Asbury Park: Lotta, Redenzione, Rock and Roll è il docufilm che sarà nelle sale cinematografiche italiane il 22, il 23 e il 24 maggio (l’elenco delle sale sul sito ufficiale di Nexo Digital).
La pellicola racconta la storia della cittadina del New Jersey con lo stesso nome e la colloca soprattutto nel contesto musicale in cui nasce quella miscela esplosiva di rock e soul che inizia ad affermarsi intorno alla fine degli anni ’60. Il docufilm, diretto dal regista Tom Jones, mette in risalto infatti il Jersey Sound attraverso le voci dei protagonisti di quella scena musicale, molto fertile grazie al proliferare di numerosissimi club e di musicisti bianchi e neri che spesso si univano e confluivano dopo i loro rispettivi concerti in un locale noto per le jam notturne come l’Upstage Club. Sono stati i musicisti stessi a dipingere le pareti del posto con vernici fluorescenti e a rendere psichedelica l’atmosfera del luogo, è stato invece Tom Potter, proprietario dell’Upstage, a procurare un’attrezzattura fissa per motivi pratici e per invogliare gli artisti a salire sul palco del suo locale e trascinare il pubblico sulle note dei grandi classici del rock ‘n’ roll di Little Richard, Chuck Berry e non solo. Nei ricordi di chi torna in quel luogo come Bruce Springsteen, Little Steven, Southside Johnny e gli altri è racchiusa tutta la leggerezza e la naturalezza con cui hanno creato il melting pot musicale che permetteva loro di trovare in un attimo l’intesa giusta per andare avanti fino all’alba.
Le rivolte razziali dell’estate del 1970 spazzarono via anche la scena musicale e resero Asbury Park un posto poco sicuro e in stato di abbandono.
Tra le scene inedite, il concerto al Paramount Theatre del 21 aprile 2017 dove si ritrovano tutti sul palco per rivivere quei momenti di improvvisazione, come quando Little Steven indica a Bruce Springsteen di cantare la seconda strofa di Bye Bye Johnny di Chuck Berry o come quando ognuno dei musicisti presenti si alterna nei soli di Lucille di Little Richard su invito del Boss e con un David Sancious davvero sensazionale dietro a tastiere e hammond, come affermato già nelle testimonianze dei vari intervistati che hanno collaborato alla realizzazione del docufilm. Sul gran finale di un altro grande classico come Johnny B. Goode sale sul palco la nuova generazione di musicisti in erba di Asbury Park che frequenta corsi di musica e si ritrova quindi in scena con Springsteen e tutti gli altri. Quest’ultima parte dei brani live è un contenuto speciale della fine del film e il fatto che i piccoli musicisti condividano il palco con i grandi dell’epoca serve a comprendere che tutto quello che c’era, in realtà, può continuare ad esserci anche cinquant’anni dopo.
Spesso è sufficiente la musica per unire e per “tornare a vivere”, come ad Asbury Park.
La pellicola racconta la storia della cittadina del New Jersey con lo stesso nome e la colloca soprattutto nel contesto musicale in cui nasce quella miscela esplosiva di rock e soul che inizia ad affermarsi intorno alla fine degli anni ’60. Il docufilm, diretto dal regista Tom Jones, mette in risalto infatti il Jersey Sound attraverso le voci dei protagonisti di quella scena musicale, molto fertile grazie al proliferare di numerosissimi club e di musicisti bianchi e neri che spesso si univano e confluivano dopo i loro rispettivi concerti in un locale noto per le jam notturne come l’Upstage Club. Sono stati i musicisti stessi a dipingere le pareti del posto con vernici fluorescenti e a rendere psichedelica l’atmosfera del luogo, è stato invece Tom Potter, proprietario dell’Upstage, a procurare un’attrezzattura fissa per motivi pratici e per invogliare gli artisti a salire sul palco del suo locale e trascinare il pubblico sulle note dei grandi classici del rock ‘n’ roll di Little Richard, Chuck Berry e non solo. Nei ricordi di chi torna in quel luogo come Bruce Springsteen, Little Steven, Southside Johnny e gli altri è racchiusa tutta la leggerezza e la naturalezza con cui hanno creato il melting pot musicale che permetteva loro di trovare in un attimo l’intesa giusta per andare avanti fino all’alba.
Le rivolte razziali dell’estate del 1970 spazzarono via anche la scena musicale e resero Asbury Park un posto poco sicuro e in stato di abbandono.
Tra le scene inedite, il concerto al Paramount Theatre del 21 aprile 2017 dove si ritrovano tutti sul palco per rivivere quei momenti di improvvisazione, come quando Little Steven indica a Bruce Springsteen di cantare la seconda strofa di Bye Bye Johnny di Chuck Berry o come quando ognuno dei musicisti presenti si alterna nei soli di Lucille di Little Richard su invito del Boss e con un David Sancious davvero sensazionale dietro a tastiere e hammond, come affermato già nelle testimonianze dei vari intervistati che hanno collaborato alla realizzazione del docufilm. Sul gran finale di un altro grande classico come Johnny B. Goode sale sul palco la nuova generazione di musicisti in erba di Asbury Park che frequenta corsi di musica e si ritrova quindi in scena con Springsteen e tutti gli altri. Quest’ultima parte dei brani live è un contenuto speciale della fine del film e il fatto che i piccoli musicisti condividano il palco con i grandi dell’epoca serve a comprendere che tutto quello che c’era, in realtà, può continuare ad esserci anche cinquant’anni dopo.
Spesso è sufficiente la musica per unire e per “tornare a vivere”, come ad Asbury Park.