18/10/2014

Intervista a James Vincent McMorrow

Chacchierata telefonica con il cantante irlandese, che ci racconta la rivoluzione artistica del suo nuovo album “Post Tropical”, tra soul bianco e musica elettronica
“Probabilmente, il motivo per il quale vengo etichettato come folk singer è che quando ho inciso il mio primo disco avevo la barba e una chitarra”. Chi parla all’altro capo del telefono è James Vincent McMorrow, dalla sua casa di Dublino. Mentre chiacchiera con noi, il singer/songwriter irlandese sta approfittando di una pausa dal tour autunnale che lo vedrà sui palchi europei e statunitensi, e toccherà anche Milano il 17 ottobre, con un concerto al Circolo Arci Biko di Milano. “Sono un cantante soul, ma come musicista non mi etichetterei in nessuna maniera. Penso che le definizioni siano davvero strette e non significhino nulla. So di non aver mai fatto un disco o scritto una canzone folk in vita mia. Credo che alcune caratteristiche del mio aspetto che invece erano poco correlate con questo genere fossero parte delle discussioni intorno al mio primo album e non devo necessariamente essere d’accordo con le conclusioni che ne sono state tratte. Amo i musicisti folk e la musica folk nella sua forma più pura, ma è qualcosa di completamente differente da quello che io suono. Non voglio essere un artista di musica da revival, ma il miglior musicista possibile”.
 
Dopo l’esordio avvenuto quattro anni fa con Early In The Morning (Believe Recordings, 2010), McMorrow si è lentamente aperto un varco per uscire dai confini irlandesi: nel 2011 il suo album ha raggiunto il resto d’Europa e gli Stati Uniti – a onor del vero anche grazie alla bella spinta fornita dall’utilizzo del brano From The Woods nella serie televisiva Grey’s Anatomy – e nel 2012 ha vinto uno dei dieci European Border Breakers Award, premio riservato agli artisti riusciti ad affermarsi nel panorama internazionale con il loro primo disco.
Il 13 gennaio di quest’anno è uscito infine Post Tropical (Believe Recording, 2014), album con il quale McMorrow vorrebbe intraprendere una svolta definitiva. L’irlandese ha infatti cercato di superare quanto prodotto nel disco precedente, dedicandosi a una lunga ricerca stilistica e sonora, che, relegando in un cantuccio la chitarra acustica, l’ha portato nel territorio della musica elettronica. “In Post Tropical ho davvero il suono che desideravo, non c’è nulla che cambierei. Nel primo album non ho potuto realizzare le cose alla stessa maniera. Early In the Morning è uscito dal nulla, non avevo i soldi, le attrezzature adatte e le capacità per fare un disco, non c’era nessuno ad aiutarmi. A tutti gli effetti non avrebbe dovuto esistere. Ne ero davvero felice, una volta concluso, ma è stata un’esperienza unica. Penso che il resto della mia carriera sarà diverso. Il prossimo album sarà basato sulle cose che non ho sviluppato in Post Tropical e che verranno espanse, ma non credo prenderò idee da Early In The Morning, soprattutto in termini sonori. Ho avuto l’opportunità di fare un disco che è esattamente come doveva essere ed è una differenza chiave. Ho speso un sacco di tempo per creare un mondo mio, cercando di realizzare qualcosa che desse l’idea di un album elettronico ma con strumenti reali, caldo e freddo allo stesso tempo”.
 
Forse sarà inconsciamente allacciata anche a questo l’immagine di copertina di Post Tropical. Del resto è difficile non domandarsi cosa abbiano da spartire un fenicottero su una spiaggia e un orso su un iceberg, separati solo da un sottile lembo di mare. Il surreale artwork è stato disegnato e curato dalla fidanzata di McMorrow, la fotografa Emma Doyle, che già aveva scattato la foto per il vecchio disco e ha diretto poche settimane fa il video di Look Out. “C’è una specifica connessione tra la copertina dell’album, il suo nome e la musica in esso contenuta: sono tutte cose che non devono necessariamente avere un senso. Ho speso un sacco di tempo cercando una strada per far sì che tutte le mie idee funzionassero, anche se combinate rischiavano di sembrare senza significato.
La copertina è un pezzo d’arte, che ha al suo interno elementi che non dovrebbero essere insieme, ma funziona perché il dipinto è unitario e scenico. Componenti che naturalmente non si incontrano, iniziano ad avere un senso se vengono congiunte. Bisogna guardare all’illustrazione cercando di cogliere la sua bellezza, non per analizzarne i singoli elementi. Questo vale anche per ciò che si sente nel mio disco: non bisogna focalizzarsi su parti isolate, ma percepire l’insieme, ascoltarlo nella sua interezza”.
 
Il radicale cambiamento di direzione voluto da McMorrow si è riflettuto anche nella scelta del luogo nel quale registrare. Mentre Early In the Morning era stato inciso a Drogheda, in un piccolo studio vicino al mare sulla costa est dell’Irlanda, Post Tropical è invece stato prodotto in una fattoria a El Paso, a poche miglia dal confine messicano, dove il cantante si è ritirato in quasi totale isolamento, per non venire influenzato da altri nelle sue decisioni. “Penso che il luogo nel quale lavori abbia un gigantesco effetto su come lo fai e su quello che puoi ottenere. L’arte, che sia musica o qualsiasi altra espressione creativa, ha una grandissima risposta rispetto all’ambiente circostante. È inevitabile. Ti guardi intorno per cercare idee, trovi un sostegno in quello che fai. È straordinario essere in un posto dove puoi stare in studio, poi uscirne, andare a vedere qualcosa di bello e tornare indietro. Il primo e il secondo album sono stati registrati in due luoghi totalmente differenti, che però hanno avuto la capacità di aiutarmi nel momento giusto allo stesso modo”.
 
Per il 10 novembre è stata annunciata l’uscita della versione deluxe di Post Tropical, che conterrà i remix dei due singoli Cavalier e Glacier, le versioni live in solo di Red Dust e All Points e due pezzi inediti già ascoltabili sul sito ufficiale di McMorrow, You Know e When I Leave. Un brano, quest’ultimo, scritto e registrato tra camerini, stanze d’albergo e tour bus; una sorta di fotografia istantanea, come lui stesso lo definisce, capace di immortalare lo spirito del momento. “When I Leave è stata scritta mentre ero in tour; scrivo continuamente, quando sono in giro a fare concerti. Volevo creare qualcosa che le persone non si aspettassero. Penso che questa canzone abbia alcuni elementi di me che qualcuno è riuscito a cogliere, ma anche delle componenti che sono assolutamente inattese. Sono cresciuto ascoltando R&B e amo i cantanti R&B, anche se a volte trovo faticoso sentire coinvolgimento verso alcuni dei loro testi. Sono un timido ragazzo irlandese che non è abituato a essere al centro dell’attenzione, così non capisco canzoni che parlano di fregarsene di tutto, andare nei club o a donne. È qualcosa di lontano dalla mia esperienza di adolescente, dove tutto quello che facevo era uscire con gli amici, andare a ballare, passare una buona serata, avere una ragazza, poi tornarmene a casa. Volevo qualcosa che descrivesse solamente questa esperienza. È da qui che la canzone è uscita, ed è stato stupendo registrarla su un bus e poterla immediatamente dividere con qualcuno il giorno dopo. È una cosa che non ho mai fatto prima; produrre qualcosa lasciandola in una forma davvero ruvida, dicendo semplicemente ‘ecco qui'”.
 
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