Who Firenze Rocks 2023

The Who – Firenze Rocks, il report (17.06.2023)

Concerto memorabile degli Who con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino alla Visarno Arena per il Firenze Rocks

 

Sei mesi dopo le trenta date negli Stati Uniti terminate lo scorso novembre e a due giorni dal debutto di Barcellona, è sbarcato sabato 17 giugno a Firenze Rocks il tour europeo 2023 degli Who. C’era tanta attesa (e qualche perplessità) per il ritorno di Pete Townshend e Roger Daltrey in Italia anche perché questa nuova avventura li vedeva affiancati, di volta in volta, da una grande orchestra locale.

Ma, niente paura, se c’è stato qualcuno capace di dare un senso compiuto al complicatissimo mix “musica rock più ensemble sinfonico” questi sono da sempre gli Who.

L’inizio dello show ne è dimostrazione inequivocabile: l’ouverture di Tommy è semplicemente grandiosa grazie anche all’impatto sonoro della meravigliosa Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino che valorizza al massimo la squisita bellezza armonico-melodica della suite.

Per garantirsi una sorta di “controllo qualità”, Townshend e Daltrey hanno affidato la direzione musicale al fido Keith Levenson e scelto di portar con loro la violoncellista americana Audrey Snyder e la strepitosa violinista newyorkese Katie Jacoby.

Il concerto è diviso in tre parti: la prima è uno spettacolare best of di brani tratti da Tommy in cui spiccano una formidabile Amazing Journey, un’imperdibile Pinball Wizard e il favoloso medley See Me Feel Me / Listening To You che ci riporta ai favolosi tempi di Woodstock sul cui palco nell’estate del 1969 gli Who presentarono proprio un estratto di Tommy.

“Suonare con una grande orchestra ci dà sensazioni fantastiche”, ha commentato Pete Townshend, apparso di ottimo umore e in grande forma fisica e artistica. Ma, ha aggiunto “ti costringe a una grande disciplina… e noi siamo una band di indisciplinati”.

E così, dopo una sontuosa versione di Who Are You? e dopo aver congedato momentaneamente l’orchestra, gli Who hanno dato vita a un set “indisciplinato” e molto rock con You Better You Bet, Substitute e l’immancabile, trascinante e potentissima Won’t Get Fooled Again a chiudere il tutto.

La terza e ultima parte  ha visto il ritorno sul palco dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino per un magnifico omaggio a Quadrophenia con la suite The Rock a farla da padrone e una intensa Love Reign O’er Me a emozionare il pubblico.

Il tempo di presentare la band, nella quale spicca il drumming prodigioso di Zak Starkey, il figlio di Ringo che da piccolo ricevette in regalo da Keith Moon una batteria giocattolo, e lo spettacolare classico Baba O’Riley chiude un concerto memorabile, probabilmente il migliore degli Who negli ultimi 15 anni.

Rispettivamente a 79 e 78 anni suonati, Daltrey e Towshend non se la sono sentita di riproporre il loro primo successo, My Generation, nel quale cantavano che sarebbe stato meglio morire prima di diventare vecchi.

Ma vedendoli di nuovo sul palco, tonici, concentrati e felici, siamo felici di essere parte della loro generazione che è poi la nostra generazione.

Quella cioè di tanti privilegiati orgogliosi di essere contemporanei di queste straordinarie eccellenze artistiche della razza umana.

joni mitchell - at newport

Joni Mitchell, primo vero concerto dopo 23 anni (e a luglio esce il live di Newport)

Dopo l’esibizione a sorpresa a Newport nel 2022 qualche giorno fa Joni Mitchell ha tenuto un vero e proprio concerto

 

Dopo l’aneurisma cerebrale che l’ha colpita nel 2015 sembrava impossibile rivederla su un palco, ma dopo il suo ritorno a sorpresa nel 2022 al Newport Folk Festival, Joni Mitchell ha tenuto un vero e proprio concerto. L’occasione è stata quella dello scorso 10 giugno al Gorge Amphitheatre di George, nello stato di Washington.

 

Tanti i classici in scaletta come Big Yellow Taxi, A Case of You, Both Sides Now e altri, ma anche cover, come ad esempio Summertime.

Sul palco con Joni Mitchell sono saliti anche tanti ospiti, a partire dall’amica Brandi Carlile, che l’ha portata a Newport lo scorso anno, e poi Annie Lennox, Marcus Mumford e tanti altri.

 

Questa la scaletta del live:

Big Yellow Taxi
Night Ride Home
Raised on Robbery (con Celisse Henderson)
Come in From the Cold (con Taylor Goldsmith)
Amelia (con Blake Mills)
Carey
Sex Kills (con Celisse Henderson)
Summertime – Cover di George Gershwin (con Ben Lusher)
Ladies of the Canyon
(con Annie Lennox)
Help Me (con Celisse Henderson)
Where There’s A Will There’s A Way
Love Potion No. 9 – Cover di The Clovers
A Case of You (con Marcus Mumford)
A Strange Boy (con Wendy & Lisa)
Cactus Tree (con Lucius)
California (con Marcus Mumford)
Blue (con Sarah McLachlan)
Why Do Fools Fall in Love – Cover di Frankie Lymon & The Teenagers
Shine (con Brandi Carlile)
Both Sides Now
The Circle Game

 

Bis:

Just Like This Train
If
Young At Heart – Cover di Frank Sinatra (con Allison Russell)

 

 

Infine l’esibizione dell’anno scorso al Newport Folk Festival diventerà un nuovo album live di Joni Mitchell che si intitolerà At Newport e che sarà disponibile dal prossimo 28 luglio in digitale, CD e doppio vinile.

Pink Floyd - 50 anni The Dark Side Of The Moon

Pink Floyd, a settembre il documentario “The Dark Side Of The Moon 50th Ningaloo Eclipse”

In arrivo a settembre un documentario su una particolare esperienza di pochi fan per i 50 anni di The Dark Side Of The Moon dei Pink Floyd

 

Le celebrazioni per i 50 anni di The Dark Side Of The Moon dei Pink Floyd non sono finite e stavolta proseguono grazie a un documentario.

Oltre al cofanetto speciale, ai nuovi videoclip e allo spettacolo nei planetari, aveva fatto molto parlare di sé infatti l’evento esclusivo tenutosi lo scorso 20 aprile in Australia. In quell’occasione otto fortunatissimi fan della band inglese erano stati selezionati per partecipare ad un’esperienza immersiva senza precedenti: l’ascolto del disco in contemporanea ad una vera e propria eclissi totale.

Su una spiaggia del Ningaloo Marine Park (Nyinggulu), dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, a Exmouth, sulla punta del Capo Nord Ovest nell’Australia occidentale, i fortunati fan vincitori di un concorso organizzato ad hoc avevano così ascoltato l’intero LP nel mentre in cui il sole veniva completamente oscurato dalla luna, proprio sulle battute di chiusura di Eclipse, sui versi “But the sun is eclipsed by the moon…” (“Ma il sole è eclissato dalla luna…”), appositamente sincronizzati per allinearsi con il momento straordinario dell’eclissi totale. Proprio nelle scorse ore sulle pagine social dei Pink Floyd è uscito il secondo teaser trailer di un documentario interamente dedicato all’esperienza vissuta da quella manciata di fortunatissime persone che uscirà a settembre.

Non sarà propriamente la stessa cosa, ma almeno anche chi non ha potuto assistere al magico incastro di musica e astronomia potrà emozionarsi davanti alle immagini video di quell’istante.

 

Qui di seguito si può vedere il primo teaser trailer:

 

Questo, infine, è invece il secondo teaser trailer del documentario The Dark Side Of The Moon 50th Ningaloo Eclipse:

Giovanni Baglioni - Miraggio - Live - Jam TV

Giovanni Baglioni – Miraggio (Live)

Giovanni Baglioni dal vivo negli studi di Jam TV ci fa ascoltare con la sua chitarra acustica Miraggio, brano tratto dal suo nuovo album Vorrei bastasse

 

Miraggio è il brano che ci ha suonato Giovanni Baglioni con la sua chitarra acustica negli studi di Jam TV. Miraggio è una delle otto tracce inedite del suo nuovo album Vorrei bastasse (G. Baglioni/Self), uscito lo scorso 24 marzo. Il lavoro è stato pubblicato a più di dieci anni di distanza dal disco precedente Anima Meccanica ed esalta le sue doti tecniche e compositive.

 

Vorrei bastasse, fin dalla scelta del titolo, è testimonianza di un sentimento di inquietudine che ha accompagnato l’artista. Da un lato il peso delle aspettative che ha percepito e che lo hanno a tratti scoraggiato e fatto dubitare della scelta del proprio percorso di vita. Dall’altro il malcontento e l’amarezza per un mondo che sembra interessarsi sempre meno all’essenza in favore dell’apparenza, che brama i personaggi perché la musica sembra bastare sempre meno. Questa lotta emotiva si è risolta così come lui stesso racconta: “Vorrei bastasse è un atto liberatorio, col tempo ho dovuto riconoscere che la musica è il linguaggio che più mi parla e mi emoziona; ho tentato più volte di allontanarla ma alla fine ha vinto lei, e mi sono dovuto dolcemente arrendere al fatto che sia la mia strada”.

 

Giovanni Baglioni è uno dei nomi più interessanti ed originali nel panorama della chitarra acustica solista contemporanea. Virtuoso dello strumento, si approccia alla chitarra in maniera spettacolare spaziando dal sapiente utilizzo del tapping, all’impiego di accordature alternative, agli armonici artificiali, all’utilizzo percussivo dello strumento, e ad una minuziosa ricerca polifonica e timbrica. A partire dal 2006 ha iniziato ad esibirsi dal vivo attingendo al repertorio di importanti esponenti della chitarra acustica solista quali Tommy Emmanuel, Michael Hedges, Pierre Bensusan, Erik Mongrain, Preston Reed, Andy McKee, Maneli Jamal, Justin King e conquistando presto un proprio appuntamento fisso nello storico The Place di Roma. Ha partecipato ai più importanti festival italiani di chitarra acustica (Soave, Sarzana) e al Canadian Guitar Festival. Nel 2009 ha pubblicato il suo primo disco dal titolo Anima Meccanica, cui hanno fatto seguito diversi tour di successo e grande consenso sul territorio italiano. Si è esibito in numerosi concerti da solista in locali, teatri, auditorium, jazz club tra i più prestigiosi (Blue Note di Milano, Salone Margherita, Alexanderplatz a Roma, FolkClub di Torino, teatro Geox di Padova). Ha collaborato in diversi progetti musicali con importanti artisti: guest star di Mario Biondi nel disco If, e in Spazio Tempo Tour; ospite solista e arrangiatore in numerosi tour di Claudio Baglioni; ha incrociato la chitarra con il sassofono di Stefano Di Battista; ha registrato un proprio brano con il pluripremiato chitarrista classico Flavio Sala nel disco De la Buena Onda. Ha partecipato al progetto Da Manhattan a Cefalù del pianista jazz Santi Scarcella. Ha condiviso il palco con Nicola Piovani, Simone Cristicchi, Mario Venuti, Pier Cortese, Filippo Graziani. Ha intrecciato la sua musica anche con altre forme d’arte, il teatro, la danza, la scrittura fra i quali: lo spettacolo Tra Schiaffo e Carezzaintrecci di parole e musica con il compianto scrittore Pino Roveredo, il progetto Arrivederci Fratello Mare di Erri De Luca, lo spettacolo METAmorfosi, commistione di arti, con Vinicio Marchioni e Walter Savelli, lo spettacolo Note di Cioccolata con Paolo Triestino.

Dimitri Grechi Espinoza - Love is a losing game

Dimitri Grechi Espinoza e il suo sax solo in “Love is a losing game”

Love is a losing game è il brano di Amy Winehouse, ma è anche il titolo del nuovo album di Dimitri Grechi Espinoza in cui rende omaggio ai suoi standard jazz preferiti

 

Si intitola Love is a losing game il nuovo album di Dimitri Grechi Espinoza. Il sassofonista, nato a Mosca nel 1965, ma che vive già dall’inizio degli anni ’70 a Livorno, ha voluto rendere omaggio ad alcuni dei suoi standard jazz preferiti, partendo però dal famoso brano di Amy Winehouse, che peraltro dà anche il titolo all’intero lavoro.

Espinoza ha registrato il suo sax solo per questo album, poi remixato da Ponderosa Music Records, nell’agosto 2022 all’interno della Cisterna Romana degli scavi archeologici Enrico Fiumi di Volterra, sfruttando così il riverbero naturale del luogo e proseguendo in qualche modo la sua ricerca sul suono e sul suo significato spirituale.

 

 

Il 1998 è l’anno in cui Dimitri Grechi Espinoza fonda il gruppo di ricerca musicale Dinamitri Jazz Folklore collaborando con la compagnia congolese Yela wa nell’ambito della musica di guarigione Kongo. Allo stesso tempo, attraverso il suo progetto di sax solo Oreb si dedica allo studio del rapporto tra suono, spazio-sonoro e sul suo significato spirituale, contribuendo così al riportare la musica alla sua originaria funzione di “dialogo” con il Sacro.

“Il suono è l’essenza del nostro mondo. Due fratelli inseparabilmente uniti risiedono nel mio essere; uno di essi suona, l’altro ascolta” con queste parole Dimitri Grechi Espinoza definisce il suo ultimo progetto.

 

Creedence Clearwater Revival - Proud Mary

“Proud Mary” dei Creedence Clearwater Revival (“e di Ike & Tina Turner”)

John Fogerty e il successo di Proud Mary con i suoi Creedence Clearwater Revival. Il brano sarà molto famoso anche nella versione di Ike e Tina Turner

 

Nella primavera del 1968, il ventitreenne John Fogerty viene finalmente congedato dall’esercito americano.

Nonostante fosse sotto le armi, Fogerty non ha mai smesso di suonare, anzi, proprio durante il militare aveva sviluppato alcuni riff di chitarra che potevano benissimo svilupparsi in altrettante canzoni. Cosa che succede una sera durante le prove di un concerto alla Avalon Ballroom, tempio della musica e cultura psichedelica di San Francisco, quando Fogerty suona con la sua band, i Creedence Clearwater Revival.

 

In particolare, comincia a prendere forma un brano dedicato a una lavandaia, una certa Mary, che un giorno prende una decisione drastica. Stufa delle angherie del suo capo, lascia un lavoro sicuro (sebbene sottopagato) per inseguire un sogno: si imbarca su un battello a vapore per un viaggio sul Mississippi.

Vedendo la città di New Orleans da un’altra prospettiva: un passato che si allontana e che lei non vuole più avvicinare.

Il fiume dunque non è solo metafora di una fuga dalla realtà ma anche la speranza di una nuova vita. La città di New Orleans (e il suo crogiuolo di musiche e razze diverse) è anche un’ispirazione per Fogerty: il brano, Proud Mary (pubblicato nel 1969 nel secondo album dei Creedence Bayou Country) è infatti un perfetto mix tra la tradizione bianca e quella afroamericana, un marchio di fabbrica del sound della band di Fogerty.

 

Due anni dopo, Ike & Tina Turner faranno di Proud Mary una cover talmente di successo da far quasi dimenticare la versione originale. Il brano fa parte in realtà già dell’album Workin’ Together del 1970, ma nel ’71 uscirà come singolo e sarà uno dei brani più apprezzati del duo (e successivamente anche di Tina come solista).

Matteo Mancuso - Open Fields - Live

Matteo Mancuso – Open Fields (Live)

Matteo Mancuso è stato ospite con la sua chitarra negli studi di Jam TV e ci ha suonato per l’occasione Open Fields, brano che farà parte del suo primo attesissimo album

 

Open Fields è il brano che ci ha suonato dal vivo nei nostri studi Matteo Mancuso. Il titolo originario era Campagne siciliane, poiché è ispirato alla sua terra, la Sicilia, ed è uno dei suoi pezzi precedentemente composti alla chitarra classica, poi trasposti sull’elettrica.

Open Fields farà parte di The Journey, primo album di Matteo Mancuso che uscirà il prossimo 30 giugno su etichetta Players Club.

 

Matteo Mancuso, classe 1996, ha frequentato il liceo musicale di Palermo, dove ha studiato chitarra classica e flauto traverso. Enfant prodige della chitarra, ha suonato, fin dalla più tenera età, con i maggiori musicisti siciliani. Sul palco già a dodici anni al Castelbuono Jazz Festival, ha proseguito negli anni con varie formazioni, tra cui in duo con il padre Vincenzo Mancuso, con un repertorio che spazia da Django Reinhardt al jazz contemporaneo. Nel 2017 fonda il trio “SNIPS” con cui propone arrangiamenti standard in chiave jazz-rock e fusion, con Salvatore Lima alla batteria e Riccardo Oliva al basso. La loro versione di The Chicken raggiunge in breve oltre un milione di visualizzazioni. Chitarrista poliedrico, spazia dalla chitarra classica, alla elettrica, sulla quale ha sviluppato una personale tecnica esecutiva con le dita, che gli permette un linguaggio musicale molto originale. Il suo canale YouTube conta oltre 150.000 iscritti ed è molto seguito da un vasto pubblico internazionale. È stato molto apprezzato tra gli altri da Dweezil Zappa, Joe Bonamassa e Stef Burns. Al Di Meola ha detto di lui: “Un talento assoluto: ci vorrebbero due o tre vite per imparare anche per uno come me a improvvisare così bene alla chitarra come lui”. E Steve Vai: “L’evoluzione della chitarra è al sicuro nelle mani di musicisti come lui che rappresentano un nuovo livello per il tono, per la precisione nel tocco e la scelta delle note”. Nel 2017, nell’ambito del Festival Umbria Jazz, a Perugia, ha vinto una borsa di studio per il prestigioso Berklee College di Boston. Con il gruppo “SNIPS”, ha suonato, riscuotendo ampio successo, al festival “Les Nuits De La Guitare” a Patrimonio, in Corsica, al Musikmesse 2018 di Francoforte e ad Umbria Jazz 2018. Nel 2019, collaborando con Yamaha Guitars, ha partecipato al NAMM 2019 di Los Angeles ed al “Young Guitar Festival” di Bangkok come giudice della competizione. Lo stesso anno va in Russia per una serie di masterclass passando da Mosca, San Pietroburgo e Perm. Nel 2020 Matteo fonda il suo nuovo trio con Stefano India al basso e Giuseppe Bruno alla batteria, dando spazio anche alla sua vena compositiva con brani originali e si esibisce in vari concerti. Nel 2021 va in tournée con il nuovo trio per l’Italia: dal Festivalle di Agrigento, al Blue Note di Milano, con grande successo. Continua a lavorare in studio e compone nuovi brani. Nel 2022 va in tour in Italia ed Europa: dal Festival Internazionale di Brema, all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Dopo una breve sosta nel mese di giugno, in cui si è laureato in chitarra jazz presso il Conservatorio di Palermo con lode e menzione d’onore, ha ripreso il tour e ha duettato con Al di Meola, in versione chitarra classica durante la serata conclusiva dell’Eddie Lang Jazz Festival. Ad agosto ha suonato al prestigioso Lugano Estival Jazz con la PFM e in Irlanda al New Ross Guitar festival. A settembre 2022 è stato ospite di Stefano Bollani nella trasmissione Via dei Matti n.0. Il 13 Ottobre ha suonato al Festival Jazz di Uppsala in Svezia e il 21 Ottobre ha aperto il Festival Jazz di Spoleto.

Brian May + Friends

Brian May + Friends: Star Fleet Project, riedizione per i 40 anni

Cd e vinile con tutte le take di Brian May, Eddie Van Halen e di tutti gli altri che quarant’anni fa presero parte a Star Fleet Project

 

Quando i Queen nel 1983 decisero di prendersi una pausa, Brian May pensò di invitare nei famosi studi Record Plant in California alcuni amici, per collaborare su alcuni brani. Nacquero così le registrazioni che Brian avrebbe successivamente declinato nel mini-album Brian May + Friends: Star Fleet Project che a distanza di quarant’anni dalla sua uscita rinascerà in una veste totalmente rimasterizzata dal 14 luglio prossimo, in formato cd e vinile.

“C’è tutto: ogni take di ciascun brano. Gli sbagli, le risate, la ricerca di nuove cose da fare, conversazioni e sperimentazioni musicali. Non è solo una rimasterizzazione: abbiamo salvato tutto dai multitraccia originali, ogni dettaglio” ha scritto May nelle note introduttive al cofanetto.

Tra i presenti in quelle session c’era anche il compianto Eddie Van Halen che, dichiara sempre Brian May, “suonava la chitarra come se fosse un pianoforte …. Gioia pura. Che privilegio suonare con lui. È stato molto eccitante aprire il caveau per trovare questi nastri. È molto emozionante, soprattutto perché. Ed purtroppo non c’è più. In questo progetto c’erano molta esuberanza, esplorazione, scoperta e stupore”.

L’annuncio dell’uscita è arrivato proprio nei giorni in cui a tener banco tra i fan dei Queen è una voce che se confermata avrebbe dell’incredibile, non tanto per la questione in sé, quanto per un piccolo ma non trascurabile dettaglio: la cifra in gioco. Stiamo parlando della notizia secondo cui tutti i diritti d’autore e i master delle opere dei Queen e di Mercury sarebbero in questi giorni al centro di una trattativa monstre tra Disney Music Group e Universal Music Group per una cifra che si aggirerebbe intorno al miliardo di dollari. Se la trattativa da confermata andasse in porto renderebbe l’operazione la più onerosa di sempre in questo campo. Almeno per ora.

Ben Harper - Wide Open Light - Jam TV - Ezio Guaitamacchi

Ben Harper e la sua chitarra acustica in “Wide Open Light”

Le canzoni sono le vere protagoniste di Wide Open Light, nuovo album di Ben Harper che a luglio sarà in tour in Italia

 

Ben Harper è tornato con il suo nuovo album Wide Open Light, un lavoro da lui descritto come una vera e propria famiglia di canzoni in cui ogni traccia è parente stretta della successiva. È volutamente minimalista e sono le canzoni stesse, tanto quanto la produzione, le protagoniste assolute. Grande importanza assume inoltre la chitarra acustica in questo suo nuovo album.

 

Dopo l’uscita del disco, Ben Harper è in tour in date selezionate con le Chicks, prima di partire per il suo lungo tour negli Stati Uniti questo autunno. Il tour americano di Harper inizia a Richmond, in Virginia, il 29 settembre, e comprenderà spettacoli a Portland, ME, Buffalo, NY, Cincinnati, OH, Milwaukee, WI e altri, e includerà esibizioni all’Oceans Calling Music Festival e al Sound on Sound Music & Arts Festival.

Il tour toccherà anche l’Italia e queste di seguito sono le date al momento in programma:

11 Luglio – MILANO, Circolo Magnolia *with John Butler
12 Luglio – VERONA, Castello Scaligero
13 Luglio – PERUGIA, Arena Santa Giuliana
15 Luglio – TARVISIO, Lago di Fusine Superiore
16 Luglio – SARZANA, Piazza Giacomo Matteotti

Per i biglietti e altre informazioni: www.benharper.com/tour

Pino Scotto - Before It's Time To Go - Live

Pino Scotto – Before It’s Time To Go (Live)

Una ballad live per Pino Scotto negli studi di Jam TV: Before It’s Time To Go

 

È stato nostro ospite Pino Scotto e nell’occasione ci ha proposto alcuni brani live, tra cui Before It’s Time To Go, una ballad che lui descrive con queste parole: “Ho fatto un mea culpa di tutti i miei eccessi degli ultimi 50 anni, però nel ritornello dico: Ho ancora tanta strada da percorrere e tante promesse da mantenere specialmente a me stesso“.

Before It’s Time To Go, qui eseguita in acustico con Steve Volta alla chitarra, è uno dei brani di Dog Eat Dog, album che Pino ha pubblicato nel 2020, due settimane prima della pandemia. Lo scorso 14 aprile è uscito invece Live ‘N Bad (Nadir Music, 2023), un nuovo disco dal vivo registrato nel corso di uno dei suoi recenti concerti del tour di Dog Eat Dog che proseguirà fino alla fine dell’anno. Per conoscere tutte le prossime date è possibile visitare il sito ufficiale di Pino Scotto.

Tracklist di Live ‘N Bad:

  1. Don’t Waste your Time
  2. La resa dei conti
  3. Dog eat Dog
  4. Not too Late
  5. Cage of Mind
  6. Eye for an Eye
  7. Come noi
  8. Morta è la città
  9. Drum solo
  10. Bass solo
  11. Same Old story
  12. Don’t be Looking Back
  13. Guitar solo
  14. Streets of Danger
  15. Get Up Shake Up
  16. The Eagle scream
  17. Talking Trash
  18. Stone Dead Forever

 

 

Chris Isaak - Wicked Game

Wicked Game, il “gioco malvagio” di Chris Isaak

Un brano per Chris Isaak che ottiene successo soltanto dopo essere stato usato (in versione strumentale) nella colonna sonora di Cuore Selvaggio: Wicked Game

 

Pensare che da ragazzo voleva fare il pugile. Già, perché quando frequentava la University of the Pacific nella sua città natale (Stockton, California), Chris Isaak passava più tempo ad allenarsi sul ring che a studiare o a suonare la chitarra, la sua altra grande passione. Che, a un certo punto ha avuto la meglio.

Attaccati i guantoni al chiodo, con un diploma in comunicazione e dopo uno stage in Giappone, Isaak forma la sua prima band, i Silvertone, e pubblica nel 1985 il suo primo album, apprezzato anche da alcuni suoi grandi idoli come John Fogerty.

Bello e fascinoso, Isaak piace ai cultori di musica e … alle femmine. Una di queste sue ammiratrici, una sera del 1988 lo chiama al telefono.

“Ti va se ti raggiungo a casa… Vorrei parlarti…”

Isaak, stupito ma anche gratificato dalla proposta sin troppo esplicita, accetta e dice all’amica di raggiungerlo.

Riflettendo sul fatto che quella signorina sin troppo audace non fosse nemmeno il suo tipo, Chris trova ispirazione per un brano, una ballata seducente che compone in meno di mezzora, prima che l’amica arrivi da lui. Lo intitola Wicked Game, gioco malvagio. E racconta di un amore non corrisposto.

Sorta di versione aggiornata e corretta di Roy Orbison, Isaak incarna anche davanti al microfono il personaggio del bel tenebroso. La canzone, inserita nell’album Heart Shaped World, non ottiene subito successo. Una versione strumentale del pezzo, usata da David Lynch nella colonna sonora di Cuore Selvaggio, lancia la canzone che piano piano ottiene visibilità. Il bellissimo videoclip in bianco e nero girato alle Hawaii, con la partecipazione della top model danese Helena Christensen, passa alla storia vincendo numerosi premi e sancendo definitivamente il successo di Wicked Game, tuttora il brano più conosciuto e amato di Chris Isaak.

fabrizio basciano manuale di storia della popular music e del jazz

Fabrizio Basciano, “Manuale della Popular Music e del Jazz”

Un manuale firmato dal musicologo Basciano pensato per accompagnare gli studenti del Conservatorio (e auspicabilmente dei licei) nel loro percorso di approfondimento della Storia della Popular Music

 

Fabrizio Basciano, musicologo e docente di storia della musica presso il Conservatorio Tchaikovsky di Catanzaro, ci ha raccontato il suo ultimo libro, “Manuale di Storia della Popular Music e del Jazz”, edito da Volontè&Co, un titolo ambizioso per un’opera che raccoglie un secolo di storia della musica, analizzata attraverso le sue principali evoluzioni stilistiche e inserita nel contesto socio-culturale, economico e politico dei diversi periodi.

Promotore di un’importante proposta di legge che suggerisce l’inserimento nei licei dell’insegnamento di storia della musica, come da sempre si fa con la storia dell’arte, Basciano ci ha parlato proprio dell’importanza di formare i giovani a una visione più completa sulle arti visive e musicali, entrambe profondamente radicate nella storia e nella cultura dell’Italia, un Paese che inciampa ancora nel pregiudizio e si mostra reticente quando si mescola classico e moderno.

In chiusura, l’autore ci ha parlato del suo fortunato, se pur virtuale, incontro con Franco Battiato, che ricorda con l’immensa ammirazione e l’affatto che solo il grande Maestro riusciva a suscitare in chiunque incrociasse la sua strada.

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