Queen I

“Queen I”, riedizione celebrativa per il primo album del gruppo

Dal prossimo 25 ottobre l’album di debutto dei Queen del 1973 sarà nuovamente disponibile in versione remixata ed ampliata fino a 6 CD + LP

 

Queen I, album di debutto omonimo dei Queen del 1973, è stato remixato e restaurato da Justin Shirley-Smith, Joshua J Macrae e Kris Fredriksson per suonare come la band ha sempre voluto che suonasse. Ad oltre mezzo secolo dalla sua pubblicazione originaria sarà disponibile dal prossimo 25 ottobre con una nuova tracklist, alternate take, demo e tracce live, che sono state inserite per ricreare la versione più completa di questo album imprescindibile. È la prima volta che un disco dei Queen presenta un nuovo mix stereo.

Il cofanetto Queen I da 6 CD + 1 LP contiene 63 tracce con 43 nuovi mix, tra cui l’album originale con l’ordine di esecuzione iniziale, registrazioni dei Queen in studio, demo, rari brani dal vivo, e l’incisione inedita della prima esibizione live dei Queen a Londra, nell’agosto 1970. Esclusa dall’uscita del 1973, la canzone Mad the Swine è stata reintrodotta nel giusto ordine di esecuzione. La confezione comprende anche un libro di 108 pagine contenente testi scritti a mano e memorabilia.

 

Queen @ County Ballroom Taunton - 21 Dicembre 1973
Queen @ County Ballroom Taunton – 21 Dicembre 1973

 

“Questa non è solo una rimasterizzazione”, scrive Brian May nelle note inserite all’interno della copertina del CD, “questa è una nuovissima ricostruzione dell’intero album di debutto dei Queen”.

Prosegue May: “Tutte le performance sono esattamente come apparivano originariamente nel 1973, ma ogni strumento è stato rivisitato per produrre i suoni ambientali ‘dal vivo’ che avremmo voluto utilizzare originariamente. Il risultato è una novità assoluta”.

I Queen nacquero all’inizio dell’estate del 1970, ma mossero i primi passi in studio dopo che il cantante Freddie Mercury, il chitarrista Brian May e il batterista Roger Taylor reclutarono il bassista John Deacon, nel luglio 1971.

“I primi tre anni sono stati davvero fiducia e speranza”, afferma Roger Taylor. “Eravamo senza un soldo ma avevamo molta fiducia in noi stessi e molta energia”.

Mentre i Queen lottavano per ottenere notorietà, la loro musica si stava sviluppando. Se la band precedente, gli Smile, era tipicamente della fine degli anni ’60, allora il suono e l’immagine dei Queen riguardavano il qui, ora e il domani. Le loro canzoni erano già colme di riff, armonie corali e richiami classici.

Dopo l’arrivo di John Deacon, i Queen si assicurarono un contratto di produzione, pubblicazione di canzoni e gestione con Trident Audio Productions. Dopo aver ascoltato i demo della band, i proprietari della compagnia, i fratelli Norman e Barry Sheffield, accettarono di finanziare la registrazione del primo album dei Queen.

Gli Sheffield possedevano anche i Trident Studios, una struttura all’avanguardia nel quartiere di Soho a Londra, che era stata utilizzata da Elton John e dai Beatles ed era raramente disponibile per band giovani e senza contratto. La popolarità del Trident era tale che lo studio era solitamente al completo durante il giorno, il che significa che i Queen potevano registrare solo durante quello che era noto come “downtime”, quei rari momenti in cui lo studio era vuoto, di solito di notte.

I Queen iniziarono a lavorare all’album nel maggio 1972 e trascorsero i quattro mesi successivi vivendo un’esistenza notturna e frammentata. Trascorrevano le serate aspettando in giro per Soho finché lo studio non si liberasse.

“Lavoravamo tutta la notte e di solito fino alle 7 del mattino, quando arrivavano gli addetti alle pulizie”, ricorda Brian.

Afferma Roger: “Sai, siamo arrivati​​ lì subito dopo che Bowie aveva fatto Hunky Dory e The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars, due grandi album. Quindi eravamo molto contenti di esserci, arrivavamo alle tre del mattino e poi andavamo avanti per tutte le ore che potevamo. È stata solo una faticaccia. Non direi che sia stato distruttivo per l’anima perché eravamo abbastanza fiduciosi. Avevamo una sorta di innata, gentile arroganza, sai, pensavamo di essere preparati, capaci e diversi”.

I Queen hanno registrato l’album con i coproduttori interni della Trident, John Anthony e Roy Thomas Baker. Entrambi erano convinti sostenitori dei Queen ed erano stati determinanti nella firma della band con la Trident. Tuttavia, il gruppo si scontrò rapidamente con le regole e i regolamenti dello studio.

“Sebbene avessimo una grande tecnologia intorno a noi”, prosegue Brian, “in realtà non avevamo molta libertà di usarla. Eravamo considerati come i nuovi ragazzi che non sapevano nulla e nessuno voleva davvero ascoltare il modo in cui volevamo fare le cose”.

Erano relativamente inesperti, certo, ma i Queen avevano già una visione musicale chiara. Tuttavia, la tipologia di suoni di chitarra e batteria che avevano in mente si rivelarono difficili da ricreare alle due del mattino sulla batteria dello studio piuttosto che sulla loro.

Dice Roger: “Avevano una cabina per la batteria ed era un suono ben noto, molto americano sordo, compresso, che però  non è mai stato il suono giusto. Avrei voluto sentire la batteria risuonare, ma non potevo utilizzare la mia e quindi l’album non ha mai suonato davvero come avremmo voluto”.

“Volevamo che tutto suonasse in modo aggressivo”, afferma Brian. “Abbiamo lottato incredibilmente per portare la batteria fuori dalla cabina, nel mezzo dello studio e posizionare i microfoni in tutta la stanza. Ma questo non era il metodo di Trident. Ricordo di aver detto a Roy Thomas Baker: ‘Questo non è proprio il suono che vogliamo’, continua Brian, e lui rispose: ‘Non preoccuparti, possiamo sistemare tutto nel mix’. Tutti sapevano che non sarebbe successo. Oggi, nel 2024, finalmente è stato fatto!”.

La frustrazione dei Queen era aggravata dal fatto che le canzoni stesse mostravano già l’ampiezza delle idee della band e la loro ambizione in brani come Keep Yourself Alive, Doing All Right, Great King Rat, Liar, Modern Times Rock’n’Roll e Son And Daughter.

Nel frattempo, l’immaginazione di Freddie aveva libero sfogo su Jesus di ispirazione biblica e su My Fairy King, dove il cantante (che presto avrebbe assunto il nome d’arte “Freddie Mercury”) cantava di “horses born with eagles wings” e “Mother Mercury, look what they’ve done to me”. “Non ho mai saputo da dove provenissero alcuni di quei testi”, dice Roger. “Ma Fred era incredibile”.

Questa nuova versione Mix 2024 di Queen I include Mad The Swine, una canzone assente dall’LP originale a seguito di una divergenza di opinioni tra la band e uno dei suoi produttori. Ora è stata reintegrata come quarta canzone dell’album, tra Great King Rat e My Fairy King, proprio come i Queen volevano che fosse nel 1972.

Nonostante le restrizioni imposte loro da Trident, la band riuscì comunque a infrangere le regole. La composizione di Brian (e il primo singolo contenuto nel cofanetto), The Night Comes Down, tracciò quel suono stratificato di chitarra acustica ed elettrica che presto sarebbe diventato la firma dei Queen. La band riuscì ad utilizzare una registrazione dei De Lane Lea Studios piuttosto che tentare una nuova versione, introducendo di nascosto il loro nastro demo multitraccia in una confezione genericamente etichettata “Trident”, per poi poter mixare la canzone per l’album.

 

 

CD2: De Lane Lea Demos – 2024 Mix esplora l’affascinante storia di Queen I, con nuovissimi mix 2024 dei demo che la band registrò prima dell’ album. Nell’estate del 1969, il gruppo pre-Queen di Brian e Roger, gli Smile, aveva registrato ai De Lane Lea Studios di Kingsway a Londra. Due anni dopo, la società aprì un nuovo studio a Wembley e aveva bisogno di una band che l’aiutasse a testare i banchi di missaggio e la qualità del suono.

Brian e Roger si offrirono volontari per i Queen, e la band trascorse del tempo in studio tra novembre 1971 e gennaio 1972 – “un’emozione enorme”, ricorda Brian. Vennero ripagati con una demo di cinque canzoni, supervisionata dal sound engineer di De Lane Louie Austin, e contenente Keep Yourself Alive, The Night Comes Down, Jesus, Liar e Great King Rat.

“I demo che abbiamo realizzato ai De Lane Lea Studios erano più vicini a ciò che sognavamo”, spiega Brian. “Bei suoni di batteria aperti e atmosfera alla chitarra”.

“Eravamo giovani e avevamo una fiducia totale in ciò che stavamo facendo”, prosegue Roger.

Sebbene questi demo fossero destinati ad essere venduti in giro per procurarsi un contratto discografico, Brian ha sempre pensato che le performance avessero più spontaneità, brillantezza, suoni più naturali rispetto alle versioni finali dell’album. Poiché le uniche copie sopravvissute dei mix dei demo sono su acetati graffiati, qui per la prima volta queste registrazioni autoprodotte sono state restaurate e remixate dalle multitracce originali.

CD3: Queen I Sessions e CD4: Queen I Backing Tracks, portano l’ascoltatore “behind the scenes” degli studi Trident e De Lane Lea studios.

CD3Sessions raccoglie versioni completamente diverse e inedite al 100% delle canzoni dell’album, realizzate utilizzando outtakes di De Lane Lea e Trident. Contiene alcune false partenze, guide vocal, backing track, alternative take, inclusi segmenti di parlato in cui si possono sentire i membri dei Queen chiacchierare, scherzare  e occasionalmente esprimere la loro frustrazione. Molte delle riprese sono costruite attorno alla chitarra acustica, quella elettrica sarebbe stata aggiunta in seguito.

CD4: Queen I Backing Tracks offre mix delle canzoni dell’album originale dei Queen, senza voce solista.

I Queen presentarono i demo di De Lane Lea a diverse case discografiche, ma non firmarono con nessuna, da qui il loro accordo con la Trident. L’album fu praticamente completato nel 1972. Ma i Queen e i loro produttori continuarono a discutere sul mix fino all’ultimo giorno, tanto che la band scelse un mix di Keep Yourself Alive, realizzato con l’assistente tecnico della Trident Mike Stone anziché una delle versioni precedenti. Mike avrebbe continuato a collaborare con i Queen nei successivi cinque album.

La Trident presentò il debutto dei Queen alle etichette discografiche e alla fine firmò un contratto per EMI nel Regno Unito e per Elektra negli Stati Uniti. Il fondatore dell’Elektra, Jac Holzman, partecipò all’appuntamento dei Queen al Marquee Club di Londra il 9 aprile 1973. Il booklet del cofanetto include un contributo dal diario di Roger sul concerto: “Went down a storm… Jac Holzman like it!” Holzman ha fatto circolare un promemoria al suo staff dichiarando: “Ho visto il futuro della musica pop, ed è una band chiamata Queen”.

EMI pubblicò Keep Yourself Alive come singolo una settimana prima dell’uscita dell’album nel Regno Unito, ma la trasmissione radiofonica si rivelò difficile da ottenere… Qualcuno stava ascoltando, però…

CD5: Queen I At The BBC, inizia con My Fairy King, in una versione leggermente diversa registrata per il DJ e primo sostenitore dei Queen, John Peel, per il programma Sounds Of The Seventies di BBC Radio 1 nel febbraio del 1973, cinque mesi prima dell’uscita dell’LP. Poiché nessuno aveva ancora ascoltato il loro album, la band portò delle basi e aggiunse nuove voci e altri overdub per questa prima sessione. Fu la prima volta che la musica dei Queen venne trasmessa in tutto il mondo. In questo CD sono presenti tre ulteriori sessioni della BBC con nuove versioni di tutte le canzoni di Queen I trasmesse dalla BBC tra febbraio 1973 e aprile 1974.

Il CD5 Queen I At The BBC e il CD6, Queen I Live, mostra come queste canzoni siano cresciute e si siano sviluppate lontano dagli studi Trident.

CD6: Queen I Live presenta le migliori performance delle canzoni del primo album dalla trionfale data iniziale del marzo 1974 al Rainbow Theatre di Londra, oltre a diverse tracce inedite. È inclusa la prima uscita ufficiale di Hangman, una composizione di Mercury/May/Taylor/Deacon ispirata a Free, pilastro dei primi concerti dal vivo dei Queen, che non è mai stata registrata in studio. Questa esibizione di Hangman proviene da uno spettacolo alla San Diego Sports Arena nell’ultima notte del tour statunitense della band nel marzo del 1976.

Le ultime canzoni di Queen I Live ripercorrono il momento in cui i Queen sono diventati “i Queen”. Nel libro di 108 pagine troviamo la riproduzione dell’invito scritto a mano da Roger alla prima esibizione dei Queen a Londra: “Una proiezione privata domenica 23 agosto [1970] alle 19:30 presso l’Imperial College… aula magna A, quinto piano”.

Due canzoni di questo spettacolo storico, Jesus e una cover del successo del 1967 del Spencer Davis Group I’m A Man, sono state recuperate dai nastri dell’archivio e sono le registrazioni più antiche dei Queen, addirittura antecedenti all’arrivo di John Deacon nella band.

L’ultima traccia dell’album originale dei Queen è un frammento strumentale di un minuto e un quarto di Seven Seas Of Rhye. La canzone finita non sarebbe stata svelata prima di Queen II e divenne un successo nella Top 10 del Regno Unito. In un certo senso, però, i ritmi frenetici di questa versione breve, il pianoforte martellante e la chitarra dal suono orchestrale catturano lo spirito del debutto dei Queen: una giovane band irrequieta e determinata, desiderosa di fare il passo successivo. Come disse una volta Freddie: “Tutti noi puntavamo in alto e non saremmo stati contenti o soddisfatti con niente di meno”.

Dice Brian: “Freddie era così convinto che avrebbe avuto successo, che non ne dubitava mai. Eravamo tutti ragazzi in gamba, ma lui era a un altro livello. Tutti noi condividevamo questa passione. L’energia crebbe e si trasformò in qualcosa di molto potente.”

Aggiunge Roger Taylor: “Fondamentalmente, con il cofanetto dei Queen abbiamo fatto suonare l’album esattamente come volevamo utilizzando le tecniche che abbiamo ora.” Abbiamo fatto in modo che le batterie suonassero come avrebbero dovuto e, nel complesso, il suono è migliore, i mix sono migliori. È stato un piacere migliorarlo, portarlo dove volevamo che fosse.

“Ho trovato una cosa, però, che mi ha stupito ascoltando questo album: quanto alcuni testi siano incredibilmente spirituali.”

 

QUEEN I Collector’s Edition (6CD+LP)

 

CD1: Queen I – 2024 Mix

1             Keep Yourself Alive

2             Doing All Right

3             Great King Rat

4            Mad The Swine

5             My Fairy King

6            Liar

7             The Night Comes Down

8            Modern Times Rock ‘n’ Roll

9            Son And Daughter

10           Jesus

11            Seven Seas Of Rhye…

              

CD2: De Lane Lea Demos – 2024 Mix

1             Keep Yourself Alive

2             The Night Comes Down

3             Great King Rat

4            Jesus

5             Liar

              

CD3: Queen I Sessions  

1             Keep Yourself Alive (Trident Take 13 – Unused Master)

2             Doing All Right (Trident Take 1 – with Guide Vocal)

3             Great King Rat (De Lane Lea Take 1 – with Guide Vocal)

4            Mad The Swine (Trident Take 3 – with Guide Vocal)

5             My Fairy King (Trident Backing Track In Development)

6            Liar (Trident Take 1 – Unused Master)

7             The Night Comes Down (De Lane Lea Takes 1 & 2 – with Guide Vocal)

8            Modern Times Rock ‘n’ Roll (Trident Takes 8 & 9)

9            Son And Daughter (Trident Takes 1 & 2 – with Guide Vocal)

10           Jesus (De Lane Lea Take 2 – with Guide Vocal)

11            Seven Seas Of Rhye… (Trident Take 3)

12           See What A Fool I’ve Been (De Lane Lea Test Session)

              

CD4: Queen I Backing Tracks    

1             Keep Yourself Alive

2             Doing All Right

3             Great King Rat

4            Mad The Swine

5             My Fairy King

6            Liar

7             The Night Comes Down

8            Modern Times Rock ‘n’ Roll

9            Son And Daughter

10           Jesus

11            Seven Seas Of Rhye…

              

CD5: Queen I At The BBC

1             My Fairy King (BBC Session 1, February 1973)

2             Keep Yourself Alive (BBC Session 1, February 1973)

3             Doing All Right (BBC Session 1, February 1973)

4            Liar (BBC Session 1, February 1973)

5             Keep Yourself Alive (BBC Session 2, July 1973)

6            Liar (BBC Session 2, July 1973)

7             Son And Daughter (BBC Session 2, July 1973)

8            Modern Times Rock ‘n’ Roll (BBC Session 3, December 1973)

9            Great King Rat (BBC Session 3, December 1973

10           Son And Daughter (BBC Session 3, December 1973

11            Modern Times Rock ‘n’ Roll (BBC Session 4, April 1974)

              

CD6: Queen I Live

1             Son And Daughter (Live at the Rainbow – March 1974)

2             Guitar Solo (Live at the Rainbow – March 1974)

3             Son And Daughter (Reprise) (Live at the Rainbow – March 1974)

4            Great King Rat (Live at the Rainbow – March 1974)

5             Keep Yourself Alive (Live at the Rainbow – March 1974)

6            Drum Solo (Live at the Rainbow – March 1974)

7             Keep Yourself Alive (Reprise) (Live at the Rainbow – March 1974)

8            Modern Times Rock ‘n’ Roll (Live at the Rainbow – March 1974)

9            Liar (Live at the Rainbow – March 1974)

10           Hangman (Live in San Diego – March 1976)

11            Doing All Right (Live in San Diego – March 1976)

12           Jesus (Live at Imperial College – August 1970)

13           I’m A Man (Live at Imperial College – August 1970)

              

LP: Queen I – 2024 Mix

              

Lato A

1             Keep Yourself Alive

2             Doing All Right

3             Great King Rat

4            Mad The Swine

5             My Fairy King

              

Lato B

1             Liar

2             The Night Comes Down

3             Modern Times Rock ‘n’ Roll

4            Son And Daughter

5             Jesus

6            Seven Seas Of Rhye…

Ronnie Jones - documentario - Le 9 vite di Mr. Jones - Esclusiva su Jam TV e One TV

Ronnie Jones, su Jam TV il documentario sulle sue “9 vite”

Ronnie Jones si racconta in un documentario che andrà in onda in esclusiva su Jam TV e One TV: Le 9 vite di Mr. Jones

 

 

Sabato 14 settembre alle 21:30, nel giorno del suo 87° compleanno, andrà in onda in esclusiva su Jam TV e su One TV (canale 79 del digitale terrestre di Lombardia e Piemonte orientale) un documentario che ripercorre la vita intensa e mirabolante di Ronnie Jones, voce internazionale del soul e del blues, nativo americano ma naturalizzato italiano. Le 9 vite di Mr. Jones è una storia raccontata dallo stesso protagonista e passa dall’infanzia in Massachusetts alla scoperta del canto, della “musica dell’anima” e della sua calda e profonda voce; dal periodo sotto le armi con la United States of Force – dove “inventa” una radio per i commilitoni – al trasferimento in Europa, nel cuore pulsante della Swinging London, dove incrocia la strada di Alexis Korner e conosce i principali protagonisti della scena rock blues londinese dai Rolling Stones ai Cream giusto per citare due nomi, fino all’Italia e al successo nel cast di Hair, come disc jockey e nella disco music.

“Per me la musica è vita” dice all’inizio del documentario Ronnie Jones… ma le sue vite sono addirittura 9…

 

Guarda il trailer:

 

 

Jam TV

presenta

Le 9 vite di Mr. Jones

 

Interviste: Ezio Guaitamacchi

In redazione: Jessica Testa

 

Accapierre sostiene il progetto artistico di Ronnie Jones

 

Regia:

Moreno Pirovano

Ezio Guaitamacchi

 

Editing:

Marco Mussi

 

Riprese:

Marco Mussi

Marco Dazzi

Moreno Pirovano

 

Post Produzione:

Carlo Carboni

Giorgia Pace

 

Producer:

Michela Colombo

Claudio Confalonieri

 

Una produzione Zampediverse

Aerosmith - tour d'addio

Aerosmith, un anno fa l’ultimo concerto

La data del 9 settembre 2023 è ora disponibile in 4K. Il bassista Tom Hamilton ha poi fatto sapere che non ci sarà alcun sostituto di Steven Tyler negli Aerosmith… ma dopo l’addio definitivo e forzato ai live per i problemi alla laringe del cantante, il gruppo di Boston pubblicherà nuova musica?

 

Dopo appena tre date del settembre 2023 di Peace Out, tour d’addio degli Aerosmith, il gruppo ha annunciato che non terrà più alcun concerto dal vivo e quindi il live del 9 settembre scorso all’UBS Arena di New York è stato l’ultimo per la band di Boston.

In un lungo post sui social pubblicato poco più di un mese fa, gli Aerosmith hanno infatti comunicato la loro decisione, dovuta ai problemi che Steven Tyler aveva già avuto alla laringe e che avevano inizialmente costretto il gruppo a posticipare più volte il tour, per poi dare l’addio definitivo all’attività live.

 

 

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Un post condiviso da Aerosmith (@aerosmith)

Tra i piani della band non c’è quello di rimpiazzare il cantante, come ha avuto modo di dichiarare di recente Tom Hamilton: “La decisione è stata presa dal team che comprende il gruppo e il nostro management dedicato – ha detto il bassista. – Non sappiamo cosa ci riservi il futuro, ma non includerà il tour”. A domanda precisa sul futuro degli Aerosmith con un cantante sostituto di Steven Tyler, Hamilton ha poi affermato che “non si è mai parlato di andare in tour con un altro cantante” e ha aggiunto: “Non riesco a immaginarlo”.

 

L’ultimo album di inediti del gruppo di Boston è stato Music From Another Dimension! del 2012 e il chitarrista Joe Perry aveva dichiarato di recente che c’era la possibilità di dedicarsi a nuova musica, non prima però di aver messo a punto la scaletta del tour d’addio e aveva poi detto: “Stiamo anche remixando alcune cose dei primi tempi, stiamo trovando delle outtake interessanti”.

 

Intanto è stato reso disponibile in 4K l’ultimo concerto degli Aerosmith:

 

 

Sting 3.0 - Nuovo singolo I Wrote Your Name (Upon My Heart) - Foto di Carter B. Smith

Sting, il nuovo singolo è “I Wrote Your Name (Upon My Heart)”

Il “beat di Bo Diddley” in una nuova variazione concepita dall’ex frontman dei Police

 

Si intitola I Wrote Your Name (Upon My Heart) il nuovo singolo di Sting, accompagnato da questo video realizzato con alcune immagini live:

 

Con questo suo nuovo brano Sting rende omaggio al ritmo che il famoso informatico Dr. Godfried Toussaint ha definito “il ritmo che ha conquistato il mondo“, quello chiamato “beat di Bo Diddley”. Tanti hanno utilizzato questo famoso ritmo sincopato nella storia del rock, ispirato a sua volta dall’Africa Occidentale, poi personalizzato nella musica latina e giunto fino al brano omonimo dello stesso Bo Diddley uscito nel 1955.

 

A titolo di esempio basti citare brani come Please Go Home dei Rolling Stones, Magic Bus degli WhoShe’s The One di Bruce Springsteen, Desire degli U2, ma sono sicuramente tanti i pezzi che attingono al “beat di Bo Diddley”, proprio come avvenuto con I Wrote Your Name (Upon My Heart) di Sting. Ad accompagnare l’ex bassista e cantante dei Police – che nel nuovo singolo suona anche la chitarra elettrica – ci sono Dominic Miller alla chitarra, Chris Maas alla batteria e Martin Kierszenbaum all’organo. I Wrote Your Name (Upon My Heart) arriva a tre anni di distanza dall’ultimo album di inediti di Sting, The Bridge. Il nuovo brano vede la produzione di Martin “Cherry Cherry Boom Boom” Kierszenbaum, il mix di Robert Orton ed è masterizzato da Gene Grimaldi.

 

Sting sarà presto in tour in Nord America e le prime date di STING 3.0 con la nuova formazione live della band a 3 elementi sono previste i prossimi 17 e 18 settembre al leggendario Fillmore Theater di Detroit.

 

Foto di Carter B. Smith

Enrico Ruggeri - 40 vite - Intervista - Jam TV - Ezio Guaitamacchi

Enrico Ruggeri e le sue “40 vite”

40 vite (senza fermarmi mai) è la nuova autobiografia di Enrico Ruggeri che qui si racconta con noi “A cuore aperto”

 

Enrico Ruggeri ha da poco pubblicato la sua autobiografia 40 vite (senza fermarmi mai) (Collana le Polene, La nave di Teseo). Partendo proprio dal suo nuovo libro, il cantautore si racconta “A cuore aperto” e non può non ricordare allora nelle prime battute i momenti in cui inizia a suonare la chitarra e a fare canzoni di altri con le prime band del liceo. Nella sua carriera ci sono anche i Decibel, gruppo punk rock – di cui è stato frontman – che andò al Festival di Sanremo nel 1980, sdoganando così per primo un palco storicamente più legato alla tradizione della musica italiana.

Il successo per Ruggeri arriva sì come coautore de Il mare d’inverno, brano portato al successo da Loredana Bertè, ma già prima si era fatto notare al Festivalbar con Polvere, e infatti, proprio in una tappa della manifestazione…

Il Rouge è notoriamente un grande appassionato di sport, autentica metafora della vita, e alcune di queste vicende le ha anche raccontate nella sua carriera come nel brano Gimondi e il cannibale, citato nel corso dell’intervista.

Ruggeri fa poi tanti parallelismi tra il periodo in cui aveva cominciato a fare musica e quello attuale che prevede modi di lavorare diversi perché ovviamente è cambiato tutto; parla poi anche della vita che non rifarebbe e, con orgoglio, di quella che rifarebbe, affermando a quest’ultimo proposito: “A volte, quando sono un po’ giù di morale, penso che la mia vita sia una serie di intervalli tra un concerto e l’altro”.

 

David Gilmour - London 2024 - Copyright Anton Corbijn
(David Gilmour - London 2024 - © Anton Corbijn)

David Gilmour, ascoltato in anteprima il nuovo album “Luck and Strange”

David Gilmour torna nove anni dopo il suo ultimo album da solista con un nuovo lavoro, Luck and Strange

 

Dopo 9 anni di attesa David Gilmour è tornato. Il nuovo album Luck and Strange uscirà il prossimo venerdì 6 settembre e romperà definitivamente un silenzio che durava da Rattle That Lock, disco del 2015, e che era stato momentaneamente interrotto solo da Yes, I Have Ghosts, brano uscito nell’ormai lontano 2020. Registrato in cinque mesi tra Brighton e Londra, l’ultimo lavoro in studio di Gilmour lo vede affiancato nella produzione da Charlie Andrew (“Ha una meravigliosa mancanza di conoscenza e rispetto per il mio passato musicale. È molto diretto e non si lascia intimidire in alcun modo, e questo mi piace molto. È ottimo per me, perché l’ultima cosa che voglio è che le persone con cui lavoro si rimettano a me”) e sarà accompagnato da un tour mondiale, che vedrà la sua anteprima nelle sei date già sold out al Circo Massimo di Roma, le uniche nell’Europa continentale.

Il disco, dal sound compatto e unitario è impreziosito da arrangiamenti orchestrali perfettamente dosati e da un elemento ritmico centrale che ne fa da colonna vertebrale. In parte figlio del lockdown, vede ancora una volta la penna di Polly Samson alla scrittura della maggior parte dei testi e a dire il vero è l’intero progetto ad avere un taglio di “affare di famiglia”: oltre all’arpa e alla voce della figlia Romany Gilmour, che canta nei cori e nell’azzeccatissima cover dei Montgolfier Brothers Between Two Points, c’è anche la penna di Charlie Gilmour nel testo di Scattered.

 

David Gilmour - Copertina di "Luck and Strange"
La copertina di “Luck and Strange”

 

A livello tematico, ogni brano si intreccia all’altro per formare un discorso unitario, centrato sull’inevitabilità della morte, l’avanzare della vecchiaia e il tempo che scorre inesorabile. Giorni, sfide, amori e affetti sfuggono via come sabbia tra le dita, mentre la marea del tempo sale e scende, inarrestabile. Luck and Strange si apre con la tenue strumentale Black Cat, in linea con la tradizione dei dischi solisti di Gilmour, quasi a voler far sentire l’ascoltatore a casa, in un preludio che funge da lasciapassare verso un mondo sonoro diverso, a tratti inedito per l’ex chitarrista dei Pink Floyd. La title track è il frutto di una jam session del 2007, che possiamo ascoltare integralmente alla fine dell’album. È un dialogo musicale tra Gilmour e Richard Wright, il tastierista dei Pink Floyd scomparso nel 2008: Gilmour si confronta in musica con l’organo Hammond e il piano elettrico suonati da Wright, creando un momento particolarmente toccante in salsa blues, che rende omaggio ancora una volta al tocco e al genio musicale di Richard.

Oltre al singolo già uscito The Piper’s Call (che, diciamolo una volta per tutte, non ha nulla a che vedere con Syd Barrett), il disco prosegue con Single Sparks, una toccante ballad ispirata a un evento accaduto a Gilmour durante un viaggio in aereo 40 anni fa. Mentre il testo riflette sulla condizione umana e sull’infinita piccolezza delle nostre vite rispetto all’universo e alle sue leggi, la chitarra di Gilmour, per la prima volta, viene lasciata libera di intrecciarsi con gli archi, donando al brano una conclusione toccante, in sintonia con l’indubbia matrice malinconica dell’intero disco.

Ma è in Scattered che David dà il meglio di sé. Il brano si apre con un battito cardiaco che richiama alla mente The Dark Side of the Moon ed è senza dubbio la perla dell’album, arricchita da un emozionante break orchestrale e da un lungo assolo di chitarra che strazia l’anima, lasciando l’ascoltatore più sensibile con le lacrime agli occhi. In conclusione, Gilmour confeziona un disco di indubbio valore artistico, facendo tacere a suon d’emozioni le voci che lo volevano già in pensione. È il suo lavoro migliore da solista? Probabilmente sì.

 

David Bowie - Ziggy Stardust

David Bowie, nuovo video di “Starman”

Nuovo video di Starman di David Bowie per la riedizione di The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders From Mars

 

Il prossimo 6 settembre uscirà una nuova versione in Dolby Atmos di The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders From Mars di David Bowie e per l’occasione è stato pubblicato anche un nuovo video di Starman, realizzato usando le immagini girate dal vivo tra il 1972 e il 1973 da Mick Rock:

 

 

“Ti fa sentire lì vicino a David” ha detto Ken Scott, il produttore dell’album uscito originariamente nel 1972 che ha curato con Emre Ramazanoglu questa riedizione. “David era teatrale e quindi credo che inserirlo in un contesto ‘immersivo’ sia stata un’ottima scelta. Volevo rendere il tutto quando più simile a un’esperienza dal vivo e verso la fine l’ho anche fatto muovere un po’ sul palco, come succedeva nella realtà. Spero che ascoltandolo ci si senta come a teatro, a vedere uno spettacolo”.

 

Il nuovo mix sarà disponibile su Blu-Ray Audio e servizi di streaming.
Il disco audio Blu-Ray contiene 4 versioni di The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders From Mars: mix Dolby Atmos del 2024, mix stereo del 2024 (96 khz/24 bit pcm), mix stereo originale del 1972 – Rimasterizzazione del 2012 (192 khz/24 bit pcm), Stereo Mix originale del 1972 – rimasterizzazione del 2012 (48 khz/24 bit pcm).
La versione Atmos dell’album è stata mixata da Emre Ramazanoglu e Ken Scott ai Rak Studios di Londra.

 

Questa ristampa celebrativa arriva dopo Rock ‘N’ Roll Star!, il cofanetto uscito nel giugno scorso che esplora l’epopea di Ziggy Stardust.

Tom Petty & The Heartbreakers - Long After Dark

Tom Petty & The Heartbreakers, deluxe edition di “Long After Dark”

Per l’occasione è uscito anche un nuovo video di Straight Into The Darkness

 

Oltre 40 anni dopo la sua pubblicazione, il prossimo 18 ottobre torna Long After Dark di Tom Petty & The Heartbreakers in edizione deluxe. In attesa dell’uscita che prevede ben 12 bonus track, è stato reso disponibile anche un nuovo video di Straight Into The Darkness:

 

 

Long After Dark è il terzo ed ultimo album della band prodotto dal leggendario Jimmy Iovine. Tra gli Heartbreakers ci sono i tre membri fondatori Mike Campbell (chitarra), Benmont Tench (tastiere) e Stan Lynch (batteria) più il nuovo bassista Howie Epstein.

 

Long After Dark (Deluxe Edition) contiene una serie di canzoni non incluse nell’album originale. Tra i brani principali va segnalata la versione di Petty di Never Be You (brano che scalò la classifica country sino al numero uno nell’interpretazione di Rosanne Cash), Don’t Make Me Walk the Line e una versione up-tempo registrata agli Applewood Studios di Denver di Ways To Be Wicked, pubblicata in precedenza dai Lone Justice.

Molti dei brani inclusi sono tratti da apparizioni alla TV francese, comprese versioni di canzoni rivedute in chiave acustica e brani sino ad allora non pubblicati come come Turning Point e Keeping Me Alive.

Uscito dopo Damn the Torpedoes e Hard PromisesLong After Dark è stato sicuramente un album di successo entrato nelle Top 10 di Billboard, con tre incredibili singoli come You Got Lucky, Change of Heart e Straight Into Darkness. “È un bel disco rock & roll” ma anche “un disco difficile perché non ho mai saputo se stessimo prendendo le giuste decisioni riguardo alle canzoni”, ha dichiarato Petty nell’antologia di interviste curata da Paul Zollo, Conversations With Tom Petty.

 

Long After Dark (Deluxe Edition) sarà pubblicato in diversi formati: 2CD + Blu-Ray Audio2LP e 2LP LTD Edition; tutte le edizioni contengono l’album rimasterizzato e le bonus track, remixate dal sound engineer di Petty Ryan Ulyate (anche con mix hi-res stereo e Dolby Atmos nel Blu-Ray Audio). Il packaging dei nuovi prodotti è curato da Jeri Heiden, le note bio-discografiche sono di David Fricke, con contributi del produttore Jimmy Iovine e del regista e fan Cameron Crowe, le fotografie sono di Dennis Callahan, Neil Preston e Aaron Rappaport. I formati in vinile sono due: 2LP con vinile black 180g e un’edizione limitata 2LP 180g con vinile colorato e litografia esclusiva (disponibile esclusivamente sullo Shop Universal Music). L’album sarà inoltre disponibile in streaming, download e audio HD.

LONG AFTER DARK DELUXE EDITION — TRACKLISTING

DISC 1

  1. A One Story Town
  2. You Got Lucky
  3. Deliver Me
  4. Change Of Heart
  5. Finding Out
  6. We Stand A Chance
  7. Straight Into Darkness
  8. The Same Old You
  9. Between Two Worlds
  10. A Wasted Life

 DISC 2

  1. Stories We Could Tell (French TV)
  2. Never Be You
  3. Turning Point (Original Drums Version)
  4. Don’t Make Me Walk The Line
  5. I’m Finding Out (French TV)
  6. Heartbreakers Beach Party (Extended Version)
  7. Keeping Me Alive (French TV)
  8. Straight Into Darkness (French TV)
  9. Ways To Be Wicked (Denver Sessions)
  10. Between Two Worlds (French TV)
  11. One On One
  12. Wild Thing
John Mayall

Addio a John Mayall, il Leone di Manchester

Si unirono ai suoi Bluesbreakers Eric Clapton, Peter Green, Mick Taylor, John McVie e tanti altri. Aveva 9o anni

 

Se n’è andato John Mayall, il Leone di Manchester, il vero mentore, insieme ad Alexis Korner, del blues britannico, colui che ha messo le basi per lo sviluppo di una nuova scena inglese, ancora prima che i Beatles e Rolling Stones cominciassero a calcare le scene. Anzi fu proprio in quei localini londinesi, dove pochi iniziati della sua corte suonavano il blues, che si fecero le ossa personaggi come Keith Richards, Mick Jagger e Brian Jones.

I Bluesbreakers furono la sua band storica, una formazione aperta all’interno della quale suonò il meglio della crème musicale inglese che poi con il beat avrebbe formato band storiche che avrebbero tenuto alto il nome del blues.

Uno fra tutti, il più celebre e il più grande, fu Eric Clapton che, fuggito dagli Yardbirds già sul punto di commercializzarsi, si unì a Mayall per girare in lungo e in largo l’Inghilterra e per mettere su disco quel capolavoro che fu Blues Breakers with Eric Clapton, un lavoro ancora oggi di una forza e di una freschezza inimitabili. Ma nei Bluesbreakers, a dimostrazione di come John Mayall fosse un punto di riferimento, si unirono anche, per un certo periodo, Peter Green, Mick Taylor, John McVie e tanti altri.

Musicista di culto per tutti gli Anni Sessanta, cedette a un blues un po’ più commerciale nel decennio successivo, quando si trasferì a Los Angeles seguendo le sirene americane, ma anche qui continuò a produrre e registrare dischi che nel corso della sua vita furono una sessantina, mal contati, perché in questo conto non rientrano gli album dal vivo e le partecipazioni. Tra questi, oltre al lavoro con Clapton, si ricordano piccoli capolavori come Empty Rooms, Jazz Blues Fusion, Movin On, e Ten Years Are Gone. Anche negli Stati Uniti ebbe un ruolo importante a lanciare bluesmen come Larry Taylor e Blue Mitchell.

A suo stesso dire non riusciva a smettere di suonare perché il blues rappresentava la sua vita, era la colonna sonora della gente normale, quella che lavora e deve fare i conti tutti i giorni con la propria sopravvivenza. Ha continuato fino all’altroieri quando ci ha lasciato a quasi 91 anni. Li avrebbe compiuti il prossimo 29 novembre.

 

Pepito Y Paquito - Pubblicato l'album ritrovato di Paco de Lucía e suo fratello Pepe

Paco de Lucía, l’album ritrovato è “Pepito Y Paquito”

Intervista a Curro Sánchez, figlio del grande chitarrista, che ci ha parlato dell’album ritrovato del padre e di suo fratello Pepe

 

Un tesoro rimasto nascosto per più di 60 anni, ritrovato per caso durante un trasloco dentro una cassa di mele cotogne. Potrebbe sembrare l’inizio di un romanzo invece questa scoperta è vera e ha riportato alla luce le prime registrazioni inedite del grande chitarrista Paco de Lucía con suo fratello Pepe. Pepito Y Paquito è stato pubblicato lo scorso 31 maggio da BMG insieme alla Fondazione Paco de Lucía e contiene 21 tracce che attraversano lo spazio e il tempo per restituirci un pezzo dell’infanzia dei fratelli Sanchez, la genesi di due prodigi della chitarra e del canto, due leggende indiscusse del flamenco.

Ne abbiamo parlato con Curro Sánchez, figlio di Paco, attivamente impegnato nel lavoro prezioso della Fondazione.

 

A dieci anni dalla scomparsa del genio della chitarra spagnola, Pepito Y Paquito restituisce valore ulteriore a un’arte senza tempo, un talento unico, quello di Paco de Lucía, che la fondazione continuerà a onorare attraverso numerosi progetti e iniziative, affinché non solo la Spagna, ma il mondo intero, possa godere di una tradizione popolare e una forma d’arte viscerale e pregna di storia come è il flamenco.

Bob Dylan - live - 1974

Bob Dylan, “The 1974 Live Recordings”

Un nuovo cofanetto di 27 dischi per celebrare il grande ritorno live nel 1974 di Bob Dylan, accompagnato da The Band

 

Il prossimo 20 settembre uscirà The 1974 Live Recordings (Columbia Records/Legacy Recordings), una raccolta dei live di Bob Dylan accompagnato da The Band. Erano otto anni che Dylan non teneva concerti e quello fu un grande ritorno per lui, accompagnata nello stesso periodo dalla pubblicazione di Planet Waves, album in studio inciso sempre con The Band.

Il singer-songwriter suonò per la prima volta nelle arene, per un totale di 30 concerti in 42 giorni, con una media di 18.500 spettatori per data. Il tour ebbe inizio il 3 gennaio 1974 a Chicago e si concluse il 14 febbraio a Inglewood, California. Nel corso di quella serie di concerti in Nord America, Dylan e The Band avrebbero suonato in città come Philadelphia, Toronto, Atlanta e Seattle. Dal tour è stato tratto un doppio album dal vivo, Before the Flood, pubblicato nel giugno 1974.

 

 

The 1974 Live Recordings sarà composto da 27 dischi per un totale di 431 tracce, di cui 417 inedite (non per i brani in sé, ma perché si tratta di versioni mai ascoltate prima). Il cofanetto include registrazioni remixate e note di copertina scritte dalla giornalista e critica Elizabeth Nelson.

Da The 1974 Live Recordings è tratta la performance di Forever Young eseguita a Seattle durante lo show pomeridiano del 9 febbraio 1974

 

In concomitanza con The 1974 Live Recordings, Third Man Records ha annunciato l’uscita a settembre di The 1974 Live Recordings – The Missing Songs From Before the Flood, un cofanetto di 3 LP tratto dalle stesse registrazioni, con versioni selezionate a mano di ogni canzone registrata da Bob Dylan che non è stata  inclusa nell’album live originale del 1974. Stampato esclusivamente su vinile colorato. Disponibile tramite The Vault, il servizio di vendita diretta al cliente di Third Man.

Patrizia Laquidara - Assabenerica - Jam TV - YouTube

Patrizia Laquidara – Assabenerica (Live)

La cantautrice ci fa ascoltare il primo capitolo di un nuovo progetto musicale in cui storie e personaggi prendono spunto dalle pagine del suo romanzo Ti ho vista ieri

 

Patrizia Laquidara, accompagnata alla chitarra acustica da Giada Ferrarin, ha cantato per noi dal vivo negli studi di Jam TV il suo nuovo singolo Assabenerica.

Il brano, registrato e mixato a Lisbona e prodotto da Ponderosa Music Records, vede la collaborazione di Lorenzo Maragoni, campione mondiale di poetry slam, e del musicista compositore Tony Canto.

«Assabenerica è il primo capitolo di un nuovo progetto musicale – racconta Patrizia Laquidara. – Storie e personaggi prendono spunto dalle pagine del mio libro Ti ho vista ieri. L’intento e il desiderio è quello di trasformare parole in suono, racconti in canto. Assabenerica è un esorcismo musicale, un canto dal procedere ritmato e rimato che richiama lo stile spoken word post moderno. Il manifesto pop di una processione antica, La Vara, che si celebra il 15 agosto nella città di Messina. Un rito che coinvolge migliaia di devoti occupati a reggere sulle loro spalle il maestoso carro votivo, che è grandiosa macchina epica e trionfale. Un rituale arcaico, profano e mariano insieme, simbolo delle molte processioni popolari, veri e propri fenomeni culturali, ancora presenti nel nostro Paese».

 

Patrizia Laquidara, siciliana di nascita e veneta d’adozione, considerata “una delle figure più inafferrabili e poliedriche della musica d’autore italiana”, ha conquistato la critica sin dal suo esordio alla 13ª edizione del Premio Città di Recanati. Il suo primo album, Indirizzo Portoghese, pubblicato nel 2003, le ha garantito un posto al Festival di Sanremo e numerose vittorie, tra cui il Premio Alex Baroni e il Premio Mia Martini. Da allora, la sua carriera è stata segnata da una serie di successi musicali e riconoscimenti, tra cui la nomination per i David di Donatello nel 2005. Oltre alla musica, la cantautrice ha esplorato il mondo del teatro e del cinema, affiancando artisti di fama internazionale come Marco Paolini e Alejandro Jodorowsky. Nel 2018, il suo quinto e più recente album C’è qui qualcosa che ti riguarda è stato acclamato come un capolavoro dalla critica e ha ricevuto prestigiosi premi nazionali. Da allora, ha continuato a mietere successi anche nel campo teatrale, consolidando la sua reputazione come una delle artiste più influenti e innovative del panorama italiano. La sua recente pubblicazione, il romanzo Ti ho vista ieri (edito da Neri Pozza), ha ulteriormente rafforzato il suo status di talento eclettico e versatile, portandola in un tour letterario attraverso l’Italia e a vincere tre primi premi letterari internazionali. Oltre alla sua attività artistica, è anche una docente di musica e drammaturgia musicale presso il Conservatorio Marenzio di Brescia. Il suo impegno costante nel portare avanti progetti originali e di alta qualità la rende una delle figure più rispettate e apprezzate nel panorama culturale contemporaneo.

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