(Foto di Danny Fields)
Intensa la storia, divertente il modo di raccontarla. Al centro del docufilm c’è soprattutto Iggy Pop, sebbene Gimme Danger non sia incentrato su di lui, ma sul suo gruppo, gli Stooges.
All’interno della pellicola, diretta da Jim Jarmusch, è presente dunque una lunga intervista allo stesso Iggy Pop che si prolunga poi attraverso filmati di repertorio, interviste agli altri componenti del gruppo (e quindi Ron Asheton, Scott Asheton, Steve Mackay, James Williamson e Mike Watt e al talent scout Danny Fields), e altri filmati d’animazione.
Si parte dagli esordi di Iggy come batterista degli Iguanas nella seconda metà degli anni ’60, prima di formare proprio gli Stooges.
E poi in Gimme Danger ci sono i viaggi nelle città più importanti degli Stati Uniti, si racconta la realizzazione dei vari album del gruppo e a un certo punto si giunge fino allo scioglimento del 1974.
Infine c’è la fase della reunion dal 2003 con una nuova formazione, dove viene messo in risalto solo il ritorno ai live e non si parla invece degli album pubblicati in quel periodo, The Weirdness (2007) e Ready to Die (2013).
Nella lunga parentesi prima della reunion non manca un’interessante divagazione su Nico, la bella modella e attrice tedesca famosa anche per l’album con i Velvet Underground prodotto da Andy Warhol, che aveva vissuto per circa due settimane insieme al gruppo (il periodo è quello di The Stooges, disco d’esordio del 1969, prodotto da John Cale) e viene raccontato in breve l’incontro con David Bowie e con il suo manager dell’epoca Tony Defries (e quindi, in riferimento ai due, si parla soprattutto del terzo album, Raw Power (1973)).
Iggy Pop, in un momento della sua lunga intervista, ricorda l’importanza di brani come I Wanna Be Your Dog e No Fun per gli Stooges, e, in una fase successiva, quasi alla fine del docufilm, si vedono molti gruppi punk anni ’70, dai Damned ai Sex Pistols, fino al David Bowie della seconda metà degli anni ’80, che li suonano nei loro live. È forse questa la migliore spiegazione, fornita attraverso Gimme Danger, di ciò che ha rappresentato davvero la band di Ann Arbor (Michigan).
Gimme Danger sarà disponibile nelle sale italiane solo il 21 e il 22 febbraio (elenco delle sale su www.nexodigital.it).
È dedicato ai membri del gruppo che non ci sono più Dave Alexander, Ron Asheton, Scott Asheton e Steve Mackay.
Ed è una storia intensa perché è piena di rock ‘n’ roll e molto molto altro ancora.
Intensa la storia, divertente il modo di raccontarla. Al centro del docufilm c’è soprattutto Iggy Pop, sebbene Gimme Danger non sia incentrato su di lui, ma sul suo gruppo, gli Stooges.
All’interno della pellicola, diretta da Jim Jarmusch, è presente dunque una lunga intervista allo stesso Iggy Pop che si prolunga poi attraverso filmati di repertorio, interviste agli altri componenti del gruppo (e quindi Ron Asheton, Scott Asheton, Steve Mackay, James Williamson e Mike Watt e al talent scout Danny Fields), e altri filmati d’animazione.
Si parte dagli esordi di Iggy come batterista degli Iguanas nella seconda metà degli anni ’60, prima di formare proprio gli Stooges.
E poi in Gimme Danger ci sono i viaggi nelle città più importanti degli Stati Uniti, si racconta la realizzazione dei vari album del gruppo e a un certo punto si giunge fino allo scioglimento del 1974.
Infine c’è la fase della reunion dal 2003 con una nuova formazione, dove viene messo in risalto solo il ritorno ai live e non si parla invece degli album pubblicati in quel periodo, The Weirdness (2007) e Ready to Die (2013).
Nella lunga parentesi prima della reunion non manca un’interessante divagazione su Nico, la bella modella e attrice tedesca famosa anche per l’album con i Velvet Underground prodotto da Andy Warhol, che aveva vissuto per circa due settimane insieme al gruppo (il periodo è quello di The Stooges, disco d’esordio del 1969, prodotto da John Cale) e viene raccontato in breve l’incontro con David Bowie e con il suo manager dell’epoca Tony Defries (e quindi, in riferimento ai due, si parla soprattutto del terzo album, Raw Power (1973)).
Iggy Pop, in un momento della sua lunga intervista, ricorda l’importanza di brani come I Wanna Be Your Dog e No Fun per gli Stooges, e, in una fase successiva, quasi alla fine del docufilm, si vedono molti gruppi punk anni ’70, dai Damned ai Sex Pistols, fino al David Bowie della seconda metà degli anni ’80, che li suonano nei loro live. È forse questa la migliore spiegazione, fornita attraverso Gimme Danger, di ciò che ha rappresentato davvero la band di Ann Arbor (Michigan).
Gimme Danger sarà disponibile nelle sale italiane solo il 21 e il 22 febbraio (elenco delle sale su www.nexodigital.it).
È dedicato ai membri del gruppo che non ci sono più Dave Alexander, Ron Asheton, Scott Asheton e Steve Mackay.
Ed è una storia intensa perché è piena di rock ‘n’ roll e molto molto altro ancora.