Al di là di questi spunti autobiografici, Sinarra è anche un album musicalmente molto eterogeneo (come suggeriscono peraltro alcuni titoli come Rock della crostata e Tangos e mangos): “Beh sì, questo è merito anche della produzione e dell’arrangiamento di Paolo Giovenchi – afferma il cantautore. – Lui ha suonato tutti gli strumenti a corda per l’album, dal basso al mandolino; poi ci sono alcuni strumenti melodici tipo la cornamusa, il violino o l’organetto, ma per il resto tutto il lavoro è stato fatto da Paolo Giovenchi per cui queste varie atmosfere sono state curate da lui per creare appunto una filosofia diversa tra i file e i cd. E quindi ascoltando i brani di seguito cambiano le varie atmosfere, cambiano le tonalità e cambia l’intensità tra un brano e l’altro grazie al lavoro di produzione”.
Il singolo che ha accompagnato l’uscita del nuovo album è l’inedito Bastava un fiore, brano che “ha un’origine lontanissima” spiega Grechi e che “era allegro e ottimista. Poi nel tempo è diventato tutta un’altra cosa”.
Luigi “Grechi” De Gregori lo scorso 21 maggio è stato uno degli ospiti della puntata di Jam TV – Music Room in cui abbiamo celebrato gli 80 anni di Bob Dylan. A tal proposito, quest’anno compiranno 80 anni anche ad esempio David Crosby o Paul Simon e allora abbiamo voluto chiedere al cantautore, in conclusione della nostra chiacchierata, quanto questi singer/songwriter siano ancora grandi punti di riferimento per chi ama la musica o un certo tipo di musica e per la storia loro e in generale… ma lui ha voluto ricordare un altro grande cantautore che purtroppo ci ha lasciato l’anno scorso a causa del Covid: “Non sono i soli – dice Grechi. – Sono senz’altro i più famosi, ma si potrebbe fare un altro elenco di altri grandi: ad esempio, non si parla mai abbastanza di John Prine, un artista a 360 gradi; lui ha scritto canzoni di protesta non legate al movimento operaio, ma pur sempre grandi canzoni di rivolta, e poi ha gestito la sua carriera in maniera indipendente dall’inizio alla fine. Bisognerebbe parlare di più di personaggi del genere. John Prine ha sperimentato tutte le possibilità del linguaggio musicale e poetico.
Senza nulla togliere a Dylan, Springsteen ecc. che hanno fatto tutti la loro parte, ma penso si debba parlare anche di altri spesso trascurati”.