Le parole di Ridley Scott, produttore del docufilm di Baillie Walsh su Bruce intitolato Springsteen & I, rendono bene l’idea: «Questo film meraviglioso fornisce una visione unica e straordinaria del feeling tra un artista e tutti coloro che sono così profondamente affezionati alla sua musica».
Proiettato in contemporanea mondiale il 22 luglio, con repliche in alcune città il 23 e il 24 (qui l’elenco dei cinema coinvolti), il film è stato assemblato selezionando materiale video inviato dai fan di tutto il mondo (perlopiù americani) che raccontano cosa significa e che ruolo ha avuto la musica di Springsteen nella loro vita, aneddoti e avventure on the road vissute inseguendo il proprio idolo. Il tutto inframmezzato da spezzoni live più o meno inediti, dai primissimi anni a oggi: si va da una primissima versione chitarra e voce di Growin’ Up filmata in un incerto bianco e nero fino alle esibizioni più recenti con la rinnovata E Street Band.
Il film può colpire sia il die hard fan che si identifica con i racconti e illustrare i motivi del fenomeno Springsteen a chi non l’ha capito fino in fondo perché ben documenta la passione e la dedizione dei fan. Come il tizio che, appena lasciato dalla fidanzata, viene consolato da Bruce in persona durante un concerto, oppure il finto Elvis che a Philadelphia riesce a cantare con lui coronando il sogno di una vita.
Dopo i titoli di coda c’è una gustosa sorpresa: una manciata di brani filmati l’estate scorsa ad Hyde Park, fra cui una strepitosa versione acustica di Thunder Road (in omaggio alla prima apparizione londinese del 1975) e il famigerato duetto finale con Paul McCartney, quello in cui alla fine staccarono la corrente… Tutto materiale già disponibile, ma visto e ascoltato al cinema fa davvero un altro effetto.