Grammy 2024 - Jam TV

Grammy 2024, trionfano le donne da Taylor Swift a Joni Mitchell

Dal record di Taylor Swift alla veterana Joni Mitchell, il meglio della serata dei Grammy

 

Si è svolta ieri notte la 66esima edizione dei Grammy Awards alla Crypto.com Arena di Los Angeles e come ogni anno quello che colpisce di più è vedere come per una notte la vecchia e la nuova generazione si incontrino.

Un’edizione, quella di quest’anno, che ha visto trionfare molte donne: uno dei momenti più emozionanti è stata certamente l’esibizione di Joni Mitchell. A 80 anni la regina del folk ha dimostrato che non è mai troppo tardi per le prime volte: infatti, lei che è una veterana dei Grammy, pluripremiata negli anni, si è esibita per la prima volta su quel palco con un suo classico, Both Sides Now, accompagnata da fantastici musicisti tra cui Jacob Collier e Brandi Carlile, ormai praticamente sempre al suo fianco. In più Joni Mitchell si è aggiudicata il Grammy nel categoria Best Folk Album per il suo Live at Newport.
Altro premio importante, quello che l’Academy definisce “Special Merit Awards”, ossia il premio alla carriera, se lo sono aggiudicato Laurie Anderson, che ha ritirato personalmente il premio con un bellissimo discorso, e Donna Summer, il cui premio è stato invece ritirato dal marito Bruce Sudano e dalle sue tre figlie.

Qualche salto generazionale per arrivare alle principali categorie, e anche in questo caso stravincono le donne: Miley Cyrus con il suo Flower vince i primi due Grammy della sua carriera nelle categorie “Record of the Year”, la registrazione dell’anno e “Best Pop solo performance”; Taylor Swift entra nella storia con Midnight e diventa la prima artista a vincere per quattro volte un Grammy nella categoria “Miglior album dell’anno”; e ancora Billie Eilish trionfa nella categoria “Canzone dell’anno” con What Was I Made For?, che parte della colonna sonora di Barbie, film di cui si è molto parlato quest’anno e che a sua volta vince nella categoria “Best Compilation Movie”.
Ritira il suo premio anche Michelle Obama che con il suo The Light We Carry vince nella categoria “Best Audiobook, narration and storytelling Recording”.
La rivelazione dell’anno è Victoria Monét, direttamente da Atlanta, Georgia, classe 1989 che vince Best New Artist e Best r&b album, visibilmente emozionata nel ritirare questo premio, e anche quest’anno Samara Joy per il jazz, l’anno scorso artista rivelazione quest’anno come Best Performance Jazz.
I’m Only Sleeping dei Beatles è stato premiato come miglior video, la clip animata che, ricorderete, è stata pubblicata per lanciare la versione super deluxe di Revolver, mentre il Best Music Film al bellissimo Moonage Daydream, il documentario su David Bowie.

Non è mancato lo spazio per la musica live con Annie Lennox, Stevie Wonder, Tracy Chapman e Billy Joel.

Questa è solo una parte di quello che è accaduto durante la notte dei Grammy che come sempre, ci convince soprattutto di una cosa: che la musica è un linguaggio universale.

we are the world - documentario - netflix

“We Are The World: la notte che ha cambiato il pop”, il documentario su Netflix

Un documentario racconta quella famosa nottata in cui 46 star della musica registrarono per beneficenza il famoso brano We Are The World

 

Dal 29 gennaio è disponibile su Netflix We Are The World: la notte che ha cambiato il pop, documentario diretto da Bao Nguyen, che racconta la nascita e la registrazione di We Are The World, il famoso brano realizzato per beneficenza. Il grande ispiratore di tutta l’idea è il compianto Harry Belafonte. È lui per primo infatti a volere un nuovo singolo, sulla scia di Do They Know It’s Christmas?, per aiutare l’Africa e in particolare l’Etiopia, colpita in quel periodo da una grave carestia.

Oltre alle immagini di repertorio, all’interno del documentario sono presenti anche le testimonianze di alcuni dei protagonisti di quel momento così significativo per la musica e non solo. Bruce Springsteen, Smokey Robinson, Dionne Warwick, Cyndi Lauper e tanti altri ricordano quella lunga session che portò alla realizzazione di We Are The World, ma i racconti principali sono sicuramente quelli di Lionel Richie, co-autore del brano insieme a Michael Jackson: nelle prime battute si sofferma sulla genesi della canzone e sulla riuscita corsa contro il tempo per scrivere soprattutto il testo; We Are The World sarà poi approvata dal produttore Quincy Jones e sarà recapitata, chiaramente in versione demo, ai 46 artisti coinvolti nel progetto.

Viene scelta come data per registrare il 28 gennaio 1985 perché molte delle star che forniscono il loro contributo erano presenti agli American Music Awards, condotti proprio da Lionel Richie, che quell’anno si aggiudica peraltro il prestigioso riconoscimento in più di una categoria. A fine serata si ritrovano tutti agli A&M Studios di Hollywood. Ad attenderli, tra gli altri, ci sono Michael Jackson, che aveva provato il brano per tutto il tempo (inutile dire che erano tutte take buone), e Quincy Jones che mette subito le cose in chiaro, facendo appendere un cartello davanti alla porta d’ingresso dello studio con su scritto “Check Your Ego At The Door”, cioè “Lasciate il vostro ego fuori dalla porta”. Dà una mano a responsabilizzare tutti con un discorso introduttivo Bob Geldof, già tra i fautori di Do They Know It’s Christmas? e, pochi mesi dopo, del Live Aid.

In poco più di un’ora e mezzo si possono osservare altri momenti interessanti di quella particolare nottata, ma la parte più curiosa riguarda senz’altro Bob Dylan. Sembra a disagio in quella situazione, a giudicare dalle inquadrature in studio del video finale, ma in realtà è teso. Ovviamente anche lui come tutti gli altri vuole lasciare con la sua voce una traccia tangibile della sua partecipazione, ma inizialmente non sa come cantare la parte che gli è stata assegnata, finché non interviene Stevie Wonder a tranquillizzarlo in una maniera molto divertente, suonando il brano al pianoforte e imitandolo.

We Are The World è diventato da allora un grande successo mondiale, ha vinto numerosi premi e ha raccolto finora 80 milioni di dollari devoluti in beneficenza per cause umanitarie in Africa.

Ivan Graziani - Per Gli Amici

“Ivan Graziani – Per gli amici”, l’album di inediti dopo 30 anni

Un album di inediti ritrovato negli archivi e prodotto da suo figlio Filippo: Ivan Graziani – Per Gli Amici

 

Il 26 gennaio scorso, a 30 anni di distanza dal precedente è uscito Ivan Graziani – Per Gli Amici, uno straordinario album di inediti del mai dimenticato cantautore abruzzese, scomparso il 1° gennaio 1997.

L’album, prodotto da Filippo Graziani per l’etichetta Numero Uno/Sony Music, è composto da 8 tracce, 8 canzoni ritrovate, sparse tra cassettine, demo e altro materiale che Ivan Graziani aveva lasciato nei suoi archivi.

Noi, qualche giorno fa, siamo stati alla serata di presentazione del progetto in cui Filippo Graziani ha suonato alcuni brani del disco chitarra acustica e voce. Erano presenti anche sua mamma, nonché moglie di Ivan, Anna Graziani, e Niccolò Agliardi che ha moderato l’incontro.

Ma come sia nata l’idea di questo progetto e quali siano state le difficoltà tecniche ed emotive nel realizzarlo ce lo ha raccontato Filippo Graziani.

 

Filippo ha definito questo lavoro “un disco molto centrato, molto a fuoco, che ha il tema del mare, una sorta di collante tra i vari brani”. All’interno del disco c’è anche un brano dedicato proprio a Filippo, La Rabbia, e nel corso dell’incontro ha descritto anche la sua reazione nell’ascoltarla.

In conclusione, Niccolò Agliardi ha avuto anche occasione di raccontare del suo podcast Io, Lupo. Per Gli Amici, Ivan Graziani, di cosa abbia rappresentato questo progetto e di tutti gli ospiti che hanno partecipato.

Mark Knopfler - One Deep River - Copertina

Mark Knopfler – Il nuovo disco e le chitarre messe all’asta

Mark Knopfler pubblicherà il suo nuovo disco solista, One Deep River, mentre tutte le sue chitarre vengono messe all’asta e i rumors sul suo stato di salute impazzano…

 

L’ex leader dei Dire Straits Mark Knopfler pubblicherà il prossimo 12 Aprile One Deep River, il suo nuovo e decimo disco da solista, anticipato nei giorni scorsi dal singolo Ahead Of The Game. Il fiume citato nel titolo è il Tyne, che scorre a Newcastle, nella sua città natale, sotto il ponte immortalato anche sulla copertina. Dodici tracce in cui la sua inimitabile chitarra e la voce calda sono eleganti protagoniste. Tuttavia, non è stato ancora rivelato se Knopfler porterà in tour l’album; anzi, alla chiara domanda di un giornalista in merito, il suo manager Paul Crockford ha risposto: “go home and pray” (“tornate a casa e pregate”), lasciando tutti di stucco e suscitando preoccupazione.

Anche perché il nome di Mark Knopfler è tornato d’attualità per la recente notizia che tutta la sua collezione di chitarre verrà messa all’asta dalla prestigiosa casa d’aste londinese Christie’s: il 31 gennaio verrano battuti 213 pezzi, gran parte della sua collezione di magnifici strumenti e amplificatori, pezzi prestigiosi come una Gibson Les Paul del 1959, tante chitarre acustiche tra cui Martin e Gibson così come gli strumenti di Rudy’s Music, il negozio di New York in cui Knopfler era solito andare ad acquistare nuove chitarre. Strumenti davvero prestigiosi insomma, se si pensa che il pezzo più costoso parte da una base d’asta di mezzo milione di sterline.

Quello che ci si chiede incessantemente tra i fan e gli addetti ai lavori in questo momento è il motivo per cui tutta la sua collezione di chitarre verrà messa all’asta, e i rumors sulle sue condizioni di salute continuano a girare inesorabili: tuttavia, proprio sul sito ufficiale della casa d’aste Christie’s, è lo stesso Mark Knopfler, in un breve video, a raccontare che giunto a questo momento della sua vita sarebbe felice di sapere che i suoi amati strumenti “trovino altre case”, oltre al fatto che circa il 25% dei proventi sarebbe devoluto in beneficenza.

 

Laurie Anderson © Stephanie Diani

Laurie Anderson – O Superman (Live @ Carpi) (16.11.2023)

Dal live dell’anno scorso a Carpi, Laurie Anderson, accompagnata dai Sexmob, in un suo grande classico: O Superman

L’avevamo intervistata lo scorso 16 novembre prima del suo concerto al Teatro Comunale di Carpi, live dal quale è tratta questa versione di O Superman, eseguita da Laurie Anderson, insieme ai newyorkesi Sexmob, che la stanno accompagnando in questo tour.

 

È notizia di questi giorni inoltre che alla stessa Laurie Anderson è stato assegnato il Grammy 2024 alla Carriera. L’artista ha ricevuto in particolare il Recording Academy Lifetime Achievement Awards, riconoscimento dedicato a chi ha fornito il suo contributo creativo artisticamente rilevante nell’ambito della registrazione.

Il premio è stato conferito dall’Academy anche a N.W.A., Gladys Knight, Donna Summer, Tammy Wynette e Clark Sisters.

Tra i premiati anche il produttore Peter Asher, a lungo manager di Linda Ronstadt e James Taylor, e K’naan, autore insieme a Steve McEwan e Gerald Eaton (alias Jarvis Church) di Refugee, riconosciuta come Best Song for Social Change Award.

“L’Academy è onorata di rendere omaggio ai destinatari dei Premi al Merito Speciale di quest’anno: un gruppo straordinario di creatori e professionisti del settore il cui impatto risuona con le generazioni di tutto il mondo” – ha dichiarato Harvey Mason jr, CEO della Recording Academy. – “I loro contributi alla musica spaziano tra i generi, i background e le professioni, riflettendo la ricca diversità che alimenta la nostra comunità creativa. Non vediamo l’ora di onorare questi pionieri dell’industria musicale il mese prossimo, nell’ambito della nostra settimana di celebrazioni che precede la Music’s Biggest Night”.

La cerimonia di premiazione degli Special Merit Awards della Recording Academy si terrà sabato 3 febbraio al Wilshire Ebell Theatre di Los Angeles.

Tornando a Laurie Anderson, non è la prima volta per lei come vincitrice di un Grammy: dopo sei nomination in carriera, si era aggiudicata infatti il prestigioso riconoscimento nel 2019 per Landfall, in collaborazione con il Kronos Quartet.

June Carter Cash

June, il documentario su June Carter Cash

Un documentario che racconta la vita e la carriera di June Carter, protagonista della country music americana, talentuosa performer e moglie di Johnny Cash

 

Abbiamo visto il documentario dedicato a June Carter Cash disponibile su Paramout Plus, e ci è piaciuto davvero molto. Se pensate che sia solo la moglie di Johnny Cash, beh vi sbagliate di grosso e soprattutto perdete una bella pagina dell’affascinante mondo della musica country che lei, June Carter, ha contribuito a scrivere.

Il documentario ripercorre la sua vita e la sua carriera artistica a partire dagli inizi, quando era solo una ragazzina e si esibiva con la Carter Family, la grande famiglia del country, di cui sua madre Maybelle faceva parte; Si passa poi per i suoi due matrimoni, in anni in cui, nonostante l’amore, June non ha mai voluto rinunciare alla sua carriera, a rincorrere il suo grande sogno della musica, della recitazione, che si realizza in modo particolare col suo ingresso al Grand Ol Opry, il più famoso e più importate show di musica country a cui tutti gli artisti di quel periodo aspiravano.

Non manca certamente l’incontro, fondamentale per la vita di June, con Johnny Cash, il grande amore della sua vita, un amore a tratti tormentato a causa delle difficoltà di Cash dovute all’abuso di droga, ma un amore così vero e profondo che è stato in grado di resistere a tutte le difficoltà e al tempo, dal 1968, anno del loro matrimonio, al 2003, anno della morte di June seguita, solo 4 mesi dopo, da quella di Johnny.

Il documentario è ricco di aneddoti, di storie dietro la storia, come il racconto del momento in cui June scrive “Ring of Fire”, che ancora oggi in molti attribuiscono al marito, e soprattutto è ricco di musica e del talento di June Carter che spesso ha rischiato di rimanere un po’ in ombra, la grande ombra di Johnny Cash. Eppure, come dicono molti artisti della scena country, “Johnny Cash non sarebbe stato Johnny Cash senza June Carter”.

E poi ci sono le testimonianze dei figli di June e Johnny, sia del figlio avuto insieme, John Carter Cash, che delle figlie avute dai rispettivi matrimoni precedenti, e poi grandi star come Willie Nelson, Dolly Parton e Reese Witherspoon che ha interpretato proprio June Carter nel bellissimo film del 2005 Walk The Line diretto da James Mangold, che le è valso un meritatissimo Oscar.

Insomma un ritratto che finalmente dona il giusto valore alla grande donna e alla talentuosa artista che è stata June Carter e un modo per scoprire la sua musica e la sua affascinante personalità.

Raggi - Famulari - Alghero - Jam TV

Chiara Raggi e Giovanna Famulari – Alghero (Cover) (Live)

Alghero, cover di Giuni Russo, è il brano che hanno suonato per noi nei nostri studi Chiara Raggi e Giovanna Famulari, contenuto anche nel loro nuovo album In punta di corde

 

Alghero è il brano portato al successo da Giuni Russo ed è quello che con le loro voci, la chitarra e il violoncello ci propongono live negli studi di Jam TV Chiara Raggi e Giovanna Famulari.

Il loro nuovo album si intitola In punta di corde ed è stato registrato live alla RSI – Radio Televisione Svizzera Italiana durante il programma radiofonico Musica di Seta, viaggio in punta di corde nella musica d’autrice, in onda settimanalmente da settembre 2023 su Rete 2.

Scritto e condotto da Chiara Raggi con la partecipazione di Giovanna Famulari, il programma propone alcune delle più importanti cantautrici italiane attraverso storie e canzoni: donne pioniere, capaci di raccontarsi e raccontare conquiste e scelte di vita e, attraverso le loro storie, la forza della parola e del linguaggio universale della musica, donne capaci di ritagliarsi un posto autorale nel panorama musicale italiano.

Raggi e Famulari hanno riletto in ogni puntata – voci, chitarre classiche, acustiche, elettriche e violoncello – alcuni brani delle protagoniste, da canzoni iconiche, reinterpretate con arrangiamenti arditi, a perle ricercate e meno conosciute. Questa rilettura è diventata un album prodotto da RSI e Musica di Seta, uscito il 7 novembre 2023, e un concerto in cui, attraverso le canzoni di autrici e cantautrici – da Nada a La Rappresentante di Lista, da Carmen Consoli a Grazia di MicheleMadameRettoreGiuni RussoMariella NavaPaola TurciCristina Donà – vengono trattati temi importanti e necessari: accettazione di sé, consapevolezza, legittimazione del proprio lavoro. Troppo spesso le donne che fanno la storia sono relegate ai margini di una narrazione di cui sono, invero, legittime protagoniste e attraverso questo album, si cerca di mettere il focus sugli aspetti musicali e sulle scelte coraggiose che hanno fatto sì che queste cantautrici segnassero definitivamente la storia della musica italiana.

 

Il prossimo appuntamento in cui Chiara Raggi e Giovanna Famulari presenteranno dal vivo In punta di corde è quello del 31 gennaio all’Auditorium Parco Della Musica Ennio Morricone di Roma per Retape, la rassegna a cura di Ernesto Assante dedicata alle nuove proposte della scena musicale romana e italiana. Qui per tutte le altre informazioni e per acquistare i biglietti.

Green Day - Metro New York

Green Day live a sorpresa nella metro di New York

Minilive dei Green Day nella metro di New York qualche giorno fa insieme a Jimmy Fallon. Oggi esce il nuovo album di inediti Saviors, che sarà presentato dal gruppo in un tour in cui suonerà anche per intero Dookie e American Idiot rispettivamente per i 30 e per i 20 anni dall’uscita

 

Come fecero ad esempio anche gli U2 nel 2018 alla stazione di Grand Central-42nd Street, sulla banchina della fermata della metro 47th-50th Streets-Rockefeller Center di New York, qualche giorno fa si sono esibiti i Green Day, inizialmente camuffati come se fossero degli artisti di strada, insieme al popolare conduttore televisivo Jimmy Fallon. Oggi, 19 gennaio, è uscito su etichetta Reprise/Warner Records il nuovo album di inediti del gruppo, Saviors, che arriva a quattro anni di distanza dal precedente Father Of All Motherfuckers, e infatti alcuni brani del minilive in metro sono stati proprio quelli del nuovo lavoro. I Green Day hanno eseguito nell’occasione i nuovi pezzi Look Ma, No Brains! e Dilemma e poi Feel Like Makin’ Love dei Bad Company e Rock And Roll All Nite dei Kiss e infine i loro classici Basket Case e American Idiot.

 

https://www.youtube.com/watch?v=EiF28zBaOlI

 

https://www.youtube.com/watch?v=rNhypzrTQFk

 

Per presentare Saviors, la band ha tenuto anche alcuni concerti annunciati all’ultimo momento, tra cui quello dello scorso 7 novembre ai Magazzini Generali di Milano dinanzi a 800 persone che nel giro di pochi minuti hanno acquistato il biglietto per assistere all’evento.

Non mancherà ovviamente un tour in cui i Green Day presenteranno il nuovo album e torneranno in Italia il prossimo 16 giugno agli I-Days Milano presso l’Ippodromo Snai La Maura. La band suonerà peraltro dal vivo per intero sia Dookie che American Idiot, rispettivamente per i 30 e per i 20 anni dall’uscita. Entrambi i lavori, così come il nuovo disco, sono prodotti da Rob Cavallo.

Amy Winehouse - Trailer Biopic

Amy Winehouse, online il trailer del biopic “Back To Black”

È disponibile il primo trailer di Back To Black, biopic che racconta la storia di Amy Winehouse, qui interpretata da Marisa Abela

 

È disponibile il primo trailer di Back To Black, biopic che racconta la storia di Amy Winehouse:

 

 

“Non scrivo canzoni per essere famosa, scrivo canzoni perché non saprei cosa fare” è la dichiarazione della cantante a inizio trailer. Amy Winehouse è qui interpretata da Marisa Abela, vista di recente nel film Barbie. Il biopic è diretto da Sam Taylor-Johnson (Nowhere Boy, Cinquanta sfumature di grigio) ed è il primo film di questo tipo ispirato alla cantante, dopo alcuni documentari, tra cui Amy del 2015, che vedeva alla regia Asif Kapadia e si è aggiudicato l’Oscar per il miglior documentario.

 

Back To Black sarà incentrato principalmente sulla relazione con l’ex marito Blake Fielder-Civil, qui interpretato da Jack O’Connell, e sul conseguente lancio del secondo album, uscito nel 2006, che si intitola proprio come il biopic. Il film parte comunque dagli esordi della carriera della cantante, scomparsa nel 2011 a soli 27 anni.

 

Per quanto riguarda l’uscita nelle sale, per il momento Back To Black uscirà nei cinema britannici il 12 aprile, mentre sarà disponibile in quelli statunitensi dal prossimo 10 maggio.

David Bowie - Parigi - vinile Record Store Day - Jam TV

David Bowie – Parigi gli ha dedicato una strada

Per l’anniversario dalla nascita e dalla scomparsa di David Bowie Parigi gli ha intitolato una strada e poi, per il Record Store Day…

Ci manca anche perché negli ultimi anni, quasi a sorpresa, era tornato con nuova musica e con nuovi album. Da quando è venuto a mancare, poi, nei giorni tra l’8 e il 10 gennaio, a maggior ragione si ricorda David Bowie.

Ebbene, l’8 gennaio di quest’anno, in occasione di quello che sarebbe stato il suo 77° compleanno, nel distretto sud-est di Parigi, è stata inaugurata una strada che porta il suo nome. Passeggiando per la capitale francese, infatti, da qualche giorno si può imboccare Rue David Bowie, una strada fortemente voluta da Jérôme Coumet, sindaco del 13esimo arrondissement e grande fan bowiano dichiarato. Dopo la sua proposta del 2020, ora Rue David Bowie è una via di 50 metri situata nei pressi di alcuni moderni edifici, tra cui le sedi del quotidiano Le Monde e del settimanale L’Obs, ex Le Nouvel Observateur fino al 2014. Lì vicino c’è anche la stazione ferroviaria di Austerlitz e si tratta di una strada nuova creata di recente e nell’ambito di un rinnovamento del quartiere. Rue David Bowie non ha rimpiazzato una via che precedentemente aveva un altro nome, insomma, ed è la prima strada che porta il nome di colui che ci ha lasciato il 10 gennaio 2016. I suoi legami con Parigi riguardano principalmente il suo primo concerto fuori dal Regno Unito all’età di 18 anni e poi sulle rive della Senna fece la proposta di matrimonio alla sua futura seconda moglie Iman che poi avrebbe sposato il 6 giugno 1992 a Firenze.

Le celebrazioni sono poi proseguite con un’esposizione curata da due amici di Bowie, il fotografo Geoff MacCormack e il pittore George Underwood: quest’ultimo è quello che in adolescenza diede un pugno nell’occhio sinistro a David Bowie a seguito di una lite per una ragazza e gli cambiò per sempre i connotati; risultato: due occhi di colore diverso dal punto di vista estetico a causa della midriasi permanente, cioè la dilatazione perenne della pupilla di sinistra. I due sarebbero rimasti amici anche dopo l’episodio e George Underwood farà parte del team creativo per la realizzazione delle copertine di Hunky Dory e The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars. A proposito di quest’ultimo album ci sono allora novità bowiane anche dal punto di vista discografico, perché, com’è ormai consuetudine, l’8 gennaio viene annunciata sempre qualche uscita e quindi è attesa per il 20 aprile di quest’anno, 2024, in occasione del Record Store Day, la pubblicazione di uno speciale vinile in edizione limitata di David Bowie dal titolo Waiting In The Sky (Before The Starman Came To Earth).

Il lavoro è tratto dai nastri dei Trident Studios di Londra in cui Bowie aveva registrato, tra gli altri, The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spiders From Mars e contiene la tracklist provvisoria di quell’album prima che poi venisse pubblicato nel 1972. Ci sono quindi pezzi che non avrebbero fatto parte della versione definitiva dell’album e che poi avrebbero visto la luce come b-side di alcuni singoli come ad esempio Round And Round, cover di Chuck Berry, al posto di Starman, e poi ci sono Amsterdam, Holy Holy e Velvet Goldmine, mentre nell’album definitivo avremmo ascoltato Suffragette City e Rock ‘n’ Roll Suicide, oltre alla cover di Ron Davies di It Ain’t Easy, che originariamente avrebbe dovuto far parte dell’album precedente, Hunky Dory.

Ci mancano tanti grandi artisti che non sono più tra noi e allora ci manca senz’altro anche David Bowie, ma come per tutti i grandi artisti la sua musica rimarrà per sempre e noi non potremo far altro che continuare ad ascoltarla.

Jimmy Page - 80 anni

Jimmy Page compie 80 anni

Jimmy Page, uno dei più grandi chitarristi di tutti i tempi, nonché fondatore dei Led Zeppelin, compie oggi 80 anni

 

Jimmy Page, grande chitarrista fondatore dei Led Zeppelin, compie oggi 80 anni.

 

Suona come session man tra gli altri per Who, Donovan e Kinks, poi si unisce agli Yardbirds; dalle ceneri di quel gruppo nasceranno per breve tempo i New Yardbirds e poi definitivamente i Led Zeppelin.

Con gli Yardbirds nel 1992 e con i Led Zeppelin nel 1995 Jimmy Page è stato inserito ufficialmente due volte nella Rock & Roll Hall of Fame. Il chitarrista è tornato inoltre ad esibirsi proprio nel corso della cerimonia di quest’anno al Barclays Center di Brooklyn, New York, suonando Rumble per rendere omaggio a Link Wray, chitarrista scomparso il 5 novembre 2005, al quale è stato assegnato il Musical Influence Award.

Page è salito sul palco per esibirsi per l’ultima volta con gli altri Led Zeppelin Robert Plant e John Paul Jones e con Jason Bonham, figlio del compianto John, alla batteria, nella reunion del 10 dicembre 2007 alla O2 Arena di Londra: era quello il concerto di beneficenza in cui è stato commemorato lo storico patron dell’Atlantic Records Ahmet Ertegün, all’epoca venuto a mancare da poco; da lì sarebbero stati poi ricavati nel 2012 il film concerto e l’album Celebration Day e lo stesso anno i Led Zeppelin avrebbero ricevuto il premio per il loro contributo “alla vita culturale della nazione statunitense e del mondo” ai Kennedy Center Honors, nel corso della cerimonia annuale con l’allora Presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

 

Happy birthday Jimmy!

 

Johnny Cash e June Carter Cash

June Carter Cash, in arrivo il documentario su Paramount+ – Guarda il trailer

June, la storia di June Carter Cash, è il titolo del documentario che sarà disponibile dal prossimo 17 gennaio su Paramount+

 

Sarà disponibile dal 17 gennaio su Paramount+ June, il documentario che esplora la vita e la carriera di June Carter Cash.

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Paramount+ Italia (@paramountplusit)

Diretto da Kristen Vaurio, vincitrice di un Emmy per il documentario Alex Gibney Going Clear: Scientology & The Prison of Belief, già nei primi secondi del trailer di June la domanda che pone la cantante country Kacey Musgraves è “chi è June Carter Cash?”; e la risposta, ovviamente, non si riduce al solo fatto di essere stata la seconda moglie di Johnny Cash, anzi.

Come si vede da questa breve presentazione, il documentario è incentrato sulla vita artistica di June, a partire dagli esordi in cui si esibiva con la Carter Family, grande dinastie della musica country; dal 1968 è stata poi sposata con Johnny Cash e la loro unione è durata fino al 2003, anno in cui, a distanza di pochi mesi l’uno dall’altro, sono venuti a mancare entrambi. E poi si parla di Ring Of Fire, brano scritto dalla stessa June e dalla cantante Merle Kilgore, che sarebbe poi stato portato al successo da Johnny Cash nel 1963.

 

“Se sei sposata con Johnny Cash, devi essere forte” dice a un certo punto Willie Nelson, uno degli intervistati all’interno del documentario. In June intervengono anche tanti altri artisti o personaggi legati più o meno direttamente a June Carter Cash, come ad esempio Dolly Parton o Reese Witherspoon, vincitrice di un Oscar per averla interpretata in Quando l’amore brucia l’anima – Walk The Line, film del 2005 diretto da James Mangold e basato sulla storia di Johnny Cash e del suo amore con June.

 

Infine, qui di seguito è possibile vedere il trailer del documentario:

1 6 7 8 165

Iscriviti alla Newsletter

Vuoi rimanere sempre aggiornato su rock e dintorni? Iscriviti alla nostra newsletter
per ricevere tutte le settimane nuovi video, contenuti esclusivi, interviste e tanto altro!