25/11/2013

Canzoni senza casa

Bruce Springsteen racconta il nuovo album “High Hopes”, nei negozi il 14 gennaio

Stavo lavorando a un disco di brani inediti tra i migliori dell’ultimo decennio quando Tom Morello, che sostituiva Steve durante le date australiane del tour, ci suggerì di aggiungere High Hopes alla scaletta dei concerti. Quel brano, scritto da Tim Scott McConnell della band losangelina Havalinas, l’avevo inciso negli anni ’90. Durante le prove del live abbiamo preparato il pezzo, poi con Tom alla chitarra abbiamo davvero spaccato. A metà tournée siamo andati a reinciderlo agli Studios 301 di Sydney insieme a Just Like Fire Would, brano dei Saints, uno dei primi gruppi punk australiani, peraltro uno dei miei preferiti (andatevi ad ascoltare I’m Stranded). Tom e la sua chitarra sono diventati la mia musa e hanno portato l’intero progetto a un livello superiore. Grazie per l’ispirazione, Tom.

Alcune di queste canzoni, American Skin e Ghost of Tom Joad, le conoscete già nelle loro versioni live. Ho pensato che fossero tra i pezzi migliori che io abbia scritto e meritavano una registrazione con tutti i crismi. The Wall l’ho suonata dal vivo qualche volta e rimane un brano a me molto caro. Il titolo e l’idea sono di Joe Grushecky, ma il brano è nato dopo che io e Patti abbiamo visitato il Vietnam Veterans Memorial a Washington. Si ispira ai miei ricordi di Walter Cichon, uno dei primi grandi rocker della costa del New Jersey. Insieme al fratello Ray (chitarrista che fu uno dei miei primi mentori) capitanava i Motifs, una rock band che stava sempre un passo avanti agli altri. Crudi, sexy e ribelli, erano gli eroi che tutti avrebbero voluto essere. Ma questi erano eroi raggiungibili, ci si poteva parlare e ci si poteva discutere di musica. Cool ma sempre accessibili, furono una fonte di ispirazione per me e per tanti giovani musicisti in attività nella zona centrale del New Jersey negli anni ‘60. Sebbene il mio personaggio in The Wall sia un marine, Walter in realtà era nell’esercito, compagnia A, 3° battaglione, 8° reggimento di fanteria. In sua presenza percepivo per la prima volta quell’aura di mistero della vera rockstar. Walter risultò disperso durante le operazioni in Vietnam nel marzo 1968. In qualche modo, nella mia mente si esibisce ancora regolarmente: quel suo modo di stare, di vestirsi, di tenere il tamburello, quel suo essere libero e rilassato. L’uomo che con il suo atteggiamento, la sua camminata, diceva «puoi dare contro a tutto questo, a tutto quello che c’è e che ti è stato insegnato – insegnato a temere e ad amare – e comunque ce la farai». Fu una terribile perdita per noi, i suoi cari e la scena musicale locale. Mi manca ancora.

Ho sempre pensato che queste canzoni dovessero essere pubblicate. Dai gangster di Harry’s Place ai coinquilini impreparati di Frankie Fell In Love (ricordi di quando io e Steve ce ne stavamo a bighellonare nel nostro appartamento di Asbury Park), dai viaggiatori nella terra desolata di Hunter Of Invisible Game fino al soldato e all’amico che va a trovarlo in The Wall, ero convinto che tutti questi brani meritassero una casa e un ascolto.
Sperando che vi piacciano,

Bruce Springsteen

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