“We Are The World: la notte che ha cambiato il pop”, il documentario su Netflix
Un documentario racconta quella famosa nottata in cui 46 star della musica registrarono per beneficenza il famoso brano We Are The World
Dal 29 gennaio è disponibile su Netflix We Are The World: la notte che ha cambiato il pop, documentario diretto da Bao Nguyen, che racconta la nascita e la registrazione di We Are The World, il famoso brano realizzato per beneficenza. Il grande ispiratore di tutta l’idea è il compianto Harry Belafonte. È lui per primo infatti a volere un nuovo singolo, sulla scia di Do They Know It’s Christmas?, per aiutare l’Africa e in particolare l’Etiopia, colpita in quel periodo da una grave carestia.
Oltre alle immagini di repertorio, all’interno del documentario sono presenti anche le testimonianze di alcuni dei protagonisti di quel momento così significativo per la musica e non solo. Bruce Springsteen, Smokey Robinson, Dionne Warwick, Cyndi Lauper e tanti altri ricordano quella lunga session che portò alla realizzazione di We Are The World, ma i racconti principali sono sicuramente quelli di Lionel Richie, co-autore del brano insieme a Michael Jackson: nelle prime battute si sofferma sulla genesi della canzone e sulla riuscita corsa contro il tempo per scrivere soprattutto il testo; We Are The World sarà poi approvata dal produttore Quincy Jones e sarà recapitata, chiaramente in versione demo, ai 46 artisti coinvolti nel progetto.
Viene scelta come data per registrare il 28 gennaio 1985 perché molte delle star che forniscono il loro contributo erano presenti agli American Music Awards, condotti proprio da Lionel Richie, che quell’anno si aggiudica peraltro il prestigioso riconoscimento in più di una categoria. A fine serata si ritrovano tutti agli A&M Studios di Hollywood. Ad attenderli, tra gli altri, ci sono Michael Jackson, che aveva provato il brano per tutto il tempo (inutile dire che erano tutte take buone), e Quincy Jones che mette subito le cose in chiaro, facendo appendere un cartello davanti alla porta d’ingresso dello studio con su scritto “Check Your Ego At The Door”, cioè “Lasciate il vostro ego fuori dalla porta”. Dà una mano a responsabilizzare tutti con un discorso introduttivo Bob Geldof, già tra i fautori di Do They Know It’s Christmas? e, pochi mesi dopo, del Live Aid.
In poco più di un’ora e mezzo si possono osservare altri momenti interessanti di quella particolare nottata, ma la parte più curiosa riguarda senz’altro Bob Dylan. Sembra a disagio in quella situazione, a giudicare dalle inquadrature in studio del video finale, ma in realtà è teso. Ovviamente anche lui come tutti gli altri vuole lasciare con la sua voce una traccia tangibile della sua partecipazione, ma inizialmente non sa come cantare la parte che gli è stata assegnata, finché non interviene Stevie Wonder a tranquillizzarlo in una maniera molto divertente, suonando il brano al pianoforte e imitandolo.
We Are The World è diventato da allora un grande successo mondiale, ha vinto numerosi premi e ha raccolto finora 80 milioni di dollari devoluti in beneficenza per cause umanitarie in Africa.