolezza ambientale stava emergendo come tema centrale, Battisti e Mogol hanno scelto di impegnarsi in un viaggio che non solo ha simboleggiato il loro impegno per la causa ecologica, ma ha anche creato un legame ancora più saldo tra loro.

L’esperienza della cavalcata ecologica potrebbe essere stata un momento di ispirazione reciproca, in cui Battisti e Mogol hanno trovato nuove prospettive creative e spirituali. Attraverso la connessione con la natura e la condivisione di questa avventura, potrebbero essersi rafforzati gli uni con gli altri, approfondendo la comprensione reciproca e consolidando ulteriormente il legame dell’amicizia.

In definitiva, la cavalcata ecologica rappresenta un capitolo emblematico nella storia dell’amicizia tra Battisti e Mogol, segnando un periodo in cui hanno condiviso non solo il palcoscenico e il lavoro creativo, ma anche ideali, passioni e momenti di crescita personale e artistica. È stata un’esperienza totalizzante, il viaggio a cavallo, da Milano a Roma, seguendo un percorso secondario, su strade poco trafficate. Tra montagna, quella appenninica, e mare Battisti e Mogol hanno cavalcato in lentezza il nostro stivale unendo le due metropoli d’Italia e i due han partorito “Emozioni”, il lavoro che realizzò moltissimo Lucio il quale disse: “Vi ho messo tutta quella tensione intima, quei passaggi bruschi. Sospesi in aria, per esprimere meglio il senso di scoperta, di stupore, di libertà che provammo io e Mogol avventurandoci per prati, colline e fiumi, come se vedessimo la natura per la prima volta”.

 

In alcuni ambienti battistiani sta avanzando l’idea che Lucio sia stato presente nella stesura dei testi. Se non un’ipotesi revisionista, comunque una rilettura degli equilibri interni alla coppia. Secondo te è plausibile che molti testi firmati Rapetti siano in realtà il frutto della penna di Battisti?

La questione della paternità dei testi tra Mogol e Battisti è stata oggetto di speculazioni e discussioni nel corso degli anni. Tuttavia, è importante notare che la vera dinamica della collaborazione tra autore e compositore spesso sfugge alla nostra comprensione completa, poiché coinvolge elementi soggettivi e creativi che possono variare da canzone a canzone.

L’idea che Lucio Battisti abbia avuto un ruolo più attivo nella stesura dei testi di quanto comunemente riconosciuto non può essere né confermata né smentita in modo definitivo, poiché spesso le dinamiche creative sono complesse e sfumate. Alcuni artisti sono noti per avere un coinvolgimento più diretto nella scrittura dei testi delle proprie canzoni, mentre altri preferiscono delegare questa responsabilità ad altri. È plausibile che, in alcune occasioni, Battisti abbia avuto una maggiore influenza nella creazione dei testi, ma senza prove concrete o dichiarazioni ufficiali, rimane una speculazione. La collaborazione artistica è spesso un processo fluido e aperto a interpretazioni diverse.

In ultima analisi, la comprensione di come Mogol e Battisti abbiano lavorato insieme richiede informazioni dettagliate e testimonianze dirette da coloro che erano coinvolti nel processo creativo. Senza tali prove, qualsiasi valutazione sulla paternità dei testi rimane in gran parte basata su supposizioni e interpretazioni personali. Nel mio libro Bobby Solo ed altri collaboratori spiegano il loro modo di comporre.

Alcuni sostenitori dell’ipotesi che Lucio Battisti abbia avuto un ruolo più attivo nella stesura dei testi, indicano la presenza di temi ricorrenti nelle canzoni che potrebbero essere più strettamente legati alla vita e alle esperienze personali di Battisti. Emergono argomenti più intimi, riflessioni profonde sulla vita e relazioni, e temi più personali legati alla natura, che, secondo alcuni, potrebbero rispecchiare in modo più diretto la prospettiva e l’esperienza di Battisti. Senza evidenze concrete o dichiarazioni ufficiali da parte degli stessi artisti o dei loro collaboratori, la questione della paternità dei testi rimane aperta a interpretazioni e dibattiti, e la possibilità che Battisti abbia avuto un ruolo più attivo nella stesura dei testi rimane un’ipotesi che non può essere confermata in modo definitivo.

 

Più longeva, durata fino alla scomparsa di Lucio, è stata la relazione con Grazia Letizia. Anche per loro, la coppia più silenziosa e riservata della musica italiana, ti chiedo qual è stato il collante.

La relazione tra Lucio Battisti e Grazia Letizia è stata nota per la sua longevità e riservatezza, mantenendo una certa discrezione rispetto alla vita privata dei due artisti. Tuttavia, posso offrire alcune possibili riflessioni.

Il collante che potrebbe aver mantenuto la loro relazione per così tanto tempo potrebbe essere basato su diversi elementi. La riservatezza, che hai menzionato, potrebbe indicare un desiderio condiviso di proteggere la loro vita privata e mantenere una sfera personale separata dalla celebrità pubblica di Battisti. Questa scelta di mantenere una certa discrezione potrebbe aver contribuito a una maggiore solidità nella loro relazione.

Inoltre, la condivisione di interessi, valori e obiettivi comuni potrebbe essere stata un elemento fondamentale. La compatibilità su molteplici livelli, come quello personale e artistico, spesso svolge un ruolo chiave nella longevità delle relazioni.

La fiducia reciproca, la comprensione e il sostegno potrebbero essere stati altri fattori importanti. La natura sfuggente di Battisti e la scelta di mantenere un profilo basso potrebbero aver richiesto una base solida di fiducia e comprensione reciproca all’interno della coppia.

In definitiva, il collante tra Lucio Battisti e Grazia Letizia potrebbe derivare da una combinazione di rispetto reciproco, condivisione di valori e obiettivi, fiducia e la scelta consapevole di mantenere la loro vita privata lontana dai riflettori della pubblicità.

 

Grazia e Lucio hanno condiviso il riserbo, la distanza dai riflettori, l’isolamento. Come ti spieghi questa scelta di Lucio che ancora oggi fa discutere?

La scelta di Lucio Battisti di condividere con la moglie Grazia Letizia un riserbo e un isolamento evidenti potrebbe essere stata dettata da diverse ragioni, molte delle quali possono essere soggettive e legate alla sua personalità e alle dinamiche della loro relazione.

La coppia potrebbe aver scelto di isolarsi per proteggere la propria privacy da intrusioni e speculazioni mediatiche. La vita pubblica spesso pone sfide uniche, e il desiderio di mantenere la propria sfera personale al riparo dai riflettori può aver influito sulla decisione di limitare le frequentazioni.

Lucio Battisti potrebbe aver condiviso un forte legame di fiducia e intimità con Grazia Letizia. Limitando le interazioni con altre persone, potrebbero aver cercato di preservare e coltivare la loro relazione in modo esclusivo.

La coppia potrebbe aver voluto mantenere un controllo rigoroso sull’immagine pubblica di Lucio. Limitando le interazioni con altre persone, avrebbero potuto gestire meglio la narrazione che circondava la loro vita privata e soprattutto dedicarsi a 360 gradi alla sua amata ricerca sperimentale. Lucio potrebbe aver scelto una vita più riservata e tranquilla. Il suo isolamento potrebbe essere stato motivato dal desiderio di evitare le dinamiche sociali più complesse che spesso accompagnano la celebrità.

La dichiarazione di Bobby Solo sulla selezione di Grazia delle persone ammesse a frequentare Lucio: “Letizia permetteva a Lucio di frequentare soltanto Pappalardo”, potrebbe riflettere un desiderio di proteggere il cantautore da influenze esterne o potrebbe essere stata una scelta dettata dalle preferenze personali di Lucio stesso.

In definitiva, la scelta di Lucio Battisti di vivere in modo riservato e isolato potrebbe essere stata una combinazione di fattori personali, relazionali e professionali, mirata a preservare la sua privacy e gestire l’impatto della celebrità sulla sua vita quotidiana.

 

Un’altra scelta, ancora più anomala se pensiamo che si trattava di un musicista, è stata quella di non aver fatto concerti. Dieci nel 1969, dieci nel 1970, poi via dai palchi. Un po’ strana come decisione, non trovi?

La decisione di Lucio Battisti di limitare drasticamente il numero di concerti, fermandosi a soli dieci nel 1969 e altri dieci nel 1970, potrebbe apparire come una scelta insolita, specialmente per un musicista di tale calibro. Lo spiega, in una mia intervista riportata su Emozioni Private, Gabriele Lorenzi. Tuttavia, questa decisione potrebbe essere stata motivata da considerazioni profonde legate alla sua visione artistica e alle priorità nella sua carriera.

Lucio Battisti era noto non solo per la sua voce e il suo carisma sul palco, ma anche, ripeto, per la sua dedizione alla sperimentazione musicale e allo studio della chitarra. Questa scelta di limitare i concerti potrebbe essere stata dettata dalla volontà di preservare il tempo necessario per approfondire la sua conoscenza della musica e dedicarsi a esplorazioni sonore più complesse.

Inoltre, potrebbe aver considerato il tour come un impegno significativo che richiedeva tempo ed energie considerevoli. L’attenzione di Battisti era rivolta principalmente alla sua ricerca musicale e alla produzione in studio, dove poteva concentrarsi sulla perfezione dei dettagli e sperimentare con nuove idee senza le limitazioni temporali di una tournée estesa.

 

Pasquale Panella. Personalità sui generis, che ha fatto coppia con Lucio senza formare una coppia, ma partecipando all’azzeramento del monumento Battisti e alla sua ricostruzione. Quanto è stata utile la fase dei dischi bianchi per capire il fenomeno Battisti?

La collaborazione di Lucio Battisti con Pasquale Panella è stata un periodo di pura ricerca sperimentale e avanguardia, caratterizzato da album meno noti rispetto a quelli realizzati con Mogol, ma ricchi di contenuti di elevata complessità artistica.

Pasquale Panella, con la sua personalità unica, un grande poeta e filosofo, ha contribuito a ridefinire il panorama musicale di Battisti senza formare una coppia tradizionale, ma partecipando attivamente all’azzeramento del monumento Battisti e alla sua ricostruzione in nuove forme espressive.

La fase dei “dischi bianchi”, è stata fondamentale per comprendere il fenomeno Battisti in una prospettiva più ampia. Questi lavori hanno rappresentato una svolta significativa verso sonorità più sperimentali, lontane dagli schemi tradizionali della canzone italiana. La collaborazione con Panella ha portato a un’espansione delle possibilità musicali di Battisti, incorporando influenze e stili più audaci.

L’utilità di questa fase è evidente nell’approfondimento della versatilità e dell’evoluzione artistica di Battisti. I “dischi bianchi” hanno offerto un’ulteriore finestra sulla mente creativa del cantautore, esplorando nuovi orizzonti sonori e testuali. Questo periodo ha contribuito a definire il fenomeno Battisti come un artista in continua evoluzione, sempre in cerca di nuove forme espressive.

In sintesi, la fase dei “dischi bianchi” con Pasquale Panella è stata cruciale per comprendere la complessità artistica di Lucio Battisti, portando alla luce nuovi elementi necessari per approfondire la nostra comprensione del suo percorso musicale.

Panella ha apportato un contributo importante nella ridefinizione dell’identità di Battisti attraverso l’introduzione di tematiche filosofiche e la sfida delle convenzioni musicali tradizionali. I testi da loro creati sono veri capolavori che vanno oltre la superficie melodica, offrendo riflessioni profonde sulla vita, la società e la natura umana.

Per comprendere appieno gli album bianchi e apprezzare la complessità dei testi, si potrebbe considerare la lettura dei libri di Panella. Questi testi possono essere una chiave interpretativa, offrendo un contesto più ampio e una comprensione più approfondita delle intenzioni artistiche di Battisti e Panella.

Non dimentichiamo che Lucio divorò trattati di filosofia per poi arrivare a dire: “Mi rendo conto, dopo aver studiato filosofia, che tutto quello che ho fatto finora non è servito a niente” La fusione di musica e filosofia in questa fase della carriera di Battisti non solo rompe con gli schemi tradizionali della canzone italiana, ma offre anche una prospettiva più ampia sulla condizione umana. La lettura dei libri di Panella può aprire porte alla comprensione delle influenze filosofiche dietro i testi, consentendo agli ascoltatori di immergersi completamente nell’esperienza artistica dei “dischi bianchi”.

La lettura dei libri di Panella può essere un modo stimolante per esplorare e comprendere appieno l’arte innovativa e avanguardista presente negli album bianchi.

 

Ultima domanda con ritorno all’inizio: Poggio Bustone. Forse per capire davvero Lucio bisogna andare lì, sentire cosa comunica quel paesino. Cosa ne pensi?

Partendo proprio da Poggio Bustone (al quale ho dedicato un capitolo di Emozioni Private) con la mia ricerca trentennale su Lucio Battisti, ho sperimentato l’importanza cruciale del contesto di questo borgo nella comprensione profonda dell’artista. Poggio Bustone non è solo il luogo di nascita di Battisti, ma sembra comunicare qualcosa di intrinseco alla sua identità e alle sue radici.

Il richiamo a Poggio Bustone diventa pertanto cruciale per comprendere le influenze, le esperienze e il contesto culturale che hanno plasmato la personalità di Lucio Battisti. Ascoltare cosa comunica quel paesino, esplorare la sua atmosfera e interagire con coloro che hanno condiviso la vita con Battisti a me ha fornito una chiave di lettura preziosa per interpretare le sue opere e il suo percorso artistico.

La dimensione locale di Poggio Bustone, con la sua storia, le tradizioni e le relazioni personali di Lucio, può offrire un insight unico che va oltre la narrazione più ampia del mondo della musica. Esplorare il legame tra Battisti e Poggio Bustone può arricchire la nostra comprensione della sua musica, fornendo un quadro più completo delle influenze che hanno contribuito a plasmare il suo talento straordinario.

In sintesi, credo che Poggio Bustone rappresenti un punto di partenza significativo per chi desidera comprendere davvero Lucio Battisti, un luogo che non solo fornisce dettagli sulla sua vita, ma anche un’esperienza sensoriale e culturale che può arricchire la nostra comprensione dell’artista e della sua eredità.

Lucio Battisti - Amalia Mancini - libro

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