21/04/2016

Gianni Maroccolo

Lo storico bassista di Litfiba e CSI abbraccia il pubblico di Milano con tanti amici sul palco e nel ricordo del compianto Claudio Rocchi
Tra una canzone e l’altra lo storico bassista di Litfiba e CSI scherza col pubblico e racconta com’è nata quest’idea, a partire da Via de Bardi 32, l’indirizzo della storica cantina di Firenze dalla quale ebbe origine la storia dei Litfiba, fino a vdb23, ultimo disco realizzato con Claudio Rocchi.
Parte da qui Nulla è andato perso – da Via de Bardi 32 a vdb23, il tour in cui Gianni Maroccolo è per la prima volta al centro del palco.
I concerti sono inevitabilmente dedicati a Claudio Rocchi e non costituiscono una vera celebrazione del meglio di tutti questi anni di carriera di Marok. È così anche per questa tappa di Milano.
 
È già 12 marzo perché il concerto inizia circa venti minuti dopo la mezzanotte (il bassista ha deciso così, vista la concomitanza del live degli amici Marlene Kuntz al Fabrique).
A un certo punto quindi Gianni Maroccolo sale sul palco ed è subito “circondato” piacevolmente dai compagni di una vita in tour con lui e cioè da Antonio Aiazzi e Andrea Chimenti, oltre che da Beppe Brotto e Simone Filippi, conosciuti più di recente.
Il live inizia dagli hugs che dispensava con affetto Claudio e quindi dagli abbracci della lunga Rinascere Hugs suite da vdb23.
La band ha un ottimo sound, complice sicuramente l’amicizia di quasi quarant’anni tra i due ex Litfiba Marok e “Il Marchese” Aiazzi, ma non solo. 
Anche Andrea Chimenti, come si diceva, è un compagno di vecchia data di Gianni, poiché anche lui con i suoi Moda provava nella celebre cantina di Via de Bardi 32. La sua classe è determinante per passare attraverso tutti i pezzi in scaletta (da Peste o Versante Est dei Litfiba ad Inquieto o Ongii dei CSI, da S.S. dei naufragati di Vinicio Capossela alla sua Non accenderti solo per citarne alcuni). Il cantautore dimostra infatti come sempre di essere anche un grande interprete al servizio di ogni singolo brano.
Beppe Brotto, amico di Claudio Rocchi, è perfettamente a suo agio con sitar ed esraj in vdb23 e a maggior ragione nel live dà un tocco mistico ai vari arrangiamenti, così come Simone Filippi (Üstmamò e più di recente anche post-CSI sempre con Gianni) si diverte con la batteria a sottolineare le varie dinamiche del concerto, tipo quella più energica e rock di Perché il mio amore cantata da chi originariamente l’aveva scritta e interpretata e cioè Fausto Rossi, già noto come Faust’O.
Nelle quasi tre ore di live il bassista e i suoi amici infatti coinvolgono man mano anche alcuni ospiti, come da abitudine pure per le altre tappe del tour. E quindi fanno visita al gruppo Marco Olivotto, Vittorio Cosma, Alessandra Celletti (che col suo tocco ed il suo contributo sfugge in maniera elegante alla semplice definizione di pianista classica, come quando suona ad esempio Annarella dei CCCP) e, appunto, Fausto Rossi.
 
Prima dei bis la voce di Claudio Rocchi risuona sulle note di Nulla è andato perso e il viaggio del live da via de Bardi 32 a vdb23 volge al termine.
Hugs.
 
 
Scaletta del concerto di Milano:
La realtà non esiste
Rinascere Hugs suite (con Alessandra Celletti e Marco Olivotto)
Nights and Storms (con Vittorio Cosma)
Aria di Rivoluzione
S.S. dei naufragati
Peste
Versante Est
Inquieto
Perché il mio amore (con Fausto Rossi)
LD7M
La battaglia
Cori descrittivi di stati d’animo di Didone
Non accenderti
Nulla è andato perso
 
Encore:
Opening (con Alessandra Celletti)
Annarella (con Alessandra Celletti)
Ongii
Maria Walewska
 
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