Era uno dei tanti personaggi ritratti sulla copertina di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles, a testimonianza di quanto la sua figura fosse già allora molto influente e sia ancora oggi davvero immortale.
William Burroughs era però soprattutto anticonvenzionale, come ben raccontato da Casey Rae nel suo nuovo libro William S. Burroughs e il culto del rock’n’roll, tradotto in italiano da Alessandro Besselva Averame.
Non si tratta di una semplice biografia, come si legge nell’introduzione: il direttore delle licenze musicali di SiriusXM, nonché critico musicale e professore universitario, ha infatti deciso di unire tutti i punti che mettono in relazione la vita e le opere dello scrittore con le numerose star della musica che ha ispirato in più epoche.
Le esperienze con le droghe, l’omosessualità dichiarata o il fascino per l’occulto sono solo tre elementi propri di un personaggio inusuale, che negli anni è riuscito a catturare l’attenzione di tanti artisti come dei già citati Beatles, ma anche di Bob Dylan, Patti Smith, David Bowie, Lou Reed, Sonic Youth, Kurt Cobain e altri.
“William sembrava connesso con qualsiasi cosa – ha dichiarato Patti Smith. – Se guardi un film come Blade Runner scopri che l’espressione ‘blade runner’ è farina del suo sacco. Anche l’espressione ‘heavy metal’ è stata attribuita a lui… Ci sono moltissime frasi e moltissimi nomi di gruppi che hanno origine nelle opere di William. Lui è una specie di Bibbia alternativa”. Patti Smith definirà inoltre Burroughs come “uno sciamano… qualcuno che è in contatto con altri livelli di realtà”.
Lo scrittore era noto anche per l’utilizzo del cut-up, tecnica che consiste nel dividere tra loro le parti di un testo, per poi unirle successivamente in un modo casuale, creando così un nuovo testo dal senso diverso e imprevedibile. Tra i tanti che hanno subito profondamente il fascino del cut-up, e soprattutto lo hanno fatto proprio, c’è anche David Bowie, che ha descritto il fenomeno con queste parole: “A suo modo è una specie di sogno tecnologico. Crea delle immagini inducendo uno stato onirico senza per forza passare dalla scocciatura di dover dormire tutta la notte. O di doversi sballare andando fuori di testa”.
Considerando gli attuali strumenti tecnologici e gli attuali canali di comunicazione e di diffusione, il cut-up è sempre più presente nella nostra cultura in più campi e con tante sfaccettature, come fa notare l’autore stesso con le sue riflessioni, spiegando quindi come e perché Burroughs sia stato un precursore anche dell’epoca moderna.
“Potrà sembrare una baggianata, ma l’idea, essenzialmente, è questa: la grande arte è destinata a rimanere perché i grandi artisti osano – dichiara poi l’autore Casey Rae. – Un concetto applicabile sia a Burroughs che a Dylan: l’atemporalità se la sono conquistata entrambi, con costante impegno”… perché non si diventa molto influenti e non si rimane ancora oggi davvero immortali da un giorno all’altro.
William Burroughs era però soprattutto anticonvenzionale, come ben raccontato da Casey Rae nel suo nuovo libro William S. Burroughs e il culto del rock’n’roll, tradotto in italiano da Alessandro Besselva Averame.
Non si tratta di una semplice biografia, come si legge nell’introduzione: il direttore delle licenze musicali di SiriusXM, nonché critico musicale e professore universitario, ha infatti deciso di unire tutti i punti che mettono in relazione la vita e le opere dello scrittore con le numerose star della musica che ha ispirato in più epoche.
Le esperienze con le droghe, l’omosessualità dichiarata o il fascino per l’occulto sono solo tre elementi propri di un personaggio inusuale, che negli anni è riuscito a catturare l’attenzione di tanti artisti come dei già citati Beatles, ma anche di Bob Dylan, Patti Smith, David Bowie, Lou Reed, Sonic Youth, Kurt Cobain e altri.
“William sembrava connesso con qualsiasi cosa – ha dichiarato Patti Smith. – Se guardi un film come Blade Runner scopri che l’espressione ‘blade runner’ è farina del suo sacco. Anche l’espressione ‘heavy metal’ è stata attribuita a lui… Ci sono moltissime frasi e moltissimi nomi di gruppi che hanno origine nelle opere di William. Lui è una specie di Bibbia alternativa”. Patti Smith definirà inoltre Burroughs come “uno sciamano… qualcuno che è in contatto con altri livelli di realtà”.
Lo scrittore era noto anche per l’utilizzo del cut-up, tecnica che consiste nel dividere tra loro le parti di un testo, per poi unirle successivamente in un modo casuale, creando così un nuovo testo dal senso diverso e imprevedibile. Tra i tanti che hanno subito profondamente il fascino del cut-up, e soprattutto lo hanno fatto proprio, c’è anche David Bowie, che ha descritto il fenomeno con queste parole: “A suo modo è una specie di sogno tecnologico. Crea delle immagini inducendo uno stato onirico senza per forza passare dalla scocciatura di dover dormire tutta la notte. O di doversi sballare andando fuori di testa”.
Considerando gli attuali strumenti tecnologici e gli attuali canali di comunicazione e di diffusione, il cut-up è sempre più presente nella nostra cultura in più campi e con tante sfaccettature, come fa notare l’autore stesso con le sue riflessioni, spiegando quindi come e perché Burroughs sia stato un precursore anche dell’epoca moderna.
“Potrà sembrare una baggianata, ma l’idea, essenzialmente, è questa: la grande arte è destinata a rimanere perché i grandi artisti osano – dichiara poi l’autore Casey Rae. – Un concetto applicabile sia a Burroughs che a Dylan: l’atemporalità se la sono conquistata entrambi, con costante impegno”… perché non si diventa molto influenti e non si rimane ancora oggi davvero immortali da un giorno all’altro.