11/10/2016

La grande storia del rock a fumetti

L’inconfondibile tratto di Enzo Rizzi in 50 anni di vignette rock
Gli amanti del fumetto italiano conoscono sicuramente Enzo Rizzi: autore di Heavy Bone, il killer di rockstar, premiato come miglior autore italiano nel 2014, il disegnatore pugliese non è nuovo a lavori dedicati esplicitamente al rock, ma stavolta ha fatto di più. NPE ha pubblicato La grande storia del rock a fumetti (226 pagg. 25 euro), che segue un analogo lavoro dedicato al metal. Facciamo qualche domanda a Rizzi.
 
Nessun genere musicale si presta meglio alla narrazione visiva del rock. Rock e fumetti d’altro canto sono arti giovani…
… che sono cresciute e si sono sviluppate assieme, incontrandosi già agli inizi delle loro Storie, più volte. Nello spettacolo teatrale che in questi giorni sto portando in giro con mio fratello Wlady (cantante dei Mother Nature) parliamo proprio di questo. Mentre io, supportato da immagini che scorrono sullo schermo, racconto del connubio tra Musica e Fumetto, iniziato alla fine degli anni ’40 con i Juke Box Comics (albi a fumetti che raccontavano le vite dei cantanti del periodo, come ad esempio Perry Como), mio fratello spezza il racconto interpretando unplugged, brani famosi di quelle rockstar che appunto, dagli anni ’50 ad oggi, sono state protagoniste anche nei fumetti.
 
Nel 2014 hai pubblicato La storia del metal a fumetti, poco più di un anno dopo hai allargato l’orizzonte raccontando l’intera storia del rock. Al metal sei molto legato, qual è secondo te il suo ruolo al’interno della storia del rock?
Il Metal affonda le sue radici nel Rock. Un esempio su tutti… i Led Zeppelin sono Rock o sono Metal? Per me e la maggior parte degli appassionati sono Rock… Per tanti che trattano la musica in maniera superficiale e si fermano alle apparenze, sono il classico esempio di band “Heavy Metal” delle origini. È comunque un dato di fatto che il sound di tante band Metal affonda le radici nel Rock e nel Blues.
 
Il libro comincia proprio dal blues e da Robert Johnson: come ambiente oscuro e diabolico non c’era cosa migliore per partire…
Infatti. La leggenda dell’incontro con il diavolo, lì a quell’incrocio in Louisiana, è raccontata nei miei fumetti, in un’altra maniera. Johnson vicino al Mississipi incontra il mio zombie e non il Diavolo… ed è a lui che venderà l’anima.
 
Arriviamo a Heavy Bone, un personaggio al quale sei legato, quasi un marchio. Il serial killer di rockstar mette il suo zampino anche nella Grande storia del rock: come mai?
Perchè l’idea che sta alla base del mio fumetto è dare un volto alla così detta Maledizione del Rock. Non si è trattato di incidenti, non è stata colpa delle droghe, dell’alcol… è stata sempre e solo colpa di Heavy Bone. Solo ammazzando tutte le rockstar degne della sua considerazione, Heavy Bone potrà iniziare a scrivere la sua, di musica.
 
La storia del rock è inevitabilmente storia di icone: Elvis, Dylan, Lennon, fino a Kurt Cobain e Marilyn Manson. Da cosa hai preso spunto nel disegnarle? Foto, video, copertine, memoria personale?
La maggior parte delle foto che utilizzo come riferimento per le illustrazioni, le recupero in rete. Vado alla ricerca delle immagini meno scontate e che comunque riescano a trasmettere qualcosa del personaggio ritratto.
 
Dalla sinuosità di Iggy Pop al piglio messianico di Bono, dall’enigmatico David Bowie al ciuffo di Morrissey, ti sei scatenato attraversando un universo di espressioni, stili e fisicità. Quale rocker hai realizzato con immediatezza e quale invece ti ha dato difficoltà?
Diciamo che, nel caso delle band dove il protagonista è comunque il cantante e gli altri sono meno conosciuti, spesso ho trovato difficoltà a rendere le fattezze di questi ultimi… ma solo perchè nella maggior parte dei casi non sono volti a me familiari.
 
Dalla seconda metà degli anni ’60 il rock ha visto l’esplosione della cover art e per certi generi – prog e metal in particolare – l’elemento grafico è ancora oggi significativo. Quali sono le copertine che ritieni più importanti proprio per il contributo artistico?
Più che quelle importanti, ti segnalo alcune di quelle legate a filo doppio al “mondo-fumetto” e che appartengono ad album entrati comunque nella storia per la musica che contenevano: Cheap Thrills di Janis Joplin, con la copertina di un mito del fumetto underground, Robert Crumb, i Molly Hatchet con in copertina il Death Dealer di Frank Frazetta. E poi Surfin’ with the alien di Joe Satriani, con la copertina realizzata dal mitico John Byrne, disegnatore di Superman. Mi fermo qui ma potrei continuare all’infinito (è l’argomento di cui parlo nel mio “incontro/spettacolo”).
 
Il libro dedica uno spazio minore alla storia del rock dal post punk ad oggi, chiudendo con i Foo Fighters? Come mai questa scelta?
Semplice… per me il rock è morto negli anni ’70 (e lo ha ammazzato il mio Heavy Bone). Con questo non voglio dire che dopo non c’è stata buona musica, anzi. Il fatto è che quella buona musica che ascoltiamo oggi affonda le sue radici nel suono di band del passato. Credo siano poche le band ed i solisti che, nel corso degli ultimi anni abbiano dimostrato tutto il loro valore… ad esempio, considero Dave Grohl uno vero, Jack White uno vero (passione, trasporto e conoscenza della musica del passato), Ben Harper uno vero… infatti li troverai tutti nel mio volume.
 
Sezione importante anche per il rock italiano: vedere a fumetti Orme, Area, PFM, Banco e Goblin fa un certo effetto, contribuisce alla “storicizzazione”…
Vero. Anche in Italia si è suonato grande Rock, grazie a quelle band che ho citato ed a tante altre che non ho avuto il tempo di illustrare.
 
Cosa si muove nell’atelier creativo di Enzo Rizzi? Vedremo ancora rock a fumetti?
A Ottobre a Lucca Comics presenteremo il nuovo volume La Storia del Pop. Molti storceranno il naso nel vedere il mio zombie “sprecare parole” per il POP. Io stesso, quando NPE mi propose il progetto gli risposi con un NO categorico. Poi quando ho avuto il tempo di dare una lettura alle Bio di tante popstar e mi sono reso conto che ci sono stati più morti di droga, di alcol, pervertiti e quant’altro nella Pop-Music che nel Rock, mi sono convinto che dopo tutto, non sarebbe stato male raccontare anche le loro storie (ai testi ci sarà il prode Francesco Ceccamea).
Sto lavorando inoltre ad altri due progetti (oltre che a realizzare saltuariamente copertine di CD per rock band italiane e a lavorare per il sito Loud and Proud) di cui potrò dire qualcosina di più a fine anno.
 
 

 

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