Dal 2 al 4 settembre presso il Palazzo Appiani di Piombino (LI) avrà luogo la mostra Cover Green: un viaggio musicale attraverso alcune copertine che hanno fatto la storia del rock.
La mostra sarà inaugurata alle 19 di questa sera e quindi, a poche ore dall’inaugurazione, abbiamo scambiato qualche battuta al volo con uno degli ideatori, Luca Pallini. Classe 1957, è stato Assessore al Turismo di Piombino fino a tre anni fa e soprattutto è musicista e appassionato di musica. Andrea Fanetti, Massimo Panicucci e Federico Botti sono gli altri amici/appassionati che con lui hanno voluto dar vita a Cover Green.
Partiamo dal titolo della mostra: perché Cover Green?
Nasce da un’idea di Massimo Panicucci che ha abbinato il termine cover a evergreen, giusto perché riteniamo i vecchi vinili intramontabili e sempre d’attualità.
Avete privilegiato il prog anni ’70 in Italia e in Europa, giusto? Come mai questa scelta e cosa ci puoi anticipare più in generale di quello che vedremo all’interno della mostra?
La scelta è puramente romantica. Tutti noi abbiamo ascoltato quella musica e visto molti concerti dell’epoca (eravamo tutt’e quattro a Roma nel 1974 a vedere il concerto di presentazione di Selling England By The Pound dei Genesis).
Troveremo le copertine degli autori più rappresentativi: Roger Dean, Paul Whitehead, Storm Thorgerson etc. e in più anche le copertine del Sgt. Pepper’s dei Beatles, dei Procol Harum, dei Moody Blues… e poi tutti i maggiori gruppi del periodo.
I visitatori potranno ammirare anche pezzi unici o rari in Cover Green?
Purtroppo no. Abbiamo tutto ciò che ci serve ed anche dischi di un certo valore, ma non parliamo di dischi quotati migliaia di euro. Però un visitatore, oltre alle copertine suddette, potrà ammirare anche quelle di Garybaldi, Delirium, The Trip… tutte originali.
Nel prog spesso si ricercavano anche particolari forme di packaging. Ci sono quindi anche il “salvadanaio” del primo album del Banco del Mutuo Soccorso o il “quotidiano” di Thick As A Brick dei Jethro Tull?
Il “quotidiano” ce l’ho, messo anche bene, ma non riusciamo a collocarlo per un sistema di pannellature che non ce lo permettono. Il “salvadanaio” è tra i dischi che purtroppo non ho più… a quei tempi i dischi ce li scambiavamo e presenteremo una ristampa… la prima ristampa, ma sempre ristampa è.
Sono tanti i grafici divenuti famosi grazie alle copertine dei dischi. Secondo te sono anche le loro stesse copertine “parte della musica” o quelle copertine rappresentano comunque un elemento “extramusicale”?
Il mio modesto parere è che l’uno aveva bisogno dell’altro e viceversa. Roger Dean si è fatto conoscere realizzando cover per gli Yes ma loro stessi hanno beneficiato dell’impatto grafico, così come per le copertine di Paul Whitehead dei Genesis o per il lavoro svolto da Hipgnosis e in particolar modo da Storm Thorgerson per i Pink Floyd.
In questi giorni avete in programma anche incontri e altre iniziative nell’ambito della mostra, vero?
Sì. La mostra avrà la durata di tre giorni, dal 2 al 4 settembre. Siamo stracontenti che abbiano accettato il nostro invito Donato Zoppo (per me il libro da lui scritto sul prog è veramente stupendo) e Bruno Casini. Entrambi presenteranno i loro ultimi lavori stasera dalle 21.30 in poi, mentre per il 4 è prevista l’esibizione di una cover band dei Genesis. Volevamo gli originali, ma avevano altri impegni (ride, ndr)!
Unico appuntamento di Cover Green solo a Piombino?
Mi sono accorto che metterla in piedi è tutt’altro che semplice, sono giorni di lavoro… Intanto speriamo che vada bene questa. Poi è chiaro che se tutto dovesse procedere al meglio, perché non dovremmo spostarci anche in altre città?
La mostra sarà inaugurata alle 19 di questa sera e quindi, a poche ore dall’inaugurazione, abbiamo scambiato qualche battuta al volo con uno degli ideatori, Luca Pallini. Classe 1957, è stato Assessore al Turismo di Piombino fino a tre anni fa e soprattutto è musicista e appassionato di musica. Andrea Fanetti, Massimo Panicucci e Federico Botti sono gli altri amici/appassionati che con lui hanno voluto dar vita a Cover Green.
Partiamo dal titolo della mostra: perché Cover Green?
Nasce da un’idea di Massimo Panicucci che ha abbinato il termine cover a evergreen, giusto perché riteniamo i vecchi vinili intramontabili e sempre d’attualità.
Avete privilegiato il prog anni ’70 in Italia e in Europa, giusto? Come mai questa scelta e cosa ci puoi anticipare più in generale di quello che vedremo all’interno della mostra?
La scelta è puramente romantica. Tutti noi abbiamo ascoltato quella musica e visto molti concerti dell’epoca (eravamo tutt’e quattro a Roma nel 1974 a vedere il concerto di presentazione di Selling England By The Pound dei Genesis).
Troveremo le copertine degli autori più rappresentativi: Roger Dean, Paul Whitehead, Storm Thorgerson etc. e in più anche le copertine del Sgt. Pepper’s dei Beatles, dei Procol Harum, dei Moody Blues… e poi tutti i maggiori gruppi del periodo.
I visitatori potranno ammirare anche pezzi unici o rari in Cover Green?
Purtroppo no. Abbiamo tutto ciò che ci serve ed anche dischi di un certo valore, ma non parliamo di dischi quotati migliaia di euro. Però un visitatore, oltre alle copertine suddette, potrà ammirare anche quelle di Garybaldi, Delirium, The Trip… tutte originali.
Nel prog spesso si ricercavano anche particolari forme di packaging. Ci sono quindi anche il “salvadanaio” del primo album del Banco del Mutuo Soccorso o il “quotidiano” di Thick As A Brick dei Jethro Tull?
Il “quotidiano” ce l’ho, messo anche bene, ma non riusciamo a collocarlo per un sistema di pannellature che non ce lo permettono. Il “salvadanaio” è tra i dischi che purtroppo non ho più… a quei tempi i dischi ce li scambiavamo e presenteremo una ristampa… la prima ristampa, ma sempre ristampa è.
Sono tanti i grafici divenuti famosi grazie alle copertine dei dischi. Secondo te sono anche le loro stesse copertine “parte della musica” o quelle copertine rappresentano comunque un elemento “extramusicale”?
Il mio modesto parere è che l’uno aveva bisogno dell’altro e viceversa. Roger Dean si è fatto conoscere realizzando cover per gli Yes ma loro stessi hanno beneficiato dell’impatto grafico, così come per le copertine di Paul Whitehead dei Genesis o per il lavoro svolto da Hipgnosis e in particolar modo da Storm Thorgerson per i Pink Floyd.
In questi giorni avete in programma anche incontri e altre iniziative nell’ambito della mostra, vero?
Sì. La mostra avrà la durata di tre giorni, dal 2 al 4 settembre. Siamo stracontenti che abbiano accettato il nostro invito Donato Zoppo (per me il libro da lui scritto sul prog è veramente stupendo) e Bruno Casini. Entrambi presenteranno i loro ultimi lavori stasera dalle 21.30 in poi, mentre per il 4 è prevista l’esibizione di una cover band dei Genesis. Volevamo gli originali, ma avevano altri impegni (ride, ndr)!
Unico appuntamento di Cover Green solo a Piombino?
Mi sono accorto che metterla in piedi è tutt’altro che semplice, sono giorni di lavoro… Intanto speriamo che vada bene questa. Poi è chiaro che se tutto dovesse procedere al meglio, perché non dovremmo spostarci anche in altre città?