(Foto di Dawid Laskowski)
Nel 2014 l’avevamo lasciato a riflettere su tutto quello che avrebbe potuto essere, …All That Might Have Been…, come s’intitolava il suo ultimo disco solista; oggi Peter Hammill si confronta invece con una diversa prospettiva, tra storie di illuminazione e realizzazione. «I brani del nuovo album raccontano di persone che riflettono sulle loro vite, sul passato, il presente e ciò che potrebbero diventare in futuro – racconta. – Come sempre, alcune di queste considerazioni si connettono anche con la mia esperienza diretta». Tra le personalità di spicco del panorama progressive inglese e membro fondatore dei Van Der Graaf Generator, Hammill torna quest’autunno con From the Trees, lavoro che promette di essere meno sperimentale rispetto alle ultime esperienze, addirittura dice «convenzionale, per quanto io possa riuscire ad esserlo». Le prime anticipazioni dicono infatti che l’album, in uscita il 3 novembre (e in vinile l’11), avrà una forma più intima e semplice, con arrangiamenti che permetteranno a Hammill – che ha registrato tutte le parti personalmente – di riproporlo in live senza accompagnamento. «In ogni disco cerco di fare qualcosa di diverso e stavolta volevo assolutamente che tutte le canzoni fossero concluse, prima di mettermi a registrarle – spiega l’artista. – È capitato spesso che entrassi in studio con un brandello di musica per vedere come avrebbe potuto evolversi in corso d’opera, ma in questo caso preferivo conoscere i pezzi, saperli già suonare. Volevo poi che fossero brani da poter eseguire in un live semplicemente con il piano o la chitarra non accompagnata, una cosa piuttosto inusuale rispetto agli ultimi anni. Queste scelte hanno sicuramente avuto un effetto sulle canzoni, mi hanno portato a togliere molte cose che sarebbero state superflue invece di costruire strutture enormi e complesse».
In attesa di conferme per quanto riguarda l’attività live nel 2018 sul fronte Van Der Graaf Generator, Hammill si è nel frattempo imbarcato in un tour che toccherà Giappone, Italia e Svezia, per la promozione di From The Trees. Sette le date nel nostro Paese, dal 9 al 17 novembre, passando il 13 all’Auditorium Toscanini di Chiari, in provincia di Brescia, e il 14 alla Salumeria della Musica di Milano.
Che significato ha il titolo From the Trees?
Deriva da un paio di modi di dire inglesi. Il primo è “non puoi vedere la foresta dagli alberi”, che significa che a volte non riesci a conoscere nemmeno ciò che si trova esattamente di fronte a te; l’altro invece è “attrarre gli uccelli fuori dagli alberi”, che è una similitudine utilizzata per descrivere un qualcosa di affascinante; sono idee scherzose, creano un bell’abbinamento con l’immagine di copertina.
Nel corso della sua carriera quali sono state le differenze tra i brani composti per i Van Der Graaf Generator e quelli da solista?
Mi piace avere sempre la consapevolezza di quale sia lo scopo della musica che scrivo. Quando componevo per i Van Der Graaf Generator nei ’60-’70, dovevo riuscire a creare qualcosa che, pur non trovando a volte d’accordo tutti i membri del gruppo, potesse almeno interessarli e li portasse a impegnarsi in ciò che facevamo insieme. Cantavo io, quindi la maggiore responsabilità nella trasmissione di un messaggio ricadeva su di me, ma il soggetto doveva comunque parlare di tutti noi, di un pensiero artistico condiviso. Quando invece scrivo per i miei progetti da solista ho la libertà di trattare qualsiasi tipo di argomento. È interessante notare però che negli ultimi anni la formazione in trio dei Van Der Graaf Generator ha avuto la stessa inclinazione: siamo tutti d’accordo nel trattare soggetti molto diversi, concedendoci la maggiore libertà possibile per quanto riguarda le sonorità, i testi e gli stili musicali.
Reinventarsi dopo una lunga storia artistica non è mai facile; la vostra musica recente non ha però l’aria di volersi rifare troppo al passato.
Quando abbiamo fatto il nostro ingresso nel XXI secolo, era chiaro fin da subito che non avremmo dovuto semplicemente ripetere quanto era stato fatto prima, ma dovevamo provare a fare qualcosa di nuovo. Ovviamente abbiamo comunque portato con noi il nostro bagaglio musicale; non era solo il desiderio di reinventarci, volevamo fare qualcosa di nuovo, trovare nuove sfide.
Dopo l’uscita di David Jackson dalla band, quanto ha influito sulla musica dei Van Der Graaf Generator la scelta di continuare per iniziare un’esperienza come trio?
Per prima cosa è stato necessario capire se fosse ancora possibile per noi essere un gruppo, se avessimo ancora il desiderio di suonare insieme e che tipo di band fossimo diventati, ma era già chiaro che facevamo parte di un processo in continua evoluzione. Abbiamo anche dovuto fare i conti con le reazioni del pubblico, perché c’è stato un grande cambiamento sia nel suono sia nella personalità della band e non sapevamo se la novità sarebbe stata accettata. Sentivamo però la responsabilità di provare ad andare avanti, perché altrimenti la storia dei Van Der Graaf si sarebbe conclusa in una maniera davvero infelice. L’esperienza della reunion, la possibilità di andare ancora in tour insieme, era tutto fantastico, se ci fossimo semplicemente fermati non sarebbe stato soddisfacente. Fortunatamente l’accoglienza del pubblico ci ha ripagato, siamo felici di aver saputo accettare questa nuova sfida.
Tra i progetti per quest’anno si parla di un’uscita relativa alla discografia del K Group.
Dovrebbe uscire presto un box set con tutti i materiali che abbiamo registrato con il K Group, inclusi i live e alcuni extra, come fotografie e registrazioni mai rilasciate prima. È una cosa che desideravo moltissimo fare, perché rappresenta la celebrazione dell’era del K Group, una formazione davvero vicina al mio cuore.
Queste le date in cui sarà possibile ammirare prossimamente dal vivo in Italia Peter Hammill:
Giovedì 9 Novembre – Roma, Auditorium Parco della Musica / Teatro Studio
Venerdì 10 Novembre – Napoli, Basilica di San Giovanni Maggiore
Sabato 11 Novembre – Terni, Teatro Secci
Lunedì 13 Novembre – Chiari (BS), Auditorium Toscanini
Martedì 14 Novembre – Milano, La Salumeria della Musica
Mercoledì 15 Novembre – Tolmezzo (UD), Teatro Candoni
Venerdì 17 Novembre – Livorno, La Goldonetta
Nel 2014 l’avevamo lasciato a riflettere su tutto quello che avrebbe potuto essere, …All That Might Have Been…, come s’intitolava il suo ultimo disco solista; oggi Peter Hammill si confronta invece con una diversa prospettiva, tra storie di illuminazione e realizzazione. «I brani del nuovo album raccontano di persone che riflettono sulle loro vite, sul passato, il presente e ciò che potrebbero diventare in futuro – racconta. – Come sempre, alcune di queste considerazioni si connettono anche con la mia esperienza diretta». Tra le personalità di spicco del panorama progressive inglese e membro fondatore dei Van Der Graaf Generator, Hammill torna quest’autunno con From the Trees, lavoro che promette di essere meno sperimentale rispetto alle ultime esperienze, addirittura dice «convenzionale, per quanto io possa riuscire ad esserlo». Le prime anticipazioni dicono infatti che l’album, in uscita il 3 novembre (e in vinile l’11), avrà una forma più intima e semplice, con arrangiamenti che permetteranno a Hammill – che ha registrato tutte le parti personalmente – di riproporlo in live senza accompagnamento. «In ogni disco cerco di fare qualcosa di diverso e stavolta volevo assolutamente che tutte le canzoni fossero concluse, prima di mettermi a registrarle – spiega l’artista. – È capitato spesso che entrassi in studio con un brandello di musica per vedere come avrebbe potuto evolversi in corso d’opera, ma in questo caso preferivo conoscere i pezzi, saperli già suonare. Volevo poi che fossero brani da poter eseguire in un live semplicemente con il piano o la chitarra non accompagnata, una cosa piuttosto inusuale rispetto agli ultimi anni. Queste scelte hanno sicuramente avuto un effetto sulle canzoni, mi hanno portato a togliere molte cose che sarebbero state superflue invece di costruire strutture enormi e complesse».
In attesa di conferme per quanto riguarda l’attività live nel 2018 sul fronte Van Der Graaf Generator, Hammill si è nel frattempo imbarcato in un tour che toccherà Giappone, Italia e Svezia, per la promozione di From The Trees. Sette le date nel nostro Paese, dal 9 al 17 novembre, passando il 13 all’Auditorium Toscanini di Chiari, in provincia di Brescia, e il 14 alla Salumeria della Musica di Milano.
Che significato ha il titolo From the Trees?
Deriva da un paio di modi di dire inglesi. Il primo è “non puoi vedere la foresta dagli alberi”, che significa che a volte non riesci a conoscere nemmeno ciò che si trova esattamente di fronte a te; l’altro invece è “attrarre gli uccelli fuori dagli alberi”, che è una similitudine utilizzata per descrivere un qualcosa di affascinante; sono idee scherzose, creano un bell’abbinamento con l’immagine di copertina.
Nel corso della sua carriera quali sono state le differenze tra i brani composti per i Van Der Graaf Generator e quelli da solista?
Mi piace avere sempre la consapevolezza di quale sia lo scopo della musica che scrivo. Quando componevo per i Van Der Graaf Generator nei ’60-’70, dovevo riuscire a creare qualcosa che, pur non trovando a volte d’accordo tutti i membri del gruppo, potesse almeno interessarli e li portasse a impegnarsi in ciò che facevamo insieme. Cantavo io, quindi la maggiore responsabilità nella trasmissione di un messaggio ricadeva su di me, ma il soggetto doveva comunque parlare di tutti noi, di un pensiero artistico condiviso. Quando invece scrivo per i miei progetti da solista ho la libertà di trattare qualsiasi tipo di argomento. È interessante notare però che negli ultimi anni la formazione in trio dei Van Der Graaf Generator ha avuto la stessa inclinazione: siamo tutti d’accordo nel trattare soggetti molto diversi, concedendoci la maggiore libertà possibile per quanto riguarda le sonorità, i testi e gli stili musicali.
Reinventarsi dopo una lunga storia artistica non è mai facile; la vostra musica recente non ha però l’aria di volersi rifare troppo al passato.
Quando abbiamo fatto il nostro ingresso nel XXI secolo, era chiaro fin da subito che non avremmo dovuto semplicemente ripetere quanto era stato fatto prima, ma dovevamo provare a fare qualcosa di nuovo. Ovviamente abbiamo comunque portato con noi il nostro bagaglio musicale; non era solo il desiderio di reinventarci, volevamo fare qualcosa di nuovo, trovare nuove sfide.
Dopo l’uscita di David Jackson dalla band, quanto ha influito sulla musica dei Van Der Graaf Generator la scelta di continuare per iniziare un’esperienza come trio?
Per prima cosa è stato necessario capire se fosse ancora possibile per noi essere un gruppo, se avessimo ancora il desiderio di suonare insieme e che tipo di band fossimo diventati, ma era già chiaro che facevamo parte di un processo in continua evoluzione. Abbiamo anche dovuto fare i conti con le reazioni del pubblico, perché c’è stato un grande cambiamento sia nel suono sia nella personalità della band e non sapevamo se la novità sarebbe stata accettata. Sentivamo però la responsabilità di provare ad andare avanti, perché altrimenti la storia dei Van Der Graaf si sarebbe conclusa in una maniera davvero infelice. L’esperienza della reunion, la possibilità di andare ancora in tour insieme, era tutto fantastico, se ci fossimo semplicemente fermati non sarebbe stato soddisfacente. Fortunatamente l’accoglienza del pubblico ci ha ripagato, siamo felici di aver saputo accettare questa nuova sfida.
Tra i progetti per quest’anno si parla di un’uscita relativa alla discografia del K Group.
Dovrebbe uscire presto un box set con tutti i materiali che abbiamo registrato con il K Group, inclusi i live e alcuni extra, come fotografie e registrazioni mai rilasciate prima. È una cosa che desideravo moltissimo fare, perché rappresenta la celebrazione dell’era del K Group, una formazione davvero vicina al mio cuore.
Queste le date in cui sarà possibile ammirare prossimamente dal vivo in Italia Peter Hammill:
Giovedì 9 Novembre – Roma, Auditorium Parco della Musica / Teatro Studio
Venerdì 10 Novembre – Napoli, Basilica di San Giovanni Maggiore
Sabato 11 Novembre – Terni, Teatro Secci
Lunedì 13 Novembre – Chiari (BS), Auditorium Toscanini
Martedì 14 Novembre – Milano, La Salumeria della Musica
Mercoledì 15 Novembre – Tolmezzo (UD), Teatro Candoni
Venerdì 17 Novembre – Livorno, La Goldonetta