Sainkho Namtchylak, “Where Water Meets Water: Bird Songs & Lullabies”
Un nuovo album per Sainkho Namtchylak che esplora la fonetica con la sua voce accompagnata soltanto dall’acqua
Sainkho Namtchylak ha da poco pubblicato il suo nuovo album Where Water Meets Water: Bird Songs & Lullabies (Ponderosa Music Records, 2023).
Nessuna delle quattro lingue che sa parlare (tuvan, russo, inglese e tedesco) in questo lavoro, ma solo l’esplorazione della fonetica è qui presente per l’artista originaria di Tuva, una delle repubbliche della Federazione Russa, situata in Siberia centro-meridionale, lungo il confine con la Mongolia.
Sainkho ha inoltre lavorato ancora una volta con il produttore Ian Brennan, vincitore di Grammy. La sua voce come unico strumento qui è accompagnata dall’acqua e ha registrato questo suo nuovo album totalmente in presa diretta/live e senza sovraincisioni in Italia e in luoghi scelti non a caso come ci ha raccontato lei stessa.
Qui le dichiarazioni dell’intervista a Sainkho Namtchylak tradotte in italiano:
“Abbiamo registrato il nuovo album a Venezia e lì nei dintorni sulle isole. Abbiamo registrato al mare, abbiamo registrato di notte prendendo la gondola e poi abbiamo registrato all’interno della stanza, fuori, abbiamo registrato sull’isola dove prima c’era un ospedale psichiatrico, poi abbiamo registrato alcune parti nel cimitero. Quindi è stata un’esperienza molto speciale. Non l’avevo mai fatta prima, per cui è stato molto interessante”.
“È stato difficile all’inizio, perché sono abituata a fare molto e recitare molto e avere molti testi, molte melodie, qui dovevo essere solo io che cantavo dolcemente quasi a me stessa e poi è stato davvero un momento speciale, perché quando ci siamo messi d’accordo che avrei registrato a cappella, da sola, stavo preparando le canzoni ed era già chiaro: vengo dal primo marzo, ma una settimana prima hanno annunciato la guerra… Allora molte cose iniziarono a cambiare ero confusa, ero persa, ero depressa, e ovviamente tutte queste canzoni con i testi non funzionavano, ma lui (il produttore Ian Brennan, ndr) diceva: “No, va bene, fai solo qualcosa di semplice, prendi solo qualche piccolo nucleo melodico e lavoraci, non fare grandi azioni!” E così è venuta fuori ed è davvero un’ottima registrazione, anche se sembra molto molto semplice, ma ha questa atmosfera, ha la mia aura e ha una diversa sensazione di spazio nelle diverse composizioni; puoi davvero percepirlo, è per strada o da qualche parte in un posto molto tranquillo come un cimitero e tutto il resto… quindi è ancora lì nelle registrazioni che sono speciali per Ian”.
“Ho sempre una specie di bozze e ho una specie di struttura, ma dipende dalla situazione, cambia un po’ o a volte cambia molto, quindi dipende dal luogo, molto dipende dalle persone con cui lavoro, dal pubblico, dall’acustica, quindi davvero da concerto a concerto non è mai la stessa cosa, c’è una specie di struttura, ma non è mai la stessa”.
“Al momento l’idea dell’acqua è… molto molto attuale per me, perché sono stata in Asia a dicembre-gennaio e vedo come stanno cambiando le cose Mongolia, ci sono stata 10 anni fa lì e poi ora dopo 10 anni sono tornata di nuovo e i cambiamenti sono grandi ed è drammatico. Mi piace concentrarmi sull’acqua pulita, sull’aria pulita nelle città, in Mongolia e anche in Tuva, perché la natura lì è molto bella, è ancora possibile. L’urbanizzazione è ancora qualcosa di molto nuovo lì, le persone vivono ancora giovani e allegre e non si sono allontanate troppo dalla natura come alcune città moderne come Tokyo, New York o anche Milano. Quindi è possibile ispirarli a trovare l’equilibrio tra la pulizia, mantenendo la natura pulita allo stesso tempo con la modernizzazione, non per fare una modernizzazione veloce, penso che stia andando troppo veloce”.