C’è stata un’epoca in cui non si parlava genericamente di autori in ambito musicale. C’era infatti chi si occupava soltanto delle parole, quelle che poi venivano plasmate in funzione delle canzoni, e per questo motivo veniva definito “paroliere”. E tra i più stimati e influenti parolieri del bel Paese c’era senz’altro anche Giorgio Calabrese, autentico punto di riferimento per la musica italiana, venuto a mancare due giorni fa (lo scorso 31 marzo) all’età di 86 anni.
Per ricordarlo abbiamo raggiunto telefonicamente Zibba. Nel 2013 infatti uscì E Sottolineo Se, un intero album caratterizzato da brani scritti da Giorgio Calabrese, reinterpretati e riarrangiati per l’occasione dal cantautore ligure e dai suoi Almalibre.
«Ho conosciuto Giorgio durante una versione invernale del Premio Bindi e poi l’ho incontrato di nuovo al Bindi nel 2011, anno in cui vinsi il premio – ricorda Zibba. – In quell’occasione cantai Se Ci Sei, brano di Umberto Bindi scritto da Giorgio, e alla fine ricordo che gli portai questo disco da autografare. Giorgio si firmò in modo strano: oltre a mettere la sua firma, scrisse infatti ‘Il Sopravvissuto’. Chiesi il perché di questa dedica così particolare e lui mi fece capire che era sopravvissuto a tanti artisti per cui aveva scritto e di quell’album alla fine era l’unico dei due ancora vivo».
Zibba ebbe da lì l’idea per E Sottolineo Se: «Pensai che se effettivamente si vuol fare un omaggio a un artista è molto meglio farglielo da vivo, così puoi anche comunicargli questa cosa – dice. – Mi sembrava più carino non aspettare questo momento e fare prima questo omaggio a Giorgio, visto che lo considero uno degli autori più bravi e più influenti».
Giorgio Calabrese è stato anche talent scout, autore televisivo, ma, come si diceva, soprattutto paroliere. Tra i suoi brani più famosi (se non il più famoso) sicuramente figura E Se Domani portato al successo da Mina, ma la sua penna è stata fondamentale anche per la scuola genovese di Gino Paoli, Umberto Bindi, Bruno Lauzi, Luigi Tenco, Fabrizio De André… e poi ha adattato in italiano testi di Juliette Greco e di Charles Aznavour, ha scritto per Nicola Arigliano, Milva, Ornella Vanoni, Adriano Celentano…
E a tal proposito aggiunge Zibba: «Giorgio ha scritto tante canzoni importanti per il pop come E Se Domani che tutti conoscono, ma ha composto anche brani passati inosservati dal punto di vista della classifica, ma molto importanti per la nostra storia. Dopo averlo conosciuto sia personalmente che artisticamente, posso dire che mi ha aiutato tanto nel mio modo di scrivere.
La ricerca fatta per quell’album (il già citato E Sottolineo Se, ndr) mi ha stimolato per scrivere altre cose. Ho preso tutto come insegnamento – prosegue ancora il cantautore ligure. – Tante volte la semplicità va a favore della canzone e la cosa che mi aveva stupito di Giorgio è che alla base delle sue canzoni c’era sempre un’idea fortissima, a volte espressa con poche parole. E quindi ho rivalutato un pochino tutto quanto. Non che prima non avessi quest’attenzione, ma, sai, stavo diventando un autore, stavo cominciando a scrivere per altri… Lui lo aveva fatto per tanti anni e in qualche modo mi ha aiutato a fare questa professione, dandomi anche indirettamente dei consigli molto preziosi.
La sua eredità, quella di Sergio Bardotti e quella di tanti altri autori di quell’epoca sono fondamentali anche per i cantautori attuali.
Il loro lavoro non è stato per nulla vano»…
Per ricordarlo abbiamo raggiunto telefonicamente Zibba. Nel 2013 infatti uscì E Sottolineo Se, un intero album caratterizzato da brani scritti da Giorgio Calabrese, reinterpretati e riarrangiati per l’occasione dal cantautore ligure e dai suoi Almalibre.
«Ho conosciuto Giorgio durante una versione invernale del Premio Bindi e poi l’ho incontrato di nuovo al Bindi nel 2011, anno in cui vinsi il premio – ricorda Zibba. – In quell’occasione cantai Se Ci Sei, brano di Umberto Bindi scritto da Giorgio, e alla fine ricordo che gli portai questo disco da autografare. Giorgio si firmò in modo strano: oltre a mettere la sua firma, scrisse infatti ‘Il Sopravvissuto’. Chiesi il perché di questa dedica così particolare e lui mi fece capire che era sopravvissuto a tanti artisti per cui aveva scritto e di quell’album alla fine era l’unico dei due ancora vivo».
Zibba ebbe da lì l’idea per E Sottolineo Se: «Pensai che se effettivamente si vuol fare un omaggio a un artista è molto meglio farglielo da vivo, così puoi anche comunicargli questa cosa – dice. – Mi sembrava più carino non aspettare questo momento e fare prima questo omaggio a Giorgio, visto che lo considero uno degli autori più bravi e più influenti».
Giorgio Calabrese è stato anche talent scout, autore televisivo, ma, come si diceva, soprattutto paroliere. Tra i suoi brani più famosi (se non il più famoso) sicuramente figura E Se Domani portato al successo da Mina, ma la sua penna è stata fondamentale anche per la scuola genovese di Gino Paoli, Umberto Bindi, Bruno Lauzi, Luigi Tenco, Fabrizio De André… e poi ha adattato in italiano testi di Juliette Greco e di Charles Aznavour, ha scritto per Nicola Arigliano, Milva, Ornella Vanoni, Adriano Celentano…
E a tal proposito aggiunge Zibba: «Giorgio ha scritto tante canzoni importanti per il pop come E Se Domani che tutti conoscono, ma ha composto anche brani passati inosservati dal punto di vista della classifica, ma molto importanti per la nostra storia. Dopo averlo conosciuto sia personalmente che artisticamente, posso dire che mi ha aiutato tanto nel mio modo di scrivere.
La ricerca fatta per quell’album (il già citato E Sottolineo Se, ndr) mi ha stimolato per scrivere altre cose. Ho preso tutto come insegnamento – prosegue ancora il cantautore ligure. – Tante volte la semplicità va a favore della canzone e la cosa che mi aveva stupito di Giorgio è che alla base delle sue canzoni c’era sempre un’idea fortissima, a volte espressa con poche parole. E quindi ho rivalutato un pochino tutto quanto. Non che prima non avessi quest’attenzione, ma, sai, stavo diventando un autore, stavo cominciando a scrivere per altri… Lui lo aveva fatto per tanti anni e in qualche modo mi ha aiutato a fare questa professione, dandomi anche indirettamente dei consigli molto preziosi.
La sua eredità, quella di Sergio Bardotti e quella di tanti altri autori di quell’epoca sono fondamentali anche per i cantautori attuali.
Il loro lavoro non è stato per nulla vano»…