17/06/2022

Dieci grandi cover (+1) di Paul McCartney

Le cover più belle di brani a firma Paul McCartney

Più generazioni si sono cimentate in cover di Paul McCartney, ma anche più generi musicali. Per gli 80 anni di Sir Paul abbiamo selezionato allora dieci brani (+1), conosciuti nelle versioni dei Beatles o dello stesso McCartney, che sono stati in qualche modo significativi anche nelle versioni di altri artisti o gruppi:

 

1. The Rolling Stones

I Wanna Be Your Man

Il secondo singolo in carriera dei Rolling Stones è stato… un brano dei Beatles. Si tratta più precisamente di I Wanna Be Your Man, brano a firma Lennon-McCartney e che vede come principale autore quest’ultimo. Quando i due Beatles scoprirono infatti che gli Stones stavano cercando un nuovo singolo da registrare, diedero il loro brano al gruppo che ne fece il suo primo brano di successo nel 1963. Nella versione dei Beatles uscirà successivamente, ma sempre nel corso dello stesso anno, nel secondo album dei Fab Four, With The Beatles, per la voce di Ringo Starr, che la canterà nei concerti del gruppo fino al 1966 e la riprenderà anche per la sua carriera solista. Tutto questo ovviamente avvenne ben prima che venisse costruita ad arte la rivalità tra i due gruppi. I Rolling Stones hanno ripreso I Wanna Be Your Man dal vivo nei loro concerti sia nel tour dei 50 anni nel 2012, sia in quello dei 60 in questo 2022:

 

2. Elvis Costello

Penny Lane

Uno degli eventi più importanti per la carriera di Sir Paul McCartney è quello alla Casa Bianca in cui dinanzi alla famiglia Obama, con l’allora Barack presidente degli Stati Uniti, riceve il Premio Gershwin per la musica popolare dalla Biblioteca del Congresso, riconoscimento andato nelle prime due edizioni a Paul Simon e Stevie Wonder.

La sera del 2 giugno 2010 si tiene allora un concerto nella East Room della Casa Bianca con tanti ospiti che suonano cover di Paul McCartney e con lo stesso Sir Paul che chiuderà la serata con un set di un’ora e mezza.

Tra le cover più significative dell’evento anche quella di un superfan dei Fab Four e amico di Paul McCartney come Elvis Costello che esegue per l’occasione Penny Lane, brano del 1967 che viene registrato come singolo durante le session del Sgt. Pepper’s e che non sarà inserito all’interno del concept. Penny Lane è dedicato ad alcuni luoghi dell’infanzia di John Lennon e Paul McCartney, luoghi importanti anche per Elvis Costello e per la sua famiglia, come spiega nell’introduzione alla sua performance:

 

3. Crosby, Stills & Nash

Blackbird

Per quello che è conosciuto comunemente come White Album, Paul McCartney scrisse (e incise da solo) anche Blackbird. I Fab Four stavano registrando presso gli studi di Abbey Road il loro nuovo lavoro e tre musicisti, due americani e uno inglese, che stavano cercando di mettere su un nuovo gruppo, ascoltarono proprio Blackbird e decisero di farne una loro versione che non finì poi nel loro album di debutto che sarebbe uscito nel 1969 perché decisero che al suo interno avrebbero inserito solo brani originali.

Blackbird farà però parte a tutti gli effetti del repertorio live di Crosby, Stills & Nash che peraltro eseguiranno il brano come secondo del loro set nella notte del 17 agosto a Bethel, New York, per il Festival di Woodstock. I tre suonarono e cantarono quel brano anche nel corso del tour successivo alla reunion del 1982 che quell’anno aveva visto la pubblicazione di Daylight Again e dal quale è tratta la versione che possiamo vedere e ascoltare qui di seguito:

https://www.youtube.com/watch?v=s8CFluSB1Ds

 

4. James Taylor & Mavis Staples

Let It Be / Hey Jude

Oltre al Premio Gershwin, Paul McCartney nel 2010 è stato uno dei protagonisti dei Kennedy Center Honors, premi che vengono assegnati negli Stati Uniti a chi si è contraddistinto nell’arte e nella cultura. I riconoscimenti vengono conferiti dal 1978 a Washington presso il Kennedy Center e nell’occasione altri artisti omaggiano il premiato nel campo musicale, suonando i suoi brani; qui, il 5 dicembre 2010, due grandi come James Taylor e Mavis Staples hanno rifatto due grandi classici beatlesiani/mccartneyiani che non hanno bisogno di presentazioni:

 

5. Joe Cocker

She Came In Through The Bathroom Window

Questo brano è stato scritto da Paul McCartney per il White Album ed è dedicato a una fan che aveva fatto irruzione in casa sua. Fa parte del long medley finale che conteneva tutti brani non conclusi, messi insieme per formare un unico pezzo.

Pochi mesi dopo che i Beatles pubblicarono la loro versione, diedero il pezzo a Joe Cocker che ne fece uscire a sua volta una sua versione sempre nel 1969. La cover di Joe Cocker sarebbe stata poi utilizzata in All This and World War II, documentario musicale sulla seconda guerra mondiale uscito nel 1976 e con la colonna sonora composta da brani dei Beatles eseguiti da altri artisti di successo, tra cui Peter Gabriel, Elton John, Tina Turner, i Bee Gees e tanti altri:

 

6. Tommy Emmanuel

Day Tripper / Lady Madonna

Il grande chitarrista australiano famoso per il suo fingerpicking Tommy Emmanuel si è cimentato spesso in cover dei Beatles, come sa anche chi assiste abitualmente ai suoi live. Questo è un arrangiamento di Day Tripper e Lady Madonna che ha creato nel 1990 e che è stato perfezionato un po’ alla volta. Si tratta del medley originale, conosciuto nella versione del chitarrista anche come The Beatles Medley, e sarà pubblicato poi nell’album del 1993 The Journey Continues. Nelle esecuzioni dal vivo si può ascoltare anche in Center Stage del 2008 e in Live! Al Ryman del 2017:

 

7. Dave Grohl

Band On The Run

Tra i grandi amici di Paul McCartney c’è anche Dave Grohl. Il frontman dei Foo Fighters ed ex batterista dei Nirvana ne parla diffusamente anche nella sua autobiografia pubblicata nel 2021, The Storyteller, e racconta anche di quando ha reso omaggio a sir Paul alla Casa Bianca in occasione del Premio Gershwin.

Nell’occasione ha scelto Band On The Run, brano che dà anche il titolo al quinto album di Paul McCartney and Wings, che uscì nel 1973, e che Dave Grohl ha registrato anche con i suoi Foo Fighters:

https://www.youtube.com/watch?v=M3yomVIvN1A

 

8. Brad Mehldau

For No One

Anche il mondo del jazz non può non essere attento ai Beatles ed è questo il caso del pianista Brad Mehldau che in un concerto del 20 settembre 2020 alla Philharmonie di Parigi ha suonato vari pezzi dei Fab Four e non solo.

Qui c’è tutto il concerto Brad Mehldau plays The Beatles (and More) e noi da lì abbiamo selezionato For No One, pezzo principalmente di McCartney, contenuto in Revolver:

 

 

9. Stevie Wonder

We Can Work It Out

Tra i singoli pubblicati nel 1965 dai Beatles c’era anche We Can Work It Out, brano scritto principalmente da McCartney e uno dei brani (si dice) ispirato dalla relazione con la fidanzata dell’epoca, l’attrice Jane Asher. Qui lo ascoltiamo sempre nel corso del Premio Gershwin conferito a Sir Paul alla Casa Bianca nel 2010 nella versione di Stevie Wonder. Quest’ultimo tornerà poi sul palco per la performance di Paul McCartney e per eseguire insieme a lui Ebony And Ivory, brano che registrarono e pubblicarono insieme nel 1982 e che non avevano mai suonato insieme dal vivo:

 

10. Guns N’ Roses

Live And Let Die

Paul McCartney si riunì col produttore dei Beatles George Martin nel 1973 per questo brano, commissionatogli per la colonna sonora del film di James Bond che aveva lo stesso titolo e che vedeva per la prima volta Roger Moore nei panni dell’agente 007. La versione dei Guns N’ Roses nel 1991 diventerà un singolo di successo del gruppo, estratto in quel caso dall’album Use Your Illusion I:

 

11. Marvin Gaye

Yesterday

Non poteva mancare in questa selezione il brano con più cover di sempre secondo il Guinness World Records con oltre 1600 versioni registrate.

La fine di una storia d’amore raccontata da Paul McCartney nel 1965 con i Beatles vede tanti interpreti illustri e noi abbiamo scelto la versione soul, jazz, blues di Marvin Gaye. Questa cover esce nell’album pubblicato a inizio 1970, That’s The Way Love Is:

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