«Sono sempre impaziente di salire su un palco, sempre alla ricerca dello show perfetto». Albert Lee, uno dei più grandi chitarristi del country rock, torna in Italia il 20 ottobre per l’unica data nel nostro Paese del suo tour Alive and Well. «Spero sempre che il prossimo show sia migliore del precedente – racconta. – In ogni live ci sono un gran numero di varianti, l’acustica, il pubblico o l’equipaggiamento che può dare qualche problema. Ogni serata è qualcosa di unico».
Classe 1943, nonostante una carriera durata più di cinquant’anni e che lo ha visto tra i protagonisti della storia della musica accanto ad artisti come Eric Clapton, Joe Cocker, Everly Brothers ed Emmylou Harris, Lee non sembra minimanente intenzionato a fermarsi. Il chitarrista si esibirà nel Teatro Toscanini di Chiari, in provincia di Brescia, con la sua band, formata da John J.T. Thomas alle tastiere, Will Mcgregor al basso e Jason Harrison Smith alla batteria. In apertura i Flesh and Bones. «Amo suonare, è l’unica cosa che so fare ed è quello che ho fatto tutta la vita. Sono felice che le persone paghino per venire a vedermi; certo, i viaggi che durano ore in pulmino sono sfiancanti, molto meglio stare sul palco».
Cosa voleva dire essere un musicista country in Inghilterra, quando tutti amavano il rock?
Alla fine degli anni ’60 ho avuto una piccola country band per circa diciotto mesi, ma tutti ci consideravano come musicisti di seconda scelta. Tutti volevano che Clapton suonasse il blues, e io non ero guardato con molto interesse. Mi è toccato trasferirmi negli Stati Uniti per avere delle conferme che stessi facendo qualcosa di valido.
Country Boy è uno dei suoi pezzi più conosciuti. Come è nato?
Stavamo scrivendo le canzoni per il nostro primo album con gli Heads Hands & Feet e avevamo deciso che mancava un brano che fosse davvero in grado di adattarsi completamente al mio stile chitarristico. Questo pezzo è nato semplicemente così, ed è stato tra i più importanti della mia vita.
Alcuni brani presenti nella scaletta per il suo concerto in Italia?
Sicuramente mi toccherà Country Boy (ride ndr); ci saranno poi brani come Restless e Luxury Liner. Non eseguirò solo pezzi per chitarra però, ma anche delle piano ballads, perché mi piace suonare il piano e cantare. È una cosa che mi diverte molto proporre, perché le persone non se l’aspettano.
Nel 2014 è uscito Highwayman, il suo ultimo album come solista. Qualche progetto futuro?
Appena il tour sarà finito registrerò sicuramente alcune tracce. Saranno più che altro dei brani acustici, ho anche già contattato alcune persone per andare in studio di registrazione, a Londra.
Classe 1943, nonostante una carriera durata più di cinquant’anni e che lo ha visto tra i protagonisti della storia della musica accanto ad artisti come Eric Clapton, Joe Cocker, Everly Brothers ed Emmylou Harris, Lee non sembra minimanente intenzionato a fermarsi. Il chitarrista si esibirà nel Teatro Toscanini di Chiari, in provincia di Brescia, con la sua band, formata da John J.T. Thomas alle tastiere, Will Mcgregor al basso e Jason Harrison Smith alla batteria. In apertura i Flesh and Bones. «Amo suonare, è l’unica cosa che so fare ed è quello che ho fatto tutta la vita. Sono felice che le persone paghino per venire a vedermi; certo, i viaggi che durano ore in pulmino sono sfiancanti, molto meglio stare sul palco».
Cosa voleva dire essere un musicista country in Inghilterra, quando tutti amavano il rock?
Alla fine degli anni ’60 ho avuto una piccola country band per circa diciotto mesi, ma tutti ci consideravano come musicisti di seconda scelta. Tutti volevano che Clapton suonasse il blues, e io non ero guardato con molto interesse. Mi è toccato trasferirmi negli Stati Uniti per avere delle conferme che stessi facendo qualcosa di valido.
Country Boy è uno dei suoi pezzi più conosciuti. Come è nato?
Stavamo scrivendo le canzoni per il nostro primo album con gli Heads Hands & Feet e avevamo deciso che mancava un brano che fosse davvero in grado di adattarsi completamente al mio stile chitarristico. Questo pezzo è nato semplicemente così, ed è stato tra i più importanti della mia vita.
Alcuni brani presenti nella scaletta per il suo concerto in Italia?
Sicuramente mi toccherà Country Boy (ride ndr); ci saranno poi brani come Restless e Luxury Liner. Non eseguirò solo pezzi per chitarra però, ma anche delle piano ballads, perché mi piace suonare il piano e cantare. È una cosa che mi diverte molto proporre, perché le persone non se l’aspettano.
Nel 2014 è uscito Highwayman, il suo ultimo album come solista. Qualche progetto futuro?
Appena il tour sarà finito registrerò sicuramente alcune tracce. Saranno più che altro dei brani acustici, ho anche già contattato alcune persone per andare in studio di registrazione, a Londra.