12/01/2015

Intervista ai Santa Margaret

La “vendetta” del vinile sul digitale?
Un luogo antico, situato da qualche parte a Sud del mondo. Un calderone dove si mischiano tradizione e trasgressione, sacro e profano, diverse culture che plasmano un posto mitico, a metà tra terreno e spirituale. Questo e molto altro ancora è Santa Margaret, località immaginata e immaginifica dove si sono incontrati nel 2012 gli spiriti creativi del chitarrista delle Vibrazioni Stefano Verderi e della cantautrice Angelica Schiatti, supportati da Leonardo Angelicchio, Marco Cucuzzella e Ivo Barbieri.
Un luogo ancora più affascinante e allettante quando per arrivarci bisogna farsi strada tra gli ombrelli nel piovoso novembre milanese. È infatti nella sede della storica Carosello Records in Galleria del Corso che raggiungiamo la Schiatti e Verderi. I due ci raccontano del primo EP della band, Il suono analogico cova la sua vendetta (vol.1). Uscito il 30 ottobre, il disco è stato messo in commercio esclusivamente in vinile, l’arma perfetta per una tale rivalsa.
“È una vendetta che non ha vittime e non ne vuole fare, piuttosto pensiamo che sia arrivato il momento di lanciare un avvertimento. Il vinile sta tornando e stiamo notando questa riscoperta. Il lato B del disco dura diciotto minuti per invitare l’ascoltatore a non avere fretta, a non spaventarsi. Basta appoggiare la puntina, sedersi comodamente e godersi la musica; una volta era normale. Oggi si ascoltano le cose molto rapidamente o skippando. Un ascolto frammentato che finisce per distruggere la musica.
Il cd è un oggetto vetusto, che non è mai appartenuto solo alla musica, ci puoi mettere mille altre cose… È stato solo un tramite.”
“Non abbiamo nulla contro il digitale – dicono – ma è ora di fare un bilancio, di prendere ciò che c’è di buono nel presente senza buttare il passato. Spotify è un servizio eccezionale, però dovrebbe essere una specie di biblioteca per ascoltare prima di acquistare a scatola chiusa. La musica va posseduta. Se la paragoniamo ai libri è più facile da comprendere: un amante dei libri vuole avere il volume, si accorge che non è come leggerlo su un computer o un tablet. I vinili passano di mano in mano, di generazione in generazione, sono una cosa vera, concreta.”
 
La presa di posizione netta dei Santa Margaret non si limita semplicemente al supporto. Anche le tecniche utilizzate per incidere l’EP sono “filologiche”, con i registratori analogici a nastro delle Officine Meccaniche di Milano e strumenti musicali d’epoca. Una scelta che ha richiesto una dura preparazione.
“L’analogico presenta delle difficoltà – spiega Verderi. – Bisogna fare delle take buone dall’inizio alla fine, arrivare con le idee chiare sul risultato. Non puoi sperimentare o rifare, il nastro si deteriora e permette poche modifiche. Hai solo ventiquattro tracce a disposizione, anche questo è da tenere in conto. Però nel ’67 i Beatles con otto sono riusciti a produrre Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band.
È stato davvero impegnativo, ma ha rappresentato una bella esperienza, ci ha unito ancora di più come band.”
 
La ragione principale del successo dei Santa Margaret, che li ha fatti rapidamente balzare all’occhio di pubblico e critica, è l’interessante scelta di fondere un rock-blues dai tratti psichedelici con il gusto melodico della canzone d’autore italiana anni ’60. “Ci rifacciamo a un mondo sonoro che parte dal blues delle origini, visto con gli occhi di bianchi italiani del 2014. Il nostro appoggio musicale è nel rock inglese dei ’60, perché è lì che il blues è stato scoperto e portato in Europa, con band come Rolling Stones, Led Zeppelin o Pink Floyd. La parte italiana è costituita dalla lezione dei grandi cantautori. Questa unione è ciò che rende la nostra musica speciale. Stiamo preparando una cover di Bindi, Nisa e Califano, La musica è finita. È stato uno dei primi singoli incisi da Robert Plant quando ancora non era nei Led Zeppelin. La nostra tradizione è stata invidiata persino da un personaggio così importante.”
 
I Santa Margaret hanno debuttato dal vivo nel luglio 2013, niente meno che come gruppo spalla dei Deep Purple nel concerto all’Ippodromo delle Capannelle di Roma. Nell’autunno dello stesso anno hanno aperto entrambe le date italiane della cantante blues Beth Hart. Due esperienze che li hanno avvicinati ancora di più al panorama musicale dal quale traggono ispirazione.
“Quando apri un concerto, devi conquistare un pubblico che non è il tuo ed è una grossa sfida mentale. Però abbiamo avuto la fortuna di suonare con colossi del rock come i Deep Purple e Beth Hart, una voce femminile pazzesca.”
Angelica Schiatti in particolare ricorda ancora con emozione il suo esordio di fronte al grande pubblico: “Con i Deep Purple era la mia prima volta su un palco così grande e gli altri mi avevano messa in guardia, invece, ci hanno accolto benissimo e c’è stato addirittura chi ha chiesto il bis. Beth Hart non la conoscevamo bene, ho ascoltato qualche disco ed era stupefacente, mi sono detta ‘come faccio adesso?’. Con lei poi abbiamo trascorso del tempo e parlato molto. Mi ha fatto i complimenti e da lei ho imparato tanto.”
 
Come vuole la migliore delle tradizioni, anche la copertina è indispensabile nel messaggio dei Santa Margaret. Creata da uno degli illustratori italiani più conosciuti all’estero, nasconde un richiamo simbolico alla vendetta, che può trovare solo chi prova a guardare dove conduce la liquirizia con le sue… spire.
“La copertina dell’album è stata disegnata da Alessandro Gottardo, in arte Shout, un nostro amico – raccontano –. Ama la nostra musica, e ha saputo rappresentare appieno la nostra filosofia. Non siamo anacronistici, ci rendiamo conto che la musica deve arrivare a più persone possibile. Il disco in digitale lo regaliamo, ma il vinile ha in aggiunta un lato B, è giusto che chi lo compra abbia qualcosa in più. Il lato frontale è visibile anche nell’immagine digitale: una rotella di liquirizia che ricorda la forma di un disco. Solo guardando l’altro lato, però, quindi tenendo il disco fisico in mano, si può capire cosa si cela sul retro. La liquirizia è in realtà un serpente.”
 
Nel periodo natalizio appena trascorso la musica dei Santa Margaret è stata nei cinema. Il singolo Riderò è stato scelto infatti per il trailer e la colonna sonora del nuovo film di Aldo, Giovanni e Giacomo, Il ricco, il povero e il maggiordomo, insieme a Vieni a gridare con me, brano che sarà incluso nel prossimo lavoro del gruppo.
Uscito ad aprile 2014, Riderò è stato un vero trampolino di lancio, facendo vincere alla band il Coca-Cola Summer Festival della scorsa estate e il titolo di Artisti del mese per MTV New Generation.
Come ci racconta la Schiatti, il testo contiene una sintesi delle tematiche che hanno dato vita ai pezzi dell’EP: “Tutti i brani sono nati nello stesso periodo. Avevo ventitré anni e dovevo decidere cosa fare della mia vita. Mi stavo scontrando con la consapevolezza che è difficile realizzare i propri sogni, quasi impossibile, ma se non ci provi nemmeno, hai già fallito in partenza. Ci si lamenta davanti ai no e alle delusioni, ma è fatica sprecata, perché il tempo passa e magari più avanti ne riderai. Riderò parla proprio di questo. Il regista del videoclip ha poi interpretato alla sua maniera questo messaggio mettendo in scena il no più tipico che può ricevere un artista emergente, cioè il rifiuto discografico.
Nel disco c’è la voglia di fare, di uscire, ma anche lo sconforto e la rabbia che scaturiscono dal vedere tanti miei coetanei gettare la spugna. Uno sconforto e una rabbia con un risultato positivo e costruttivo. Portare avanti le proprie idee è l’unica cosa che spinge l’intelletto”.
 
Per quanto riguarda il futuro, i Santa Margaret non sono riusciti a superare le selezioni per Sanremo Giovani. Ed è ancora presto per stabilire se la loro “vendetta” continuerà effettivamente con un secondo volume o il gruppo farà una scelta diversa; alcuni brani sono già pronti e la band sta lavorando a del nuovo materiale: “Trattandosi di un progetto emergente tutto può cambiare da un giorno all’altro, a seconda delle possibilità che si presentano. Abbiamo registrato nella stessa sessione altri cinque brani e stiamo ancora scrivendo, quindi potrebbe uscire un secondo volume o piuttosto un LP che raccolga tutti i pezzi. Ci stiamo muovendo un po’ alla giornata, ma facendo così sono uscite tante belle occasioni”.

 

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